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Informazione Corretta Rassegna Stampa
18.07.2014 Come le Agenzie europee impediscono la conoscenza dell’anti-semitismo
Manfred Gerstenfeld intervista Amy Elman

Testata: Informazione Corretta
Data: 18 luglio 2014
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Come le Agenzie europee impediscono la conoscenza dell’anti-semitismo»

Come le Agenzie europee impediscono la conoscenza dell’anti-semitismo
Manfred Gerstenfeld intervista Amy Elman

(Traduzione di Angelo Pezzana)



Amy Elman


Manifestanti antisraeliani e islamisti assediano la sinagoga di Parigi

Amy Elman insegna Scienze Sociali al Kalamazoo College, Michigan. Nel suo libro di prossima uscita “The European Union, Anti-Semitism and the Politics of Denial” analizza le difficoltà dell’Unione Europea nel combattere l’anti-semitismo e le sue conseguenze.

“ Dal 2000 in poi, i casi di anti-semitismo sono notevolmente cresciuti in molti stati europei, stimolati dalla seconda intifada palestinese, dall’incitamento contro Israele durante la Conferenza anti-razzista di Durban del 2001 e dall’11 Settembre. Ammetterlo e analizzarne le origini fu un processo lento e spesso distorto da parte delle istituzioni ufficiali europee.

“L'‘European Monitoring Center for Racism and Xenophobia (EUMC)’, fondato dal Consiglio d’Europa nel 1997, coincise con l’ ‘Anno contro il Razzismo’,una continuazione della Commissione sul Razzismo e la Xenofobia –la Khan Commision- del 1994/5. Nel 20012, il EUMC iniziò uno studio sull’anti-semitismo, la cui gestione dei risultati provocò uno scandalo internazionale”.

“ L’ EUMC si rivolse per la compilazione agli allora 15 Stati membri della UE  per monitorare e registrare violenze e punti di vista dal 15 maggio al 15 giugno 2002. Chiese altresì esempi e documentazioni di quanto veniva fatto per prevenire e ridurre  l’anti-semitismo. Dopo aver raccolto tutte le risposte, l’EUMC affidò al Centro per le ricerche sull’Anti-semitismo (CRA) presso l’Università Tecnica di Berlino l’analisi e il commento dei risultati.

“ Il CRA terminò il proprio mandato nell’ottobre 2003, riferendo sulla violenza degli attacchi contro gli ebrei, spesso dovuti a un virulento anti-sionismo presente in tutte le forze politiche, anche se poteva venire soprattutto messo in relazione con i giovani musulmani di origine araba, quali maggiori responsabili degli attacchi personali contro ebrei e sinagoghe. Molti erano a loro volta vittime di razzismo ed esclusione sociale.

“ L’EUMC non pubblicò lo studio, sostenendo che un mese era troppo poco per il CRA per svolgere una indagine. Aggiunse anche che una sua pubblicazione non era stata prevista. I ricercatori del CRA sostennero che l’aver messo in evidenza l’anti-semitismo e l’anti-sionismo dei musulmani aveva irritato l’EUMC. Rivelarono che l’Agenzia Europea aveva ripetutamente chiesto di nascondere i risultati che potevano ‘dividere’. Dopo il rifiuto dei ricercatori, l’EUMC accantonò il loro rapporto nel novembre 2003.

“ La denuncia del CRA della soppressione da parte dell’EUMC del rapporto, diede origine a uno scandalo e a una forte sfida, secondo quanto affermò il suo direttore presentando il Rapporto all’Unione Europea.  Anche il CRA ne patì da come il EUMC aveva definito la ricerca come ‘metodologicamente debole’, anche se lo stesso EUMC ne aveva definito i parametri.  

“Nel novembre 2003, un articolo del Financial Times sulla soppressione del Rapporto del CRA da parte dell’ EUMC provoco una pubblica protesta, tanto che diversi parlamentari europei ne chiesero l’immediata pubblicazione. A dicembre, il Congresso Mondiale Ebraico pubblicò il Rapporto su internet, mettendo in evidenza le manipolazioni dell’ EUMC.

“Nell’aprile 2004, l’ EUMC rilasciò uno studio finale prolisso. Il documento esponeva i punti salienti del Rapporto CRA,  ripetendoli però così spesso che diventava difficile coglierne le differenze. Ciò malgrado, la distinzione evidente più importante era che il Rapporto finale dell’ EUMC non conteneva quasi alcun riferimento a chi aveva commesso atti di violenza anti-semita. 

“Questa riluttanza divenne particolarmente evidente quando gli esecutori di atti anti-semiti non provenivano dall’estrema destra. Un esempio contenuto nel Rapporto CRA riferiva di una dimostrazione pubblica a Stoccolma di circa 100 persone contro l’anti-semitismo e il pregiudizio anti-musulmano,che venne disturbata da 100/150 persone che urlavano “ uccidi gli ebrei!” e “ vi faremo saltare in aria!”. Il Rapporto CRA rivelava che la maggior parte dei contro-dimostranti erano giovani dell’estrema sinistra. Il commento finale del EUMC aveva cancellato questo passo.

“Censurando il ruolo evidente dell’estrema sinistra nel fomentare l’anti-semitismo, il Rapporto finale dell’ EUMC lasciava capire che una misura sufficiente per combattere l’anti-semitismo era l’azione contro l’estrema destra. Il CRA non era d’accordo, perché alcune delle minacce più grandi contro gli ebrei vengono dalla sinistra e coinvolgono la sempre più grave alleanza con l’islam radicale e altri estremisti anti-semiti appartenenti a tutto l’arco politico.

“ Attualmente, il successore dell’ EUMC, l’Agenzia Europea per I Diritti Fondamentali (FRA), sembra ugualmente riluttante a identificare l’anti-semitismo e denunciarne i suoi esecutori. Nel 2013, la FRA sconfessava la precedente definizione di anti-semitismo, mesi prima che venisse rilasciato il proprio rapporto sull’anti-semitismo. In più, in un documento sommario su metodi e ricerche del Rapporto 2013 ( ‘L’esperienza del popolo ebraico su discriminazione e odio negli Stati membri dell’Unione Europea’) sugli eventuali esecutori risultava quasi del tutto assente.

“ Il rapporto poi non segnalava differenze tra i paesi di provenienza degli esecutori, come avviene per altri dati, come ad esempio per le vittime e quanto le riguarda. Cancellando questi dati, la FRA negava ogni informazione sui responsabili di anti-semitismo,che avrebbero potuto attenuarne la diffusione. Questo comportamento consiste nell’insistere sulle ‘percezioni e esperienze del popolo ebraico’ in relazione all’anti-semitismo e non sull’anti-semitismo come un fatto di per sè”.  

Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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