Odio. Il loro D-o, è¨ questo il suo nome. Quattro lettere che hanno occupato i quattro angoli del mondo, la violenza la sua parola. Appartiene a tutti, basta ascoltare, leggere e vedere la sconcertante e becera gara di chi spara a zero l'idiozia piùù grossa, di chi sguazza nella melma della propria avvelenata ignoranza che sigilla il loro modo di essere, mediocre, ma comunque capace di non farli agonizzare nella loro miseria. Difficile poter sopportare in silenzio tanta meschinità gratuita su ciò che accade in questi giorni nella nostra terra. Impossibile tollerare chi, mosso da tanta malafede, ci addita come il "male della terra", sempre e comunque in questi casi, ma non solo. Non esiste pace, giustizia o semplice quotidianità in Israele che possa distogliere la feccia del loro schizzo-antisemitismo ideologico dalla nostra vita. Dalla nostra mera sopravvivenza. Mi sento peggiorare, decadere, sempre più risucchiato dal maleficio della loro divinità inferiore. Mi fa star male, non riesco e non voglio più capire chi o chissà cosa. In realtà moralmente qualcosa mi ha sempre impedito di cadere in questo giogo anodino... Ma non riuscirà mai a non stupirmi di quel magma di disprezzo che ci travolge, ovunque, non più carsico ma in superficie e sempre più alimentato. André Schwarz-Bart affresca quante persecuzioni abbiamo subito sino ad arrivare alla doccia mortale dei due eterni amanti. Elie Wiesel osserva inorridito D-o a penzoloni da una forca. Hans Jonas evidenzia come D-o sia cambiato dopo Auschwitz. Jean Amery è¨ stato suicidato anche dalla sordità degli schizzo-antisemiti pseudo rivoluzionari degli anni Settanta (!), malgrado li avesse cercati... Tutti trascinati dal nonsenso di chi ha voluto darsi un tono rifugiandosi nella tana dell'antisemitismo: omuncoli, donnucole, rivoluzionari, reazionari, pseudo filantropi e pseudo femministe, musulmani e cristiani. Anche a loro verrà presentato il conto dell'ipocrisia. Perchè comunque vivremo anche questo momento, magari in pochi, imbrutiti e persino più umiliati. Ho fiducia in ciò che ha sempre creduto Marek Edelman: perseguitateci, uccideteci, ma rassegnatevi, non riuscirete mai a sterminarci. Saremo sempre qui.
David Casella
La sua è una bellissima lettera, molto triste e dolente, di cui vogliamo riprendere l'affermazione finale circa l'ineleuttabile insuccesso dei persecutori del popolo ebraico: "rassegnatevi, non riuscirete mai a sterminarci. Saremo sempre qui". Aggiungendo che l'esistenza di Israele cambia tutto rispetto alle persecuzioni dei secoli passati. Ora esiste uno Stato ebraico che ha gli strumenti, e la volontà, di difendere i propri cittadini. Redazione IC