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Perchè lo fanno Invece di parlare della vostra rissa, lasciatemi chiedere: perché Hamas cerca in tutti i modi di prenderle ? Perché ha attaccato Israele con molte decine di razzi al giorno, anche quando visibilmente il primo ministro israeliano era restio a rispondere (e infatti Bennett protestava) ? Perché l'ha fatto sapendo bene che la forza dell'esercito israeliano è soverchiante ? Perché ha continuato, anche quando i contrattacchi si sono rivelati precisi e penetranti sui suoi dirigenti e sulle sue infrastrutture e soprattutto quando il sistema antimissile Iron Dome ha dimostrato di poter quasi annullare la sua aggressione missilistica ? Era già successo massicciamente nel 2012 e sporadicamente in altre occasioni negli ultimi anni; nel frattempo le batterie di Iron Dome da una o due sono diventate sette o otto, il software è migliorato e anche il costo dei proiettili usati dev'essere inevitabilmente molto calato. A qualunque osservatore competente è evidente che, a parte qualche incidente o colpo di sfortuna che può capitare, Hamas non ha le armi per minacciare seriamente Israele. Perché l'hanno fatto e continuano a farlo ? Sono pazzi o masochisti ? Non credo, non si diventa arciterroristi senza un certo senso della realtà, per amorale che sia, addirittura senza un grande cinismo. E allora? Certamente anche Hamas ha dei secondi fini. Non pensa affatto di vincere questa guerra, l'ha provocata come mezzo tattico perché spera di trarne vantaggi strategici. Ci fu un momento, vivo ancora Arafat, in cui i terroristi pensarono di poter davvero spaventare gli israeliani e di indurli a emigrare indebolendo il loro Stato. Ancora Hamas usa una notevole dose di retorica in questo senso, ma una frana del genere se non è accaduta dieci anni fa quando in ogni autobus, in ogni mercato, in ogni bar poteva annidarsi un terrorista attentatore suicida, difficilmente accadrà oggi. Queste sono cose che prova a raccontare alla sua base, con dubbio successo. Certo, c'è stato un tentativo di coordinare fronti diversi (il rapimento degli studenti, le manifestazioni violente della piazza, le aggressioni individuali a macchine e persone, infine i missili) per ottenere un effetto di panico complessivo; ma il coordinamento è durato poco, la battaglia missilistica ha riassorbito tutto il resto e ha perfino fatto un effetto calmante su una piazza araba che dieci giorni fa appariva abbastanza agitata. Vi è una ragione ulteriore, che non si può applicare alla vostra rissa da bar: il terrorismo è la ragion d'essere di Hamas. Gli islamisti di Gaza non sanno governare, non hanno nemmeno cercato di trovare una logica economica per il loro dominio di Gaza. Prendono il più possibile degli aiuti internazionali per sé (i capi non vivono certo in miseria) e per l'industria degli armamenti. Se col cemento che hanno usato per costruire i loro tunnel trappola avessero costruito rifugi o magari industrie produttive, non solo i loro sudditi saprebbero dove rifugiarsi, ma senza dubbio sarebbero meno poveri e disperati. Hamas ha bisogno di fare la guerra, perché è la sola cosa che giustifica la sua sanguinosa dittatura, la sua missione principale, il suo DNA, come si può vedere da una rapida lettura del suo statuto (http://www.cesnur.org/2004/statuto_hamas.htm). Hamas in questo momento è in grave difficoltà, perché i suoi alleati (o piuttosto la sua casa madre) dei Fratelli Musulmani sono i grandi perdenti dell'ultimo anno delle rivolte arabe e sono sorti dei movimenti terroristi come l'Isis che possono essere seri concorrenti al suo predominio su Gaza e al suo ruolo in “Palestina”. E' per sconfiggere questi concorrenti e per ristabilire il suo ruolo, insomma per mantenere il suo business che Hamas si batte in questo momento; o meglio, è per questa ragione che espone la popolazione di Gaza alla sofferenza e al lutto. Non solo i danni a Israele, ma anche quelli a Gaza sono sua responsabilità: se rinunciasse a bombardare Israele anche l'autodifesa israeliana su Gaza cesserebbe; ma naturalmente Hamas in questo caso perderebbe la faccia. Con questa espressione arriviamo all'ultima ragione di questa aggressione: l'”orgoglio”, l'”onore”, il “rispetto”. Anche se non è politicamente corretto dirlo, non si può non tener conto del fatto che la società araba è tribale e segnata da un sistema di valori molto diverso dal nostro, in cui la legalità, l'uguaglianza e il rispetto della vita umana sono sostituiti da altri principi, come l'onore, che non è affatto simmetrico o egualitario, perché esso consiste in un sistema gerarchico, alla cui sommità devono stare i capi guerrieri arabi, e poi giù giù la gente comune, le donne, i cristiani, gli ebrei. Uno dei punti fondamentali dell'ideologia islamista è la restaurazione di questo sistema autoritario contro la democrazia occidentale, il che comporta naturalmente l'obbligo di rimettere gli ebrei al loro posto. Provarci, sfidare gli equilibri che negano la gerarchia tradizionale, rifiutare la pace e i compromessi non sono vissuti in una società tradizionale come follia ma come eroismo. Fino a che questo sistema di valori non sarà sconfitto, una pace vera fra Israele (ma in generale fra mondo occidentale) e arabi non sarà possibile |
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