Il Terrorista e il 'Moderato' Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Testata: Informazione Corretta Data: 14 luglio 2014 Pagina: 1 Autore: Angelo Pezzana Titolo: «Il Terrorista e il 'Moderato'»
Il Terrorista & il ‘Moderato’ Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Ismail Haniyeh Abu Mazen
Lucia Goracci Maria Cuffaro Saji Assi
Il ‘cessate il fuoco’ del novembre 2012 fra Gaza e Israele ha funzionato così bene, che neanche due anni dopo Hamas ha ripreso in grande stile il lancio dei razzi, questa volta su tutto il territorio israeliano. Lo scenario si ripresenta quindi identico, Israele che si difende viene raccontata come l’aggressore, Usa e democrazie occidentali premono perché Israele accetti una tregua o almeno – nuovamente ! - un ’cessate il fuoco’. E’ quanto il Segretario di Stato americano John Kerry, con il coro che lo accompagna fedelmente, ha ancora dichiarato ieri da Vienna. Netanyahu, pazientemente, ascolta, poi procede per la sua strada, conoscendo meglio di chiunque altro le regole che guidano la politica mediorientale. Prendiamo quale esempio il cosiddetto governo palestinese. Nella sua ancora confusa composizione, sappiamo che è formato da due alleati, Hamas, una organizzazione terrorista che ha come obiettivo la distruzione dello Stato ebraico, mai cancellata dal suo statuto, e i cui metodi di ‘dialogo’ hanno come strumento il lancio dei razzi, rapimenti, attentati vari, e Abu Mazen - che guida l' Anp, l’Autorità palestinese - la cui preoccupazione non è arrivare a un accordo con Israele, ma rafforzare la propria posizione nei confronti dell’alleato di Gaza. Abu Mazen sa bene che i palestinesi, sia a Gaza che nei Territori, votano in maggioranza per Hamas, per cui sente vacillare la poltrona sulla quale siede illegalmente da anni, non avendo mai indetto elezioni nei tempi dovuti, per timore di perderle, appunto. Fa quindi, come Arafat, la voce grossa quando parla in arabo, cambia timbro nelle dichiarazioni in inglese, tanto per riaffermare la propria immagine di ‘moderato’. Incurante della aggressione continua di Hamas contro Israele, Abu Mazen cerca di superarlo in propaganda, se non con i razzi, di cui non dispone nemmeno del campionario, ma con le sceneggiate verbali e postali. L’ultima è la richiesta all’Onu di protezione per ‘palestinesi e i loro territori’, parola alquanto vaga , perché Gaza non ha nulla a che vedere con l’amministrazione israeliana, è di fatto uno stato indipendente. Abu Mazen si auto-investe della qualifica di presidente di tutti i palestinesi e dichiara “ dobbiamo fermare l’aggressione israeliana contro i palestinesi, iniziata a Hebron, poi a Gerusalemme e nel West Bank, per finire nella Striscia di Gaza. La situazione è diventata intollerabile. Israele sta commettendo un genocidio, l’Onu deve mettere lo ‘Stato di Palestina’ sotto protezione internazionale”. Sicuramente ad Abu Mazen è sfuggito un particolare di una certa rilevanza, è Hamas ad attaccare Israele, che risponde come farebbe qualunque altro Stato, distruggendo la capacità bellica del nemico, cercando di evitare il più possibile vittime fra la popolazione civile, cosa resa difficile dal fatto che Hamas ha le sue installazioni militari proprio in mezzo agli edifici civili, abitazioni, scuole,ospedali, moschee, in modo da poter esibire più vittime civili possibile ai media internazionali. Israele avverte i cittadini di Gaza via telefono, di allontanarsi dal luogo in cui Tsahal sta per colpire, ma Hamas minaccia di morte chi intende allontanarsi. Un’azione diabolica che, se omessa, come avviene purtroppo sui media internazionali – in Italia brillano TG3 e Rainew24 – ma anche gli altri TG Rai e rassegne stampa nei servizi di Lucia Goracci, Maria Cuffaro, Saji Assi – impedisce a chi vede e ascolta di capire come stanno veramente i fatti. E la Rai è un servizio pubblico ! Il risultato è che Hamas, da organizzazione terrorista viene elevato di grado, diventando un ‘movimento di resistenza’, e Abu Mazen, da mistificatore della realtà del conflitto ad uso degli allocchi occidentali, diventa il partner ‘moderato’ che Israele rifiuta di accettare. Che a spiegazione di tutto ciò ci siano 2000 anni di odio verso gli ebrei, un odio il cui seme continua a dare i suoi frutti avvelenati, è un argomento tabù nel mondo cristiano occidentale. A farne buon uso- dal proprio punto di vista- è stato l’estremismo islamico, che ha capito come sfruttarne le potenzialità contro Israele e gli ebrei.