Sesto giorno di ‘Zuk Eitan’, precipizio e solidità
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Una batteria di Iron Dome, il sistema israeliano di difesa antimissilistica
L’Operazione “Zuk Eitan” (Precipizio e Solidità) contro Hamas entra nel sesto giorno, si delineano meglio i contorni dell’azione difensiva di Israele. Si conferma come improbabile una invasione della Striscia con forze di terra, il numero delle vittime sarebbe troppo alto. Questo spiega perché il governo israeliano l’ abbia soltanto prevista come una delle possibilità ,senza mai prefigurarla per certa, Iron Dome e le forze di mare si sono dimostrate più che sufficienti – almeno fino ad ora - per indebolire Hamas, che non può fare altro che incassare sconfitte, essendo tutti i suoi piani andati a vuoto. La vita in Israele, pur tra mille difficoltà, non ne ha modificato la forza di volontà, mantenendo una calma esemplare. Ma anche sul versante arabo-musulmano, la stolta politica di Hamas registra una sconfitta dopo l’altra, l’unica cosa certa è il suo isolamento. La domanda che ci si pone oggi è incentrata sulla propaganda di Hamas, fino a quando i media occidentali continueranno a bersi numeri e immagini diffusi dalla Striscia. In altra pagina di IC, oggi, una analisi sulla foto della strage dei bambini siriani, ad opera di altri siriani, ma attribuita a Israele in questi giorni a Gaza. Il commento più vergognoso l’ha fatto l’ex sindaco PCI di Torino Diego Novelli su un suo sito titolato “Nuova Società”, lo stesso del settimanale che dirigeva negli anni’80. Da ricordare una copertina del 1982 dopo Sabra e Shatila, con i profili di Hitler e Begin affiancati a mo’ di medaglia, mentre sullo sfondo sventolano, sempre affiancate anche loro, le bandiere israeliana e nazista, stella di Davide accanto alla croce uncinata. Con un passato così, Novelli non poteva far altro che riconfermarsi per quello che è sempre stato, un volonteroso nemico di Israele.
Anche il numero dei morti è una variante da interpretare. Nell’attacco di venerdì sera, i dati israeliani riferiscono 10 morti, tra i quali i i responsabili delle rampe di lancio dei razzi,mentre le fonti palestinesi alzano il numero a 121. Le cifre israeliane sono verificabili, quelle da Gaza no.
Una notizia che dovrebbe provocare una risposta delle istituzioni internazionali e dei governi occidentali è la presenza di Al Qaeda ai confini di Israele, a est in Iraq e Giordania,a nord in Siria e Libano, a sud nella Striscia di Gaza e nel Sinai, confermata nella conferenza stampa di Netanyahu di venerdì sera. Non pare che questa reazione ci sia stata, omissione che rende evidente l’incapacità di prevedere ciò che succederebbe se non ci fosse più il controllo israeliano in Giudea e Samaria.
“Risolveremo i nostri problemi con determinazione e prudenza”, ha poi dichiarato Netnayahu. Hamas potrà mantenere il potere a Gaza, in gran parte solo di facciata, sotto lo stretto controllo degli Iron Dome, grazie alla cui efficacia l’attacco dei razzi è finora miseramente fallito. Ha aggiunto che non ci sarà un ‘cessate il fuoco’, che Hamas ha dimostrato con il continuo lancio dei razzi di voler usare solo in funzione propagandistica.
“Wait and see”,quindi, nell’attesa di una presa di posizione chiara e diretta dei governi occidentali.
Angelo Pezzana