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Shalom Rassegna Stampa
06.07.2014 Dal voto esce un' Europa più debole
Commento di Angelo Pezzana

Testata: Shalom
Data: 06 luglio 2014
Pagina: 18
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Dal voto esce un' Europa più debole»
Riprendiamo da SHALOM di  giugno 2014, a pag. 18, l'articolo di Angelo Pezzana dal titolo "Dal voto esce un' Europa più debole"

 

Che l’Unione Europea abbia avuto delle pessime levatrici è testimoniato dal suo modesto funzionamento, primo fra tanti difetti la mancata struttura federalista con il conseguente permanere degli stati nazionali con le loro funzioni tradizionali di fatto immutate. Invece di guardare all’esempio americano, un solo presidente effettivo, un solo parlamento con tutti i poteri federali, un’unica banca con reali poteri e autonomia, le pessime levatrici, Altiero Spinelli in testa, hanno posto le premesse al caos del quale siamo tutti partecipi e alla crisi economica che lo contraddistingue.
Ciò detto, non si può classificare il risultato delle elezioni europee- come hanno titolato tutti i media – soltanto una vittoria di Renzi e un flop di Grillo, è stato anche questo ma non solo. Intanto avremo un Parlamento che vedrà tra gli eletti il primo, dichiarato, neo-nazista, Ugo Voigt, un tedesco del partito NPD, un nostalgico
 ( "Hitler ? un grande uomo di Stato!") che non si nasconde, come avviene per  altri partiti europei simili, dietro a etichette ambigue, no, è un nazista e come tale ha chiesto di essere votato e gli elettori l’hanno accontentato. Un brutto segnale da un Paese come la Germania, che non ha ritenuto necessario mettere fuori legge l’NPD. Ma il colabrodo europeo ci ha riservato altre sorprese, alcune previste, come  Alba Dorata in Grecia al 9% , Jobbik in Ungheria al 15%, Fpoe in Austria, gli eredi del populista filo islamico con simpatie antisemite Jorg Haider, che ha ottenuto il 20%, tutti partiti che da anni sventolano la bandiera neo-nazi o antisemita nel silenzio delle istituzioni comunitarie.  In Francia poi, con l’FN di Marine Le Pen e in Gran Bretagna, con l’Ukip di Nigel Farage,  diventati la prima forza politica, ci troviamo di fronte  a una notizia sconvolgente. L’FN ha robuste radici antisemite, occultate con il passaggio delle redini del partito da padre a figlia, ma che pesano ancora se persino Farage ha respinto l’ipotesi di una alleanza FN-Ukip, “Mai con un partito antisemita”, ha dichiarato. Ma poi lo stesso Farage si è augurato un patto con il movimento di Grillo, evidentemente giudicando i 5 Stelle una forza politica vicina nella lotta contro la stessa appartenenza all’Unione Europea.  Due paesi, la Francia e l’Inghilterra, di grande tradizione democratica, si sono consegnati a due partiti,  che di democrazia  non hanno nemmeno una goccia nel loro Dna.  Ma la confusione coinvolge anche il nostro paese, dove Grillo avrà pur registrato un flop nel match contro Renzi, ma rappresenta comunque il secondo partito. Malgrado la sua gestione da moderno Faraone egizio, Grillo è riuscito a presentarsi all’elettorato sotto molti travestimenti, populista, comunista, anarchico,persino liberale, ma quando si è trattato di ‘istruire’ i nuovi eletti nel Parlamento italiano sulla realtà mediorientale si è affidato a Luisa Morgantini, quale guida scelta in funzione di ‘insegnante’. Non dimentichiamolo. Così come dobbiamo ricordare il Grillo-pensiero sull’Iran, definito un esempio di democrazia, anche quando Ahmadinejad minacciava di cancellare Israele dalle carte geografiche. Altro deluso dal flop del Faraone è Dario Fo, che negli ultimi anni si è sovente speso nella propaganda dell’odio contro Israele.  Né va dimenticato il partito della sinistra estrema Syriza, guidato da Alexis Tsipras, che ha superato lo sbarramento del 4%, raccogliendo una buona affermazione anche in Italia, sostenuto dal fior fiore degli odiatori di Israele: Piergiorgio Odifreddi, già anche negatore dell’11 settembre e teorico della tesi che la Shoah è quella che ci hanno voluto insegnare a Hollywood, Barbara Spinelli, autrice non dimenticata del famoso “Ebreo, discolpati”, Moni Ovadia, le cui ‘ gesta’ sono ben conosciute da chi legge Shalom.
In questa Europa sgangherata, malgrado i segnali sempre più chiari – ma tutti ignorati – l’antisemitismo cresce, sottovalutato perché nascosto dalla legittimazione dell’odio contro il sionismo. Nel mirino c’è Israele, le vittime sono sempre gli stessi ebrei, che suscitano pietà solo quando vengono ammazzati. La volontà di capire le cause di questo crimine ormai dilagante sono occultate da una regia accurata e subdola, perciò più convincente.  Dopo queste elezioni l’Europa è ancora più debole, di fronte al pericolo rappresentato dell’islamismo estremo – che si rifiuta di riconoscere – e davanti a un populismo dalle varie coloriture che ne metterà a rischio la funzione democratica.


Angelo Pezzana

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