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La Stampa Rassegna Stampa
24.06.2014 Lo 'Stato Islamico' uccide il giudice che condannò Saddam Hussein
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 24 giugno 2014
Pagina: 13
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Rapito e ucciso il giudice che mise a morte Saddam»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/06/2014, a pag. 13, l'articolo di Paolo Mastrolilli dal titolo :"Rapito e ucciso il giudice che mise a morte Saddam".


 Rauf Rashid Abd al Rahman, Saddam Hussein, Paolo Mastrolilli
                                       
La sua faccia era diventata il simbolo dell’Iraq che ritrovava la forza di affrontare Saddam Hussein e fare i conti col passato. Quando lo aveva condannato a morte era finita un’epoca storica, non solo per l’esecuzione dell’ex rais. La vendetta però è arrivata per mano dei terroristi dell’Isis, che secondo notizie non ancora confermate da Baghdad, hanno catturato e forse giustiziato il giudice Rauf Rashid Abd al Rahman. Un colpo importante sul piano politico, perché rientra nella strategia di rafforzare l’alleanza con gli elementi del partito Baath.
Al Rahman era un curdo, ammesso che sia giusto parlarne al passato, nato ad Halabja. Una città molto significativa, perché nel 1988 era stata teatro di una strage compiuta dagli uomini di Saddam con le armi chimiche. Lo stesso Rauf aveva perso diversi famigliari in quell’attacco. Aveva studiato legge e la sua vita era proseguita prima come avvocato e poi come giudice della Corte d’Appello del Kurdistan. Il regime lo aveva preso di mira, e anche lui era stato arrestato e torturato. Il 23 gennaio del 2006, durante il processo a Saddam, aveva preso il posto di Rizgar Mohammed Amin come capo del Supremo tribunale criminale iracheno. Amin era stato accusato di essere troppo debole con l’imputato consentendogli di intervenire quando voleva, interrompendo la corte. Al Rahman aveva scelto una linea più dura, obbligando l’ex rais a rispettare le regole, e quella fase del processo era diventata l’immagine dell’Iraq che cambiava.
L’entusiamo era durato poco, però, seguito presto dai problemi di instabilità continua e lotte settarie. Nel 2007 il giudice aveva portato la sua famiglia a Londra e aveva fatto domanda d’asilo. Poi però ci aveva ripensato ed era tornato a Baghdad. Secondo varie fonti, fra cui il parlamentare giordano Khalil Attieh, è stato catturato durante l’offensiva dell’Isis verso nord. Raccontano che abbia cercato di fuggire travestendosi, ma è stato riconosciuto e condannato a morte, per vendicare «l’uccisione del martire Saddam Hussein». Il governo iracheno non ha confermato l’esecuzione, ma non ha smentito la cattura, mentre per bocca del portavoce del premier Maliki, Qassem Atta, ha rivelato che «centinaia di soldati sono stati decapitati e impiccati a Salahaddin, Ninive, Dilaya, Kirkuk e nelle zone dove si trovano i jihadisti dell’Isis». L’esecuzione del giudice invece è stata annunciata dalla pagina di Facebook attribuita ad Izzat al-Douri, vice presidente di Saddam sfuggito alla cattura, e ora considerato uno degli alleati di Isis fra i sopravvissuti del partito Baath, decisivi per consentire la presa di molte città nelle regioni sunnite.

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