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Il valore della circoncisione 23/06/2014
Pubblichiamo un commento di un nostro lettore,   che prende spunto dalla Cartolina da Eurabia  pubblicata ieri 22/06/2014, (  http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=53879#.U6amRaHMEPU.facebook  ) per  affrontare il tema della circoncisione.  
Segue la risposta di Ugo Volli.

Grande post e grande Volli. Sono un suo ammiratore: abile scrittore, documentazione rigorosa, ironia al punto giusto, brillante uso di quel "lateral thinking", la capacità di vedere le cose sotto un angolo diverso, che costituisce una parte importante della nostra cultura. Su una sola cosa non sono d'accordo: il suo sostegno alla circoncisione, vedi il post sulla Danimarca. Approfittare della debolezza di un bambino per marchiarlo, oltre a tutto con una mutilazione sessuale, è un crimine. Quanti adulti accetterebbero di lasciarsi mutilare in questo modo? Se i miei genitori mi avessero fatto circoncidere, forse potrei odiarli. Noi ebrei abbiamo molti altri modi per rinsaldare la nostra comunità, senza bisogno di ricorrere a pratiche antidiluviane.

Dragor Alphandary

Gentile lettore, grazie delle sue lodi. Per quanto riguarda la circoncisione maschile, non si tratta affatto di una "mutilazione sessuale", tant'è vero che viene praticata per motivi igienici in moltissimi ospedali del mondo al momento della nascita, dato che diminuisce la possibilità di contagi sessuali, senza incidere affatto sulla funzionalità e neppure sulla sfera sessuale. Per il modo ebraico è un segno fondamentale di appartenenza, che viene trasmesso fra le generazioni come un dono e un impegno. Nessuno "approfitta della debolezza dei bambini per marchiarli", come dice lei; al contrario la circoncisione li fa entrare in una comunità molte volte millenaria e li fa partecipare alla storia ebraica. Tutte le pratiche di acculturazione (il battesimo, lo svezzamento, l'educazione dell'escrezione, l'insegnamento dell'"educazione" comportano un'azione sul bambino che può apparire astrattamente autoritaria e perfino violenta. Ma senza questa azione non vi è trasmissione della cultura. Il mito del buon selvaggio, intatto e spontaneo è per l'appunto un mito, che rimpiange emotivamente una natura umana intatta che non esiste. Gli uomini sono animali culturali, senza trasmissione dell'identità, educazione, acculturazione non possono esprimersi appieno. E la circoncisione fa parte di questo tipo di azioni socioculturali. Se mi permette una nota personale, io, circonciso, non mi sento affatto "mutilato", e sono molto grato ai miei genitori che mi hanno così unito da neonato al popolo ebraico.

Ugo Volli

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