Tg3 delle ore 14.20, della giornata di domenica 15 giugno.
Copia di lettera inviata:
Nel corso dello stesso è andato in onda un servizio riguardo il rapimento di tre adolescenti ebrei, studenti di una yeshivà, una scuola rabbinica dedita allo studio della Torah. Nel servizio sopra citato, che giudichiamo fazioso, le immagini scorse erano nel seguente ordine:
1) soldati israeliani intenti ad entrare nelle case del palestinesi e compiere "rastrellamenti", come definito dalla voce del servizio per la durata di circa 40 secondi, ed il Premier israeliano Netanyahu che convoca il proprio Consiglio stile "gabinetto di guerra"
2) le foto dei giovanissimi rapiti, suggerendo al telespettatore che le colpe e le responsabilità di tale azione vanno ricercate in quanto accaduto al punto 1 e non viceversa
3) una povera famiglia palestinese attorniata da palazzi in rovina (si poteva trattare tranquillamente del Libano, della Siria, dell'Iraq...il servizio non spiega dove siano girate quelle immagini)
4) un primo piano dei cosiddetti "coloni", tre ragazzi in abiti civili, quasi certamente soldati in licenza od in libera uscita (ma questo il servizio non lo racconta) inquadrati mentre passeggiano con le loro armi di autodifesa al braccio ed un bel primo piano di uno dei loro Uzi
Ora, siamo qui a chiederci se sia questa la maniera giusta di interpretare attraverso le immagini un atto vile e codardo come quello del rapimento di giovani adolescenti che compiono la leggerezza di fare l'autostop in zone sicuramente non tranquille come Hebron e le conseguenti legittime azioni dei soldati dello Stato Israeliano, tese a rintracciarli e liberarli dalle mani dei loro aguzzini.
O se, invece, non sarebbe stato opportuno soffermarsi sulle reazioni del mondo dei presumibili rapitori, con le scene di giubilo nei Territori governati dalle autorità palestinesi, con le solite caramelle e dolci lanciati e offerti alla folla o ai passanti per festeggiare l'evento, o immagini della bande di estremisti armate fino ai denti, spesso attorniate da bambini con finti (o veri) mitra o pistole in mano, con tanto di fasce verdi alla fronte .
Si è alla ricerca di reazioni empatiche degli spettatori? Si vuole comunicare forse un'opinione del giornalista? Tutto sembra, salvo corretta informazione. Nessuno chiede un occhio di riguardo nei confronti di Israele e dei suoi governi ma solo "obiettività".
Un dovere per qualsiasi giornalista. Un dovere assoluto se del servizio pubblico.
lettera firmata
Al TG3, sin dai tempi di telekabul, nulla è cambiato. Se questa è informazione pubblica, allora non è più procrastinabile la privatizzazione della Rai, a meno di un intervento deciso del governo. La Rai è una patata bollente, lo sappiamo, ospita servizi eccellenti, ma sua deriva anti-israeliana è ora che finisca. Renzi se ne rende conto, ma è urgente che vi metta mano.
IC redazione