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La Stampa Rassegna Stampa
17.06.2014 Allarme per le persecuzioni dei cristiani
omettendo una spiegazione necessaria, con in più una grossa menzogna

Testata: La Stampa
Data: 17 giugno 2014
Pagina: 6
Autore: Giacomo Galeazzi
Titolo: «“Cristiani a rischio”, l’allarme del Papa»
Riprendiamo, dalla STAMPA del 16/06/2014, a pag. 6, l'articolo di Giacomo Galeazzi dal titolo " “Cristiani a rischio”, l’allarme del Papa "
Sia l'articolo di Galeazzi che l'appello del Papa, che giustamente richiamano l'attenzione sulla persecuzione dei cristiani , contengono due omissioni. Una è  quella del nome dell'unico paese del Medio Oriente in cui i cristiani, invece di fuggire, aumentano, ovvero Israele. L'altra è quella della causa idelogica delle persecuzioni. Tutte quelle riferite nell'articolo avvengono in paesi islamici. Non c' entrerà qualcosa l'islam ?
L'articolo di Galeazzi, inoltre, contiene una menzogna. Non è vero, infatti che "
in Egitto i cristiani sono finiti sotto attacco, in particolare dopo la destituzione dell’ex presidente Mohamed Morsi, salito al potere nel 2012 dopo la vittoria elettorale dei Fratelli Musulmani". E' proprio sotto Morsi, al contrario, che la persecuzione anticrististiana è aumentata, istigata e guidata dal partito islamista al potere. Il governo militare, laico, di Al Sisi costituisce per i cristiani egiziani una garanzia di sicurezza. Un ritorno al potere dei Fratelli Musulmani  rappresenterebbe invece una catastrofe.


Manifestazione per i cristiani perseguitati dagli islamisti

Di seguito, l'articolo:


Giacomo Galeazzi

Un «Ave Maria» per l’Iraq in fiamme. Ieri all’Angelus il Papa ha invitato i fedeli a pregare «per la cara nazione irachena» e in particolare per «le molte persone, tra cui tanti cristiani, che hanno dovuto lasciare la propria casa». Ha espresso «viva preoccupazione» auspicando «un futuro di riconciliazione e di giustizia» per una terra che ha visto il padre dei tre monoteismi Abramo aprire una nuova epoca dell’umanità.
Proprio da Ur dei Caldei voleva iniziare il Giubileo Karol Wojtyla che per primo mise in guardia l’Occidente da un intervento militare nel Golfo, proprio come nove me si fa Bergoglio si è opposto nove mesi fa ai raid Usa sulla Siria, dove a causa della guerra civile e all’avanzata di gruppi estremisti come il Fronte al-Nusra e lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante è cresciuta l’influenza dell’islamismo radicale e di conseguenza le persecuzioni contro i cristiani. Il rapimento delle suore di Maalula (l’antica città dove si parla ancora l’aramaico) e le fosse comuni a Sadad sono stazioni di una «Via Crucis» infinita. Molti cristiani stati costretti alla fuga in Libano e negli altri paesi confinanti al punto che, dopo oltre tre anni di guerra civile, in Siria i cristiani sono il 5% della popolazione. Erano il 15% prima dello scoppio della rivolta anti-Assad. Anche in Egitto i cristiani sono finiti sotto attacco, in particolare dopo la destituzione dell’ex presidente Mohamed Morsi, salito al potere nel 2012 dopo la vittoria elettorale dei Fratelli Musulmani. Dopo l’intervento delle forze armate che hanno arrestato Morsi, sono aumentati in modo esponenziale gli attacchi contro i cristiani, come confermato anche dalla commissione di esperti incaricata dal Consiglio nazionale per i diritti umani di fare il punto sulla situazione dei copti nel paese. I membri della minoranza religiosa subiscono molte violenze, soprattutto nei governatorati di Luxor, Sohag e Assuan. Il documento parla in di rapimenti, incendi appiccati alle abitazioni dei copti, vandalismo contro i loro negozi, ostacoli alla pratica dei loro riti religiosi. Ma la situazione per i cristiani è drammatica anche in Iran e soprattutto in Iraq, dove oggi i caldei rappresentano solo l’1% della popolazione. Qui i cristiani sono finiti sotto attacco a Baghdad nel giorno di Natale (37 morti). Il caso di Meriam Yahia Ibrahim ha scosso le coscienze, ma la drammatica storia della 27enne cristiana sudanese condannata a morte per apostasia è solo la punta di un iceberg e accende i riflettori sulle condizioni in cui vivono i cristiani in decine di paesi africani e asiatici. Secondo un recente rapporto dell’ong americana «Open Doors», nell’ultimo anno la persecuzione contro i cristiani è aumentata globalmente, in particolare in Africa. Nel nord-est della Nigeria (il «paese più pericoloso per i cristiani») si moltiplicano le stragi del gruppo estremista Boko Haram.
«L’allarmante aumento della violenza contro i cristiani in Nigeria negli ultimi mesi mette in evidenza l’assenza di libertà religiosa nel paese», commenta il presidente dell’ong David Curry. Quella di Boko Haram è una vera offensiva contro i cristiani su larga scala. L’attacco più eclatante è avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 april, quando alcuni miliziani della setta salafita hanno rapito 270 ragazze, prelevandole dal campus di una scuola di Chimbok. Le ragazze, costrette a convertirsi all’islamismo, sono state forzate a sposarsi con i miliziani del movimento estremista. Dal Sudan alla Siria, dalla Nigeria all’Iraq si estende il «campo di battaglia per le Chiese cristiane nel terzo millennio».

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