Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 12/06/2014, a pag. 3, l'articolo dal titolo "Le sfide del presidente Rivlin".
Segnaliamo la chiusura del pezzo, nella quale si legge che il ministro dell'Economia dell'Anp, Mohammed Shtayyeh, commentando l'elezione del nuovo presidente d'Israele "ha sottolineato che Rivlin «è stato eletto tra le fila di una formazione politica che rifiuta la pace». Non è vero che il Likud, il partito di Reuven Rivlin, sia "contro la pace", per cui l'affermazione di Shtayyeh (membro di un governo che, comprendendo i terroristi di Hamas, è realmente contro la pace) non ha "sottolineato" nulla. Piuttosto, ha deliberatamente deformato la realtà.
Nell'ultima frase si legge poi che "un razzo partito dalla Striscia di Gaza ha colpito, senza fare vittime, il territorio israeliano". I razzi non "partono" dalla Striscia di Gaza, vengono lanciati dai terroristi contro la popolazione civile. Se non fanno vittime e colpiscono solo "il territorio", lo si deve al caso o alle misure di protezione predisposte da Israele.
Di seguito, l'articolo:
Mohammed Shtayyeh, ministro dell'Economia dell'Anp
Lancio di razzi da Gaza
Tel Aviv, II. «Mi attendo una cooperazione con il presidente eletto per l'unità del popolo israeliano». Ha usato queste parole il primo ministro Benjamin Netanyahu per salutare l'elezione di Reuven Rivlin alla carica di capo dello Stato di Israele. Rivlin ha ricevuto anche le congratulazioni del presidente statunitense, Barack Obama, che ha inoltre reso omaggio al predecessore, Shimon Peres, che «ha dedicato tutta la sua straordinaria vita alla pace e non vedo l'ora di dargli il benvenuto a Washington, alla fine del mese, dove riceverà la medaglia d'oro del Congresso». Non sarà certo un compito facile quello di Rivlin, chiamato a gestire la situazione di forte tensione nella quale Israele si ritrova: oltre alla guerra nella vicina Siria, il negoziato con i palestinesi è bloccato da quasi due anni e anche i rapporti con Washington, dopo i recenti annunci di nuovi insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme est, sono particolarmente tesi. A ciò si aggiungono le spaccature interne alla politica israeliana. «È una vittoria del Likud» ha commentato Netanyahu, sottolineando l'appartenenza del nuovo presidente al suo stesso partito. E tuttavia, la stampa israeliana e internazionale non manca di sottolineare che i rapporti tra Rivlin e Netanyahu sono stati molto tesi in passato. «Da oggi — ha dichiarato a caldo il nuovo capo dello Stato — non sarò più un uomo del mio partito, il Likud, ma un uomo di tutto il popolo; mi levo di dosso i panni dell'uomo politico. La mia residenza — ha aggiunto — sarà aperta a tutti: dalla destra nazionalista alla estrema sinistra». Rivlin ha precisato di non voler intervenire come presidente nelle decisioni politiche: «Non interverrò nelle scelte della Knesset; i deputati decideranno della pace e dei confini d'Israele» perché «non tocca ai presidenti il compito di determinare gli accordi fra Israele e i palestinesi, e il mondo arabo, ma quello di creare un ponte fra le opinioni, facilitare il dialogo e la comprensione». Settantaquattro anni, Rivlin sarà il decimo capo dello Stato israeliano. Il mandato dura sette anni. Già presidente della Knesset, è un esponente storico della destra israeliana vicina al movimento dei coloni. Stando a quanto riferiscono i commentatori, Rivlin ha un buon rapporto con la minoranza araba in Israele, anche se si oppone alla creazione di uno Stato palestinese autonomo e sovrano. Da parte sua la dirigenza palestinese preferisce attendere le mosse del nuovo presidente. «Siamo abituati a giudicare i politici israeliani per quello che fanno e non per la posizione che occupano» ha detto il ministro dell'Economia del nuovo Governo di unità nazionale, Mohammed Shtayyeh. Ma al tempo stesso ha sottolineato che Rivlin «è stato eletto tra le fila di una formazione politica che rifiuta la pace». E questa mattina un razzo partito dalla Striscia di Gaza ha colpito, senza fare vittime, il territorio israeliano.
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