Gentilissima Redazione, mi dispiace sinceramente che Rai3 abbia rovinato al Prof. Volli la preghiera per la pace nei Giardini Vaticani. Io l'ho seguita per intero su TV2000 (canale 28 del Digitale terrestre), dall'arrivo del Presidente Peres verso le 18.10 o 18.15 fino all'ingresso del Papa, del Patriarca Bartolomeo, di Peres e di Abbas in un edificio (credo la Casina di Pio IV) per un colloquio a porte chiuse dopo la preghiera, poco prima delle 21. Nessun commento ha coperto le preghiere o i discorsi, di cui veniva data via via la traduzione in italiano. Da cattolica credente, ho molto apprezzato letture e preghiere, soprattutto ebraiche e cristiane (per quelle musulmane non so come vengano interpretate dai musulmani, ma i testi erano belli). Mi piacerebbe conoscere le opinioni e anche le immediate reazioni emotive di altri spettatori dell'evento e, in particolare, di quelli non cristiani. Penso che gli israeliani e chiunque ami Israele abbia di che essere contento: chi, se non il Papa, poteva costringere Abbas ad ascoltare in silenzio, di fronte a testimoni e in diretta televisiva, il Salmo 147 ("il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi di Israele", "(Egli) annunzia a Giacobbe la sua parola, le sue leggi e i suoi decreti a Israele. Così non ha fatto con nessun altro popolo")? Faccia e parole di Abbas, purtroppo, non inducono all'ottimismo, anzi mi sono parse confermare, se necessario, la convinzione del Papa della necessità di implorare da Dio la volontà e capacità di perseguire la pace. Comunque, dal punto di vista delle pubbliche relazioni e della simpatia, penso che Israele possa essere più che soddisfatto del suo presidente uscente. Un'ultima nota positiva: nei commenti in Studio di TV2000 (fatti nei momenti degli incontri a porte chiuse e dei trasferimenti), è stato evidenziato, ed ampiamente spiegato, che il problema maggiore per la pace è che i palestinesi devono decidere se davvero la vogliono, perchè Hamas, appoggiando la formazione del nuovo governo palestinese, non ha affatto rinunciato al suo obiettivo statutario di annientamento di Israele. Nessuna menzione, almeno dalle 18.15 in poi, di costruzioni israeliane e simili.
Con i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca
risponde Ugo Volli:
Gentile lettrice,
il problema dal mio punto di vista non è nella bellezza della cerimonia o dei testi, ma il suo significato politico, che accredita Abbas come un partner per la pace proprio nel momento in cui si allea con Hamas, movimento terrorista non pentito. Mentre si svolgeva la cerimonia in Vaticano, da Gaza veniva lanciato un missile diretto a una città israeliana, Ashqelon: il problema è simbolizzato da questo fatto. E' inutile dire belle parole sulla pace (quelle di Abbas fra l'altro non sono state affatto belle, ha escluso gli ebrei dalla sua immagine di pace), se non si abbandona davvero il terrorismo, se non si accetta il diritto dell'altro a vivere in pace. Israele accetta di convivere in pace con uno stato arabo, musulmano, palestinese; l'Autorità Palestinese ha rotto le trattative per non riconoscere che Israele è lo stato della nazione ebraica.
Cordialmente u.v.