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La Stampa Rassegna Stampa
10.06.2014 Le Pen: piccola lite più che una guerra
Cronaca di Aline Arlettaz

Testata: La Stampa
Data: 10 giugno 2014
Pagina: 12
Autore: Aline Arlettaz
Titolo: «Antisemita, conformista, scoppia la guerra dei Le Pen»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 10/06/2014, a pa.12, con il titolo " Antisemita, conformista, scoppia la guerra dei Le Pen " di Aline Arlettaz.
Più che una guerra, ci pare una lite in famiglia, tra un padre che si rifiuta di cancellare il suo ripugnante passato e una figlia che invece ha capito che su quel passato è meglio stendere un velo, senza però rinnegarlo, re-interpretandolo, perchè è così che si allarga l'elettorato. Se questo è la nuova politica moderata, con le sue propaggini italiane, tempi bui sono in arrivo. Se la resistenza attiva all'invasione islamica in Europa sarà delegata a forze politiche come il FN, la guerra sarà perduta sin dall'inizio.

Ecco l'articolo:


Le Pen padre e figlia     con Matteo Salvini e Farage (manca Grillo)

Jean-Marie Le Pen è abbonato alle dichiarazioni sensazionali, offensive e razziste. Nel ej1987 aveva spiegato che le camere a gas erano «un dettaglio della storia». L'anno successivo s'era cimentato in un discutibile gioco di parole sul nome del ministro della Funzione pubblica Michel Durafour, parlando di «Durafour crematorio» (four in francese significa forno, ndt). Di recente, pochi giorni prima delle elezioni europee, ha spiegato che nella lotta contro l'esplosione demografica, «il virus Ebola potrebbe risolvere il problema in tre mesi». Si pensava che, dopo aver affidato la guida del Fronte Nazionale alla figlia e tenendo conto dell'orientamento più civile dato da quest'ultima al partito da lui fondato nel 1972, avrebbe rinunciato agli eccessi antisemiti. Nulla del genere. Sabato sera in un video diffuso sul sito del partito, dove pubblica settimanalmente il suo «Diario», ha attaccatogli artisti che lo combattono. Compreso un cantante e attore molto popolare, Patrick Bruel, che è ebreo, e contro il quale ha annunciato, «la prossima volta si farà un'infornata». Il video, inizialmente a libero accesso, ma rapidamente rimosso dalla Rete, ha suscitato una protesta pubblica. II primo a reagire è stato il compagno di sua figlia, Marine, Louis Aliot vice presidente del Fn, che non ha esitato a parlare di «una brutta frase di troppo», di dichiarazioni «stupide e sconcertanti». L'avvocato e deputato del Fronte, Gilbert Collard, vicino a Marine, ha detto che i commenti erano inaccettabili e intollerabili». Ma la reazione che tutti aspettavano era quella di Marine Le Pen. Da quando ha preso le redini del partito, nel 2011, non ha mai fatto sortite antisemite, preferendo concentrare i suoi attacchi contro gli immigrati. Marine punta, in effetti, a demonizzare il partito e si è messa in conflitto con gli attivisti tradizionali più estremisti e radicali. Non ha esitato a espellere quelli che si erano presentati con svastiche o un candidato che in un'elezione locale aveva paragonato il ministro della Giustizia, la signora Taubira, originaria della Guyana, a una scimmia. Si è circondata di giovani, molto a destra, ma spesso usciti dalle migliori scuole. Domenica Marine ha condannato con misura la dichiarazione del padre, spiegando che era «un errore politico» ma che probabilmente «il significato dato al suo intervento era frutto di un'interpretazione malevola». Ha aggiunto che il Fn «condanna con massima fermezza ogni forma di antisemitismo di qualsiasi natura». Immediatamente il padre, alla radio e alla tv, ha ne ,r to di aver fatto dichiarazioni antisemite. Soprattutto, senza nascondere la sua collera, ha criticato la figlia, «allineata al pensiero unico», ricordando che è presidente onorario a vita del Fronte nazionale e che lui, personalmente, non aveva ereditato nulla. Bell'ambientino... Gli psicoanalisti faranno salti di gioia nell'analizzare e nell'interpretare le parole del padre e della figlia. Ma gli attacchi di Jean-Marie Le Pen mostrano il suo desiderio di restare alla ribalta, lui che, a 85 anni, è messo in ombra dalla figlia, e di difendere la linea politica tradizionale dell'estrema destra francese, antisemita ossessionata dagli eventi della Seconda guerra mondiale. Marine, invece, ha deciso di andare al potere e intende cambiare il Dna del partito. Non vuole parlare del passato, ma del presente. Attacca l'Europa e la «minaccia islamica», difende la Repubblica, la laicità e persino lo stato sociale, ma riservato ai francesi: questo è anche uno dei motivi del suo successo tra le classi popolari. Può essere, anche, che smarcandosi dall'ultima provocazione del padre, cerchi di rafforzare le sue possibilità di formare con la Lega Nord al Parlamento europeo un gruppo populista, si, ma un po' più «rispettabile». In breve, il conflitto tra i Le Pen, padre e figlia, è politico, ma anche edipico. (Traduzione di Carla Reschia)

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