Sono sempre stato amico di Israele, degli ebrei e dell’ebraismo, ma prima di tutto sono cristiano e cattolico. Mi fa quindi molto male leggere nella negli articolei, nella rubrica dei lettori e nelle risposte, continue offese, parole sprezzanti, ecc. nei confronti della Chiesa (che non è solo il Vaticano, ma l’intera comunità dei credenti in Gesù Cristo) e dei cristiani. Se un conto è criticare le singole persone o le singole situazioni, generalizzare classificando TUTTA la Chiesa (perché quando si scrive “LA CHIESA” si intende TUTTA la CHIESA) come antisemita, persecutrice degli ebrei da sempre, filo islamica ecc., e quindi nemica di Israele e degli ebrei, fa il paio proprio con l’antisemitismo, secondo il quale TUTTI gli ebrei, da sempre, sono classificati secondo i noti deprecabili clichè. Quindi, quando leggo certe cose su IC, e ne leggo sempre più di frequente, mi sento come, penso, si senta un ebreo quando viene appellato con odio solo perché facente parte di un popolo, come io faccio parte del popolo cristiano. Non credo che l’amicizia possa fondarsi su queste basi. p.s. Approfitto per sottolineare che poiché dite sempre che IC non si occupa di questioni religiose, ma non perdete occasione di parlare di Gesù e del Cristianesimo quando c’è da parlarne negativamente, mi permetto di suggerirvi di evitare l’ argomento, sul quale non mi sembrate in genere, molto preparati. Cordialmente
S.Borgianni ************************
Mi dispiace, ma questa volta vi colgo in castagna. Vero è che NON TUTTI gli ebrei hanno crocifisso Gesù, ma soltanto quei pochi facinorosi che davanti al pretorio di Pilato ne chiedevano a gran voce la crocifissione, anzi, chiedendo che al suo posto si liberasse un assassino chiamato Barabba (letteralmente: "Figlio del Padre": nomen omen!). E fu il primo liberato dal sacrificio di Gesù. I Romani furono soltanto gli esecutori materiali, ma non l'avrebbero fatto se non fossero stati istigati dal sinedrio capeggiato da un certo Caifa, che non dovrebbe esservi sconosciuto. Infatti, Pilato aveva cercato in tutti i modi di liberarlo, ma essendo un debole, si era lasciato ricattare dalla minaccia del sinedrio: "Se non uccidi costui non sei amico di Cesare". Quindi non c'entra il cosiddetto "antigiudaismo cristiano di 2000 anni". Mi dispiace, ma qui siete voi che vedere il razzismo dove non c'è. Erano dunque quei pochi ebrei assoldati dal sinedrio, ma NON TUTTI GLI EBREI! Il che segna una bella differenza. Malgrado ciò, con tutto il mio amore per Israele.
Shalom Mario Salvatore Manca di Villahermosa
IC non entra in disquisizioni 'prettamente' religiose, a meno che non c'entrino antisemitismo o anti-sionismo. Ciò detto, vorremmo che le polemiche non uscissero fuori dal seminato. Quando scriviamo di 2000 anni di ostilità della Chiesa verso gli ebrei - prima definito anti-giudaismo, poi anti-semitismo- ci riferiamo a fatti storici sui quali nemmeno più la stessa Chiesa discute. Si vedano le parole di Papa Woytila quando chiese scusa agli ebrei 'per tutto il male che vi abbiamo fatto' davanti al Muro Occidentale, detto anche muro del pianto. Non vediamo perchè un cattolico dovrebbe sentirsi offeso per dei fatti realmente accaduti. L'uccisone di Gesù ad opera degli occupanti romani avvenne prima dell'avvento del cristianesimo, non capiamo dunque il motivo della citazione. Sulle dichiarazioni del Sinedrio non esiste una versione ufficiale, ma solo interpretazioni, va da sè che uno sceglie quella che è più vicina alle proprie convinzioni. Ripetiamo, IC non si occupa di fede, ma di storia moderna. Ci dispiace se qualcuno si può sentire offeso, ma criticare la Chiesa (con la C maiuscola) non significa mettere il segno negativo sull'intero cristianesimo/cattolicesimo. Se ne criticano alcuni aspetti. Se così non dovesse essere, dovremmo abdicare a una delle maggiori conquiste della modernità: la libertà di pensiero. Per maggiori informazioni si consiglia le lettura del libro di Chaim Cohn "Processo e morte di Gesù", pubblicato in Italia da Einaudi. IC redazione
Il commento di Ugo Volli:
Gentile lettore, non mescoliamo il sacro (o le tragedie storiche) con le castagne. Lei riproduce la tradizionale versione giudeofoba dei fatti, che non è credibile storicamente. Una cosa è chiara: il processo è stato fatto dal procuratore romano, la condanna è stata eseguita dai soldati romani, la pena della croce è romana e non ebraica. E' la pena per gli schiavi ribelli a Roma, la stessa applicata a Spartaco. La motivazione, riassunta dal cartello INRI (Iesus Nazareus Rex Iudeorum) evidenzia che si tratta dal punto di vista romano dell'esecuzione di un capo ribelle. Che il governatore romano di una provincia si facesse dettare condanne e assoluzioni dal popolo che opprimeva, è del tutto assurdo per chi conosce appena un po' la durezza dell'occupazione romana non solo in Giudea ma in tutte le province. Altre circostanze raccontate nei vangeli, come il processo notturno nel sinedrio tenuto alla vigilia di Pasqua, contraddicono clamorosamente la legge ebraica. Insomma i Vangeli, che fra l'altro sono piuttosto divergenti fra loro nell'attribuzione della colpa agli ebrei, sono testi sacri della cristianità, ma sono, nell'opinione dei filologi, anche documenti scritti dopo che un'altra rivolta ebraica, quella del 70, dopo che si era consumata la fine dei giudeocristiani e l'aspra separazione dei cristiani e degli ebrei; documenti scritti per marcare questa separazione ed escludere la posizione giudeizzante contro cui polemizza Paolo; soprattutto documenti fatti per tentare di distinguere agli occhi dei romani la posizione cristiana dall'ostinata resistenza nazionale ebraica, che continuò ancora per più di un secolo. Su tutti questi punti vi è una letteratura gigantesca, non solo di parte ebraica, cui la rimandiamo. Per esempio è appena uscito un libro molto interessante, di Reza Aslan, studioso iraniano americano dell'Università di California, oppure alle pagine di "Gesù ebreo" di Riccardo Calimani dedicate a questo tema. Ciò detto, intendiamo chiudere questa discussione, perché Informazione Corretta non si occupa né di storia antica né di religione, ma della politica contemporanea che riguarda il Medio Oriente .