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Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.06.2014 Punti di forza e svantaggi del sondaggio ADL sull’anti-semitismo
Commento di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 giugno 2014
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Punti di forza e svantaggi del sondaggio ADL sull’anti-semitismo»

Punti di forza e svantaggi del sondaggio ADL sull’anti-semitismo
Commento di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)


Il risultato del recente sondaggio globale dall’Anti Defamation League (ADL) sull’anti-semitismo registra 700 anti-semiti per ogni ebreo. Se il miliardo e più di adulti anti-semiti vivessero tutti in un solo Paese, questo sarebbe il più popolato dopo Cina e India. Si tratta anzi di un dato  approssimativo, se vi fossero inclusi anche le giovani generazioni, sarebbe probabilmente il più popolato della terra.

Dobbiamo ringraziare l’ADL per aver organizzato una simile ricerca, che ci ha dato informazioni molto utili. Uno dei contributi più rilevanti è stato quello di aver portato alla luce il diffusissimo anti-semitismo nei territori palestinesi e nel mondo musulmano in generale. Oggi ne sappiamo di più, dopo i vari sondaggi Pew sull’odio diffuso nell’Anp.

Questo studio sull’anti-semitismo in diversi paesi, regioni e religioni va letto con molta attenzione. Una delle domande-chiave riguarda la definizione stessa di anti-semita. I ricercatori dell’ADL avevano posto 11 domande sullo stereotipo anti-semita. Veniva definito tale chi veniva identificato in almeno 6 stereotipi.


Un chierico islamico definisce gli ebrei "discendenti di scimmie e maiali"

Fra le domande non era inclusa, ad esempio “ Credi che gli ebrei siano scimmie e maiali?”, che pure è importante nelle società musulmane. I nazisti ritenevano gli ebrei sub-umani. Chi pensa che gli ebrei siano animali, ha una mentalità estremista simile, non importa quali risposte abbia dato alle 11 domande.

Lo stesso si può dire di un’altra domanda non inclusa, di particolare importanza nel mondo cristiano: “ gli ebrei sono responsabili della morte di Gesù ?” una credenza che fu alla base della rappresentazione degli ebrei  come dei “satana” e che portò alla loro discriminazione, ai pogrom e alle espulsioni. L’immagine così creata dell’ebreo quale “male assoluto” spianò la strada al nazismo e la Shoah.
Secondo lo studio ADL, il 9% degli americani sono anti-semiti, anche se una ricerca dello scorso anno rilevò che il 26% degli americani credeva che gli ebrei avevano ucciso Gesù.

Un altro elemento importante per giudicare l’anti-semitismo di un Paese è il numero degli attacchi anti-semiti, verbali e fisici, però non è stato inserito nel sondaggio.

Il fatto che non era stata inclusa nessuna domanda su Israele ha creato un problema, anche perchè è facile dimostrare come il pregiudizio contro Israele è la nuova versione dell’anti-semitismo. Gli stereotipi tipici dell’odiatore sono estensioni del vecchio anti-semitismo religioso e e nazionalista. L’odio per Israele lo si vede in modo indiretto dalle risposte ‘positive’ alla domanda “gli ebrei sono più leali a Israele che non al paese in cui vivono”. Con il 41% di ‘probabilmente è vero’, questo è lo stereotipo più diffuso nel sondaggio ADL.



L’aver escluso altre domande sui pregiudizi contro Israele porta a considerare erroneamente positivi i giudizi sui Paesi europei. La scala globale redatta da ADL mette la Svezia come il terzo Paese meno anti-semita fra i 102 analizzati con un 4% di anti-semiti, dopo il Laos e le Filippine. Nel 2013, lo studio della ‘European Agency for Fundamental Rights (FRA)’  in 8 Paesi europei rilevò che il 60% degli ebrei svedesi riteneva l’anti-semitismo un problema molto serio. Il 37%  affermava che l’anti-semitismo era molto aumentato negli ultimi 5 anni, mentre il 43% giudicava di poco rilievo la crescita. Il 22% aveva avuto esperienze personali di insulti o attacchi – verbali o fisici – negli ultimi 12 mesi.

Il 60% degli ebrei svedesi non portano in pubblico nulla che li possa far riconoscere come tali, la percentuale più alta fra tutti i Paesi nell’indagine FRA. Malmoe, la terza città svedese, è spesso definita la capitale europea dell’anti-semitismo. Un quadro molto diverso da quello ‘benevolo’ dell’ADL.

Il quarto Paese meno anti-semita – secondo il sondaggio ADL- è l’Olanda. Nel 2011 una ricerca della Università di Bielefeld chiese ai cittadini di 7 Paesi europei se erano d’accordo su questa estrema affermazione anti-semita: “Israele sta conducendo una guerra di sterminio contro i palestinesi”. Il 43% degli interrogati risposero affermativamente.  In Olanda, la percentuale era del 39%. Secondo ADL vi erano quindi meno di 700.000 adulti anti-semiti. Lo studio dell’Università Bielefeld ne aveva calcolati 5 milioni !

La conclusione del sondaggio ci dice che nel Paesi protestanti il livello dell’anti-semitismo è basso, il che pare poco credibile. E’ molto più probabile che nei Paesi dove avvenne la Shoah e in quelli vicini, l’anti-Israelismo abbia semplicemente sostituito l’anti-semitismo classico.

Numerosi vescovi luterani svedesi e norvegesi sono in prima fila tra gli odiatori di Israele. Il movimento giovanile cristiano YMCA è schierato per il boicottaggio totale di Israele ed è alla guida in tutto il mondo delle varie iniziative di delegittimazione. Anche le chiese inglesi metodiste e anglicane sono sulla medesima linea.

Ci auguriamo che in futuro ADL possa continuare a intraprendere sondaggi di questo tipo, includendo però fra le domande gli argomenti che abbiamo segnalato. Solo così avremo una visione realistica dell’anti-semitismo globale.


Manfred Gerstenfeld è presidente emerito del  “Jerusalem Center for Public Affairs” di Gerusalemme. Ha pubblicato più di 20 libri. E’ stato di recente ristampato il suo libro “ Israel’s New Future” con una nuova introduzione e il nuovo titolo di “Israel’s New Future Revisited”.
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