Riprendiamo da DOMENICA/ILSOLE24ORE di oggi, 01/06/2014, a pag.33, con il titolo "Luciano Tas, l'idea laica dell'ebraismo", il ricordo di Stefano Folli in morte di Luciano Tas.
Il 27/05 la pagina di IC: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=53573
Stefano Folli Luciano Tas
L' «Officina»di questa settimana non parlerà di un libro di un saggio, ma è dedicata al ricordo di Luciano Tas, una straordinaria figura di intellettuale e uomo d'azione. Tas ha dedicato l'intera vita - una vita avventurosa, scandita da atti di coraggio - alla difesa della causa laica dell'ebraismo, opponendo i valori civili della tolleranza e della democrazia liberale alla deriva dell'intolleranza e al pregiudizio in cui troppo spesso affioravano gli stereotipi antisemiti. Allora come oggi. La comunità ebraica italiana deve tanto alla passione di Luciano Tas e a quel gioiello che è stato negli anni più difficili la rivista «Shalom», diretta dalla moglie Lia Levi, a sua volta apprezzata scrittrice e saggista. Le battaglie di «Shalom» hanno difeso e salvaguardato alcuni principi di fondo che rischiavano di essere spazzati via nel fuoco di polemiche che hanno investito, come sappiamo, il diritto alla vita di Israele dalla guerra dei Sei Giorni nel'67 in poL C'era stata in precedenza la guerra d'indipendenza del '48, ma era un altro scenario internazionale. Nel '67 e negli anni successivi si vive un dramma coincidente con la frattura fra Israele e la sinistra europea e italiana, quest'ultima sensibile - tranne rilevanti eccezioni - alle ragioni della politica di potenza sovietica. Per tanti ebrei è un trauma, una ferita che è destinata a non rimarginarsi facilmente. Negli anni della Seconda guerra mondiale l'Urss era vista come l'antemurale contro il nazismo, in seguito Mosca era stata la prima capitale a riconoscere il governo di Israele. Tas già non aveva più illusioni, aveva abbandonato il Pci nei primi anni Cinquanta ma il divorzio fra Israele e la sinistra di derivazione marxista fu un evento sconvolgente. Ecco allora la lunga battaglia in difesa degli ebrei russi e del dissenso democratico in Urss, spesso due volti della stessa medaglia. Come era ben testimoniato in quegli anni anche da un'altra voce che merita il ricordo, quella di Lia Wainstein. Tas si mosse sempre, con la forza delle sue opinionie senza paura di restare in minoranza, nel solco di una sinistra laica e riformatrice, in quell'ambiente intellettuale che si era riconosciuto nelle pagine del «Mondo» e che aveva poi trovato un'altra casa nella «Voce Repubblicana» di Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini.
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