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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.05.2014 Come è andata è tutto da verificare: adolescenti palestinesi arrestate per aver rubato in un frutteto
la cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 maggio 2014
Pagina: 19
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Quelle bimbe arrestate sulla collina dei ciliegi»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/05/2014, a pag. 19, l'articolo di Davide Frattini dal titolo "Quelle bimbe arrestate sulla collina dei ciliegi".
L' episodio dell'arresto di alcune adolescenti e preadolescenti palestinesi per un furto in un frutteto dovrebbe essere contestualizzato. I rappresentanti degli insediamenti denunciano da tempo il moltiplicarsi di furti ideologicamente motivati e il rischio, già concretizzatosi,  che sfocino nella violenza e persino nell'omicidio 
( vedi in proposito il seguente link: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/174384 ).
E' comunque sempre difficile formarsi un'opinione equilibrata su episodi come quello riferito nell'articolo di Frattini, perché le autorità israeliane prima di esprimere un giudizio predispongono un'indagine, per cui le uniche notizie che vengono date alla stampa sono quelle di fonte palestinese. Alle quali si aggiungono quelle di ONG israeliane come B' Tselem, la cui credibilità è al di sotto del più basso livello. Ma questo è sufficiente a scatenare immediatamente i comunicati di intellettuali e politici ripresi poi nelle varie corrispondenze in base a un più che ovvio diritto di cronaca
( per un esempio di come nascono e si diffondono false notizie che contribuiscono a delegittimare Israele, si veda il seguente link:   http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=53611   )

A destra, in alto, il logo di B 'Tselem: un'arma israeliana nelle mani della delegittimazione di Israele


Ecco l'articolo:


Davide Frattini
 
È la strada sabbiosa che percorrono per andare e tornare da scuola. Ogni giorno degli ultimi dieci anni hanno camminato sotto la scorta dei soldati israeliani che dovrebbero proteggerli da altri israeliani. I coloni dell'avamposto di Maon non vogliono che i bambini e le bambine palestinesi passino da quelle parti, a fianco dei loro campi coltivati sulle colline a sud di Hebron. Si schierano, mascherati, aspettano il piccolo convoglio pronti ad attaccare, lanciano pietre e blocchi di cemento, contro gli studenti e contro i militari. Due giorni fa hanno scelto un'altra tattica intimidatoria: accusare quattro ragazzine di aver colto qualche ciliegia da un podere recintato. Le hanno bloccate, hanno aspettato il blindato dell'esercito. «Furto» hanno detto ai soldati che le accompagnavano e «furto» hanno ripetuto loro nella radio della jeep alla polizia. Che è arrivata e ha portato Inshira,11 anni, Randa (12), Noor (13), Dalai (15) nella caserma di Kiryat Arba. Sono stage rilasciate solo nel pomeriggio, dopo quasi sette ore, dopo le telefonate e gli avvertimenti degli attivisti di B' Tselem, organizzazione israeliana per i diritti civili. «La più piccola — spiega l'avvocata Gaby Lasky — non poteva essere interrogata, è illegale anche per i territori occupati. Dalai, la più grande, è sordomuta». Randa e Noor vivono dentro una grotta, come la maggior parte delle quindici famiglie dei villaggi di Tuba e Maghayer al Abeed. Il padre, Shehadeh, è pastore, in questi anni è stato attaccato dai coloni, l'acqua del suo pozzo avvelenata, le pecore ammazzate. «Le hanno lasciate senza cibo per tutto il giorno — dice —. Anche i poliziotti palestinesi ai quali sono state consegnate verso sera le hanno prese in giro, hanno promesso un pollo arrostito ma era una battuta. L'Autorità di Ramallah ci ha abbandonati, ci aiutano solo i volontari israeliani, americani e italiani». Le violenze degli estremisti ebrei hanno spinto nel 2004 il parlamento israeliano a intervenire per tentare di dare un minimo di protezione almeno agli scolari. «Non è sufficiente se poi i soldati obbediscono agli ordini dei coloni — scrive Zahava Gal-On, deputata di Meretz, sulla sua pagina Facebook —. Trattengono quattro bambine per un pugno di ciliegie e non arrestano i prepotenti che le attaccano». Le colline a sud di Hebron — la città è sacra agli ebrei perché qui si trova la Grotta dei Patriarchi — restano una delle aree più complicate in Cisgiordania. Sei settimane fa alcune ragazze palestinesi erano state picchiate dai coloni sulla stessa strada senza che i militari intervenissero. Nel 2006 trenta artisti e intellettuali israeliani avevano lanciato un appello all'allora premier Ehud Olmert perché fermasse gli aggressori. I romanzieri Amos Oz, David Grossman, Saed Kashua, Meir Shalev, il filosofo Avishai Margalit, l'attrice Gila Almagor e il musicista Ehud Banai scrivevano: «Il diritto all'educazione è un diritto umano fondamentale che lo Stato d'sraele ha la responsabilità di tutelare. Le autorità devono applicare la legge contro i coloni di Maon».

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