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Botta e risposta tra un lettore e Bruno Manfellotto 26/05/2014

Pubblichiamo di seguito una lettera al direttore dell'ESPRESSO Bruno Manfellotto, a proposito della suo commento sulla storia di Israele trasmesso da RAI STORIA
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=270&sez=120&id=53421.
Segue la risposta di Manfellotto e un nostro commento.

Il commento del direttore de "L'Espresso" Bruno Manfellotto nel servizio http://www.youtube.com/watch?v=CvOk1Fvexzw andato in onda su RaiStoria Il 14/05/2014 in occasione del 66° anniversario della Dichiarazione d'Indipendenza di Israele è prevenuto, tendenzioso, fortemente inesatto e cialtronesco.

Ma non c'erano storici più preparati dell'ex direttore de "Il Tirreno" su di un argomento così delicato?

Alessandro Prosperi

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Egregio signor Prosperi,


la ringrazio per la franchezza con la quale esprime il suo dissenso, anche se ricorre a toni offensivi.

Due minuti sono troppo pochi per una storia lunga e complessa come questa, e a me si chiedeva - da cronista, non da storico - di raccontare un giorno, quel giorno, in pochi secondi. Ma non mi sembra di aver ecceduto né di qua né di là: a questo proposito le trasmetto il testo che ho letto.

Grazie dell'attenzione.
bm.

"Nel 1947 le Nazioni Unite affrontano il problema degli ebrei scampati alle persecuzioni razziali e ai campi nazisti, intenzionati a tornare nella Terra Promessa, nella Palestina già in parte abitata da arabi.

   Alla fine dell’anno, con la risoluzione n. 181 l’assemblea generale dell’Onu divide in due la Palestina, di qui gli arabi, di là lo Stato ebraico.

   La proposta non convince del tutto gli ebrei ed è addirittura respinta dagli arabi che organizzano scioperi e sommosse antiebraiche. Intanto l’esercito israeliano si arma perché il 15 maggio 1948, data fissata dall’Onu come nascita dei due stati, Israele disponga pienamente dei suoi territori: e infatti i militari israeliani cominciano a espellere gli arabi: nasce il primo nucleo di 700mila rifugiati palestinesi.

    Gli americani tentano una mediazione per un “cessate il fuoco”; ma Ben Gurion, presidente del governo ombra israeliano e futuro premier, la rifiuta.

     La Gran Bretagna, da 25 anni in Palestina su mandato della Società delle nazioni che poi diventerà Onu, giudica impossibile un accordo sulla base di quella risoluzione e perciò lascia la Palestina addirittura in anticipo, il 14 maggio 1948, giorno in cui viene proclamato lo Stato di Israele.

    L’indomani gli eserciti di Egitto, Siria, Libano e Iraq attaccano il neonato Stato di Israele. A giugno l’Onu propone una tregua, che però Israele utilizza per rafforzare l’esercito. Da allora sarà guerra infinita. Sessantasette anni dopo non si può ancora dire conclusa."

Trascrivendo il suo intervento a RAI STORIA Manfellotto non ritiene di doverne correggere nulla. Nella sua ricostruzione, però, manca un elemento fondamentale: il fatto che le forze arabe volevano semplicemente distruggere Israele. Quest'ultimo si difendeva. Le responsabilità del conflitto non possono essere equamente ripartite tra aggredito e aggressore, come pensa Manfellotto.
IC redazione.


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