Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
L' inganno della svolta 'moderata' del Front National Intervista a Bernard Henry Levy
Testata: Corriere della Sera Data: 26 maggio 2014 Pagina: 21 Autore: Stefano Montefiori Titolo: «Il pericolo adesso è lo smantellamento del sogno europeo»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/05/2014, l'intervista di Stefano Montefiori a Bernard Henry Levy, dal titolo "Il pericolo adesso è lo smantellamento del sogno europeo"
Bernard Henry Levy Marine Le Pen
«Me lo aspettavo, ma sono sotto choc lo stesso. La vittoria del Front National non è solo un terremoto, è una vergogna. Per la Francia, per i francesi, per noi tutti, quello che succede stasera è una vergogna. Siamo lo zimbello dell’Europa». Il filosofo Bernard-Henri Lévy, che negli ultimi anni non ha mai esitato a denunciare con forza il pericolo rappresentato da Marine Le Pen e dal falso, secondo lui, «nuovo corso» del Front National, non riesce a trattenere lo sdegno. All’Europa, alla crisi e alla possibile rinascita del sogno europeo ha dedicato una pièce teatrale che verrà rappresentata a Sarajevo il prossimo giugno, nei giorni del centenario della Prima guerra mondiale, e poi alla Fenice di Venezia. «Il primo partito di Francia è un partito neofascista», dichiara Lévy. «Un partito pieno di banditi, un partito che ha come dirigenti in molti casi degli analfabeti politici, gente che non ha la minima idea di che cosa sia un programma. Sono atterrito». L’opera di sdoganamento di Marine Le Pen alla fine è riuscita. «Sì, la classe politica è caduta nella sua trappola. Si è troppo creduto alla presunta demonizzazione del Front National e dei suoi elettori, e così i politici francesi hanno abbassato la guardia. Si sono arresi completamente, proprio mentre il Front National tesseva la sua tela e si apprestava a trionfare». Chi ha maggiori responsabilità? Chi è stato più debole? «La destra e la sinistra sono ugualmente responsabili. La sinistra, perché ha strumentalizzato il Front National per indebolire la destra. La destra, perché ha rinunciato alla barriera impermeabile che la separava dall’estrema destra. Si sono messe entrambe sul terreno del Front National, hanno accettato di giocare sul suo campo». In che modo? «Guardiamo per esempio alla campagna elettorale che si è appena conclusa. Nessuno ha osato parlare dell’Europa, nessuno ha osato rivendicare una scelta europeista coerente e convinta. A destra come a sinistra erano bloccati dalla paura, dal terrore di fornire ulteriori armi al Front National. Ed è proprio così che gli hanno fornito altre munizioni, è così che Marine Le Pen si è assicurata la vittoria questa sera». Lei ha sempre scritto nei suoi articoli che la svolta apparentemente moderata e moderna di Marine Le Pen era un inganno. E nell’ultimo comizio a Parigi, domenica scorsa, Marine Le Pen ha pronunciato parole contro di lei. Si sente lasciato solo nella lotta contro il Fn? «Io faccio il mio dovere e continuerò a farlo. Se siamo in pochi, non posso che accettarlo. Ma in tanti avranno un amaro risveglio. Quanto all’essere attaccati da una Marine Le Pen, stia certo: per un vero democratico, per un vero amante della Francia, è un onore». Quali conseguenze concrete avrà questo risultato, al di là del valore simbolico? Ci saranno effetti reali per la Francia e per l’Europa? «Sì, naturalmente. Stiamo distruggendo una costruzione europea che si è fatta nel dolore, e che malgrado tutto ha conosciuto dei veri successi. Qualcosa che stasera si sta disfacendo. E poi, in Francia, penso che non respireremo più la stessa aria a partire da stasera. Vedrete, tra loro ci sono mascalzoni. Mostreranno un’arroganza, una violenza verbale, che voi non immaginate neppure. Nel discorso alla televisione di Marine Le Pen, poco fa, c’era un vecchio profumo putschista, un vecchio profumo delle leghe fasciste degli anni Trenta». In che modo può reagire la classe politica francese? «Adesso la questione, ovviamente, è che cosa si deve fare. L’urgenza non è più il fronte repubblicano, il patto tra Ps e Ump per sbarrare la strada al Front National. La priorità adesso è la rifondazione repubblicana. Bisogna rifondare la Repubblica francese, destra e sinistra insieme». Ilpresidente Hollande ha responsabilità dirette? «Tutti hanno responsabilità dirette, tutti. Nessuno può dirsi innocente rispetto a quel che sta succedendo. Detto questo, Hollande deve parlare. Il contratto repubblicano, stasera, è rovinato. Ed è lui, Hollande, a esserne il garante». Crede che Hollande prenderà delle decisioni rapide? «Non vedo che cosa possa fare così rapidamente, ha già cambiato primo ministro, ha già nominato Manuel Valls e non può rinominarlo una seconda volta. D’altro canto, lo ripeto, deve parlare. Deve riaffermare, molto velocemente, i principi fondatori della nostra Repubblica». La dissoluzione dell’Assemblea, chiesta da Marine Le Pen, è una strada possibile, secondo lei? «Io credo che Hollande non lo farà».
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