IC 7 - Il commento di Federico Steinhaus Dal 18/05/2014 al 24/05/2014
Testata: Informazione Corretta Data: 26 maggio 2014 Pagina: 1 Autore: Federico Steinhaus Titolo: «Il commento di Federico Steinhaus»
Il commento di Federico Steinhaus Dal 18/05/2014 al 24/05/2014
Federico Steinhaus
Uno degli argomenti che più hanno destato interesse ed allarme nei giorni passati è sicuramente quello dell’antisemitismo, che da un sondaggio risulta in aumento in quasi tutto il mondo.
Un sondaggio dell’Anti Defamation League ha proposto 11 tra i più diffusi pregiudizi nei confronti degli ebrei chiedendo se li si considerava verosimili: le domande erano chiare e semplici, e le risposte affidabili. E’ pertanto utile focalizzare l’attenzione su questo sondaggio, che fornisce un indice preciso del pregiudizio antiebraico esistente in 102 paesi. E’ vero che pregiudizio non significa necessariamente anche antisemitismo: tuttavia il pregiudizio nei confronti degli ebrei è piuttosto il concime che fa germogliare e crescere l’antisemitismo, e come tale va considerato.
I pregiudizi proposti a 53.000 persone in 93 lingue diverse con la richiesta di dire se li consideravano verosimili erano i seguenti:
Gli ebrei sono più leali verso Israele che verso la nazione in cui vivono; gli ebrei hanno troppo potere nel mondo degli affari; gli ebrei hanno troppo potere nel mondo dei mercati finanziari; gli ebrei parlano troppo di quel che accadde loro durante l’olocausto; gli ebrei si curano solo di quanto accade a loro e non si curano di quanto accade agli altri; gli ebrei hanno il controllo degli affari globali; gli ebrei hanno troppo controllo sul governo degli Stati Uniti; gli ebrei pensano di essere migliori degli altri popoli; gli ebrei sono responsabili di molte delle guerre nel mondo; la gente odia gli ebrei per il modo in cui si comportano.
Nel sito dell’ADL sono riportati ed analizzati in dettaglio tutti i risultati, dei quali riportiamo solamente alcuni tra i più significativi.
Come è intuitivo, i musulmani sono più inclini a considerare vere queste accuse, ma anche tra loro – l’indice di credibilità complessiva dei pregiudizi elencati è del 49% - esistono delle diversità, e mentre nei paesi del Medio Oriente arabo questo indice raggiunge un picco del 75% in Asia è del 37%, nell’Europa occidentale del 29%, nell’Africa subsahariana del 18%. Nei territori palestinesi (inclusa Gaza) l’82% degli interrogati nega la veridicità dell’olocausto ed in Qatar è negazionista il 79%: sono le percentuali più alte fra tutti coloro che nel mondo hanno sentito parlare dell’olocausto.
Meno di metà dei giovani sotto i 35 anni hanno sentito parlare dell’olocausto ed il 32% fra tutti coloro che hanno risposto ritiene che esso sia una leggenda o che comunque le cifre siano esagerate. Il 74% di quanti hanno risposto non ha mai consapevolmente incontrato un ebreo, ed il 18% tra tutti quelli che hanno risposto crede che gli ebrei siano 700 milioni (in realtà sono meno di 14 milioni). I maschi sono più inclini a credere a quei pregiudizi rispetto alle donne (29% e 24%), e le persone che vivono in paesi con una forte minoranza ebraica tendono ad essere meno antisemiti di quanti vivono in paesi in cui ci siano pochi ebrei (22% contro il 28%). Nel mondo il 28% delle persone ritiene che tutti e 11 i pregiudizi siano falsi, ed il 18% ne ritiene corretti solamente uno o due.
Haviv Rettig Gur analizza queste risposte nel loro complesso su Times of Israel per trarne delle deduzioni sociologiche.
Il 52% di tedeschi ed austriaci è stufo di sentir parlare dell’olocausto, ma questa percentuale diminuisce in maniera rilevante se consideriamo le giovani generazioni. E l’antisemitismo cresce proprio in quelle nazioni dalle quali gli ebrei dovettero fuggire o furono cacciati, e nelle quali essi furono uccisi. Anche il rapporto fra antisemitismo e chi non ha mai conosciuto un ebreo è illuminante: il 27% di quanti non hanno mai incontrato un ebreo nutre forti pregiudizi, ed il 77% di quelli che odiano gli ebrei non ne ha mai conosciuto uno.
La conclusione alla quale perviene l’autore di questa analisi indica che l’ebreo non è odiato in sè, ma per quello che rappresenta: la negazione del nazionalismo inteso come una realtà concreta e coesa, la trasversalità dell’essere contemporaneamente partecipe di svariate identità talvolta anche in contrasto fra loro, perfino la sua non riconoscibilità (malgrado le caratteristiche fisiche che gli antisemiti gli attribuiscono). La proiezione delle insicurezze nazionali sugli ebrei, che ne sarebbero i responsabili, porta l’autore a ritenere che persino l’antisemitismo arabo sia dovuto – oltre a cause ovvie quali la guerra contro Israele – alla diffidenza nei confronti della modernità e del progresso e dunque alle proprie contraddizioni interne.
Resta ora un pò di spazio da dedicare all’attualità politica.
Nel corso della sua breve visita in Israele il papa deporrà una corona sulla tomba di Teodoro Herzl. Si tratta di un atto forse ancor più importante della meditazione di Giovanni Paolo II al Muro del pianto, perchè se quello fu un atto di pietas religiosa questo è invece il riconoscimento, atteso per 120 anni, del sionismo come lotta di liberazione e di rinascita del popolo ebraico nella terra dei suoi avi. E’ un peccato sapere che il pontefice incontrerà anche il Muftì dell’Autorità Palestinese Sheikh Muhammad Hussein, che due anni fa affermò che è un dovere di ogni buon musulmano uccidere gli ebrei, che sono nemici di Allah.
Mentre sul fronte ebraico italiano è in corso un’aspra polemica sulla libertà di pensiero e di espressione che viene messa in relazione all’amore per Israele, uno degli analisti un tempo più critici nei confronti dell’Islam e dell’islamismo, Daniel Pipes, ha scritto un lungo articolo per Israel Hayom sull’evoluzione democratica dell’Islam che lui identifica negli avvenimenti grandi e piccoli, spesso solo simbolici, avvenuti nel mondo islamico degli ultimi 5 anni. Questa evoluzione però non tocca la Palestina araba, i cui leaders laici e religiosi continuano a predicare il dovere di uccidere gli ebrei, come ad esempio è avvenuto il 2 maggio scorso nel programma “I pionieri di domani” che è parte dei programmi per bambini della televisione “Al Aqsa” di Hamas http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90