Che succede a Bruxelles
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
a destra: un'immagine del Museo ebraico subito dopo l'attentato
Cari amici,
come probabilmente avete letto, ieri un gruppetto di persone (non un singolo, un pazzo isolato, no, un gruppo ben organizzato http://www.timesofisrael.com/anti-terror-expert-brussels-museum-attack-follows-toulouse-pattern/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter ) ha assalito a fucilate il museo ebraico di Bruxelles, uccidendo tre o quattro persone. In questo momento non si conoscono ancora i dettagli dell'attentato, né l'identità delle vittime né quella degli assassini, e neppure naturalmente il movente del delitto, anche se è facile concordare col ministro degli interni belga che ha subito parlato di attentato antisemita (http://www.jpost.com/Jewish-World/Jewish-News/Report-Three-dead-in-shooting-near-Jewish-museum-in-Brussels-353232 ). Non vi farò la cronaca di questo crimine, non ne ho gli elementi e nenache la voglia. Voglio solo darvi qualche argomento per pensare e una testimonianza personale.
Primo argomento. Bruxelles è la capitale dell'Europa, il Museo ebraico si trova in pieno centro, nel Sablon, una zona molto frequentata a due o trecento metri dalla scenografica Place Royale dove si trovano molti ristoranti, antiquari, negozietti, istituzioni pubbliche. Un posto dunque perfettamente controllato – ma non abbastanza da impedire questa carneficina. Se si va appena un po' più in periferia, per esempio un paio di chilometri più a Sud, dove c'è la Gare du Midi, si arriva in quartieri totalmente islamizzati dove la polizia non entra e gi islamisti fanno quel che vogliono (guardate questi filmati per capire https://www.youtube.com/watch?v=ZDKk15KcqNk ; https://www.youtube.com/watch?v=X0fRs7lE0Jo ; o leggete questo articolo: http://www.barenakedislam.com/2012/06/01/belgium-muslim-riots-break-out-after-muslim-baghead-refused-to-show-face-in-security-check-then-attacked-police-officers/ ) . Ricordo quando una volta mi trovai da quelle parti per una riunione ebraica europea e mi fu detto che era meglio non spostarsi a piedi in quel quartiere.
Secondo argomento. Sapete chi ha fatto tappa da quelle parti una decina di giorni fa, o almeno ci ha provato? Un comico francese chiamato Dieudonné... già quello degli spettacoli antisemiti e della “quenelle” il saluto nazista mascherato. Le autorità hanno proibito il suo spettacolo ma a differenza che in Francia il suo pubblico non si è rassegnato facilmente alla privazione delle sue battute contro gli ebrei. Sono seguiti dei tumulti abbastanza gravi perché la polizia sia stata costretta a usare mezzi drastici (“cannoni ad acqua”) per fermarli (http://www.jpost.com/Jewish-World/Jewish-News/Police-disperse-crowd-after-Belgium-bans-anti-Semitic-French-comedian-event-351322 ). A parte la considerazione che i comici di questi giorni sono in generale spesso un po' turbolenti e violenti, anche questo è un argomento da considerare. Nessuno può accusare uno che fa spettacoli antisemiti di omicidio, ma fra il dire e il fare purtroppo il mare non fa sempre da barriera. Varrebbe la pena di ricordarlo a quel lettore che si vantava di aderire a tutte e undici le frasi test che l'Adl ha proposto per misurare l'antisemitismo, quelli di cui vi ho parlato nella cartolina di martedì scorso (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=53466) . qualcuno inizia a dire che gli ebrei hanno troppo potere sulla finanza, che sono loro a provocare le guerre, che si lamentano troppo della Shoah... e poi qualcun altro, per carità non lo stesso antisemita che dice di non esserlo, si impegna a dar loro una lezione. Fra l'altro, secondo quell'inchiesta, ci sono in Belgio 2,4 milioni di antisemiti, il 27 per cento della popolazione. Non è difficile trovare qualche criminale che abbia voglia di mettere in pratica le sue idee.
L'allarme sull'antisemitismo in Belgio è stato dato da tempo (http://www.jpost.com/Opinion/Columnists/Anti-Semitism-in-Belgium-reaches-new-heights-326993 ), ma evidentemente nessuno ha avuto modo o tempo o voglia di provvedere.
Infine la testimonianza. A parte alcune sedi di istituzioni particolarmente rilevanti, le basi militari e qualche sede diplomatica o qualche banca, solo le sinagoghe, le scuole e perfino le case di riposo ebraiche sono sistematicamente difese dalle forze dell'ordine e addirittura dall'esercito. Ogni volta che un ebreo italiano va a pregare o porta i suoi bambini a scuola o va a trovare un parente anziano, deve passare accanto a una camionetta di militari armati. Vi assicuro che è umiliante e angosciante. Ci si sente già prigionieri. Non per i militari, naturalmente, cui tutti noi ebrei siamo gratissimi e che subiscono con grande pazienza questo ruolo di sentinelle, che li mette anche nel mirino di eventuali terroristi. E non certo per lo Stato che giustamente protegge i gruppi a rischio: ci fosse stata una scorta del genere a Bruxelles, l'attentato sarebbe stato quantomeno più difficile. Ma per la società che – senza rendersene conto, pensando di essere sana, anzi buona e accogliente - cova un tale potenziale di violenza da richiedere queste precauzioni. Che si applicano, inutile dirlo, agli ebrei, non ai cristiani, agli islamici, alle sezioni di partito, ai buddisti, ai mormoni, a chi vi pare.
A due generazioni dalla Shoà, la volontà omicida nei nostri confronti non si è ancora placata. C'è stato negli ultimi decenni l'attentato alla sinagoga di Roma ancora non chiarito ma certo propiziato da una manifestazione sindacale che vi depose una bara davanti, i due agli aeroporti di Fiumicino e a Vienna, con molte vittime, c'è stata la strage scuola elementare di Tolosa, il rapimento di Halimi, il dirottamento dell'Achille Lauro, la strage alle olimpiadi di Monaco, l'attentato al pulmann di Burgas in Bulgaria, molti altri atti terroristici che non posso elencare qui, uno stillicidio infinito di atti di violenza, ora c'è Bruxelles.
Non parlate per favore genericamente di razzismo: non è razzismo, non è l'odio per i diversi che pure ogni tanto esplode in atti di terrorismo ripugnanti. E' qualcosa di più specifico sistematico e organizzato, sono piccoli passi di un progetto di sterminio antisemita, che unifica nazisti e islamisti. Beninteso non esiste oggi un complotto strutturato che muova i singoli attentati secondo un diretto legame organizzativo, ma un ambiente, una teoria politico-religiosa, una propaganda che li motiva, li incoraggia, distribuisce armi ed esperienze. Con un appoggio politico da chi non si distanzia dagli assassini antisemiti ma anzi li incoraggia, come certi sindaci che danno la cittadinanza onoraria a un dittatore che onora i terroristi e vuole il suo futuro paese “libero da ebrei”, o chiedono la liberazione del massimo stragista palestinese, quel Barghouti che è stato condannato dai tribunali a otto ergastoli per altrettanti attentati mortali. Per non parlare dei ministri che si fanno fotografare a braccetto con capi di movimenti terroristi o di quel comico che banalizza Auschwitz e dice di essere oltre Hitler e solidarizza con l'Iran che vuole cancellare Israele dalla carta geografica.
Badate, naturalmente non sto dicendo che costoro (e i tanti politici che si comportano come loro) abbiano il minimo legame con queste stragi e neppure che le approvino o che le ispirino. Certamente no. Sono anzi sicuro che virtuosamente le condannano. Dico solo che la politica di appoggio alle “lotte” dei “palestinesi” alimenta uno schieramento di comprensione e simpatia per la violenza contro gli ebrei e contro Israele che permette agli antisemiti politici di non sentirsi isolati.
Ma tutto ciò è solo un sintomo di qualcosa di più grande. Questo qualcosa di più grande si chiama Europa. Un continente che non ha veramente chiuso con il suo passato antisemita, che non vuol darsi gli strumenti per difendersi dal terrorismo, che accoglie volentieri e comprende gli islamisti e non accetta che siano trattati come il pericolo gravissimo che sono (si veda il caso Abu Omar e la resistenza durissima della magistratura alla ragion di stato che giustificò l'espatrio forzato del terrorista, sconfitta finalmente poco tempo fa da una sentenza della Corte Costituzionale).
L'Europa che ai piani bassi tollera l'islamismo e ai piani alti proibisce le pratiche religiose ebraiche (per il bene di bambini e animali, naturalmente), pretende di dare lezioni di moralità politica a Israele, mentre finanzia (indirettamente ma consapevolmente) i terroristi palestinesi.
Oggi votiamo per questa Europa, che non è meno antisemita oggi di cent'anni fa, ma ostenta una ridicola superiorità, come se non avesse sulla coscienza, lei o i suoi principali azionisti, Srebrenica e il genocidio in Ruanda, il disastro della ex Yugoslavia e quello che procede indisturbato in Ucraina, l'indifferenza per il colonialismo turco a Cipro e l'appoggio per quello marocchino nel Sahara Orientale. Ricordiamocelo, andando a votare: è importante non appoggiare i fascisti e i comunisti (per me pari sono), ma l'Unione Europea di oggi non è la soluzione ai problemi del continente né a quelli internazionali, semmai li aggrava con la propria ideologia.
E forse oggi che la si nomini dicendo “Bruxelles”, cioè un luogo dove l'antisemitismo è cresciuto fino al punto di diventare mortale, è certamente casuale, ma altrettanto certamente significativo.
Ugo Volli