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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
23.05.2014 L'Iran arruola profughi afghani a sostegno di Bashar Assad ?
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 23 maggio 2014
Pagina: 15
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Soluzione iraniana per gli immigrati. Tutti in Siria a combattere per Assad»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 23/05/2014, a pag. 15, l'articolo di Mirko Molteni dal titolo "Soluzione iraniana per gli immigrati. Tutti in Siria a combattere per Assad".

Afghanistan Daily Life
Profughi afghani

IRAN-pasdaran
Pasdaran iraniani

Curiosa la politica di accoglienza dell'Iran verso i profughi che fuggono alle bombe passando la frontiera con l'Afghanistan e chiedendo asilo nella Repubblica islamica a maggioranza sciita. Da voci sempre più insistenti, rimbalzate da giornali come il Wall Street Journal, pare che gli iraniani offrano ai rifugiati afgani di confessione sciita, perlomeno i maschi in età militare, uno stipendio di 500 dollari al mese, più il permesso di soggiorno per sé e le famiglie, in cambio dell'arruolamento come mercenari con i contingenti dei Pasdaran, i "Guardiani della Rivoluzione" inviati in Siria a combattere a fianco del governo di Assad, alleato di Teheran, nonché delle milizie sciite libanesi Hezbollah. Sfuggono faticosamente a una guerra per ritrovarsi, comolice la fame, in un altro conflitto, quello siriano, che dal 2011 a oggi conta 162.000 morti. «Offrono loro ogni cosa, dal salario alla residenza», così sostiene una delle principali fonti su questa storia, l'ufficio dell'ayatollah Mohaghegh Kabuli, un religioso di origine afgana che opera in Iran nella città santa di Qom. In più, come ulteriore compenso, le autorità iscrivono  figli, fratelli minori o nipoti dei volenterosi alle scuole iraniane.Il fenomeno sta emergendo in questi giorni ed è difficile dire quanti di questi rifugiati siano stati finora addestrati dai Pasdaran e mandati in Siria. Forse migliaia, il cui intervento assicura fanteria a "basso prezzo" agli ufficiali Pasdaran da tempo segnalati in Siria e certamente rafforza, se mai ce ne fosse bisogno, lo schieramento di Assad, da ormai un anno lanciato alla riscossa vantando anche un'unità di comando e di intenti che manca invece a un'opposizione cronicamente frazionata in milizie islamiste qaediste e non. Già nel 2013, peraltro, un video filmato in Siria che riprendeva i cadaveri di combattenti stranieri morti al fronte ne mostrava almeno uno con passaporto afgano. Ieri, fra l'altro, si è avuto un nuovo successo delle forze di Assad, che hanno liberato da un lungo assedio il carcere di Aleppo, circondato da un anno dalle brigate qaediste Al Nusra, mentre al Consiglio di Sicurezza dell'Onu è stata respinta su veto dell'ambasciatore russo Vitaly Churkin l'investitura della Corte Internazionale dell'Aja nell'inquisire entrambe le parti in conflitto per violazione dei diritti umani. Far arrivare questa "carne da cannone" nel Paese dilaniato non sarebbe un problema, dato che l'Iran può contare sulla connivenza del vicino Iraq, anch'esso a maggioranza sciita, per farli entrare dalla frontiera orientale siriana, magari attraverso il bacino dell'Eufrate, per non toccare le regioni più settentrionali dove dettano legge i curdi. Il governo di Teheran respinge tutto come «propaganda americana» e la portavoce del Ministero degli Esteri, Marzieh Afkham, dice: «Le voci del giornale americano sono completamente infondate e il loro scopo è danneggiare la reputazione dell'Iran in Afghanistan, è un insulto agli afgani e il Wall Street Journal deve scusarsi con loro». Che nella prospettiva del ritiro della NATO, tutto faccia brodo per contendersi l'influenza sull'Afghanistan è plausibile. Però il Parlamento di Kabul prende sul serio queste voci e, preoccupato per la sorte dei concittadini, ha deciso di avviare un'inchiesta. Il presidente del Senato afgano, Fazal Ha-di Muslimyar, ha chiesto che l'Iran dia spiegazioni al suo governo. Se a Teheran faranno finta di nulla, poco male. Al più tardi fra un mese, passato il ballottaggio del 14 giugno fra Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani, il nuovo presidente afghano riprenderà in mano la questione.

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