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Ugo Volli
Cartoline
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Per favore, non votate Grillo 20/05/2014

Per favore, non votate Grillo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Il Parlamento Europeo

Cari amici,

siamo alla conclusione della campagna elettorale e penso che, anche se Informazione Corretta non si occupa di politica italiana, sia il caso di darvi un'opinione, perché i risultati delle elezioni avranno influenza sui temi che ci interessano. La prima cosa da tener presente è che, a parte le lezioni amministrative e regionali concomitanti, il voto di domenica avrà un'influenza diretta piuttosto scarsa. Si vota per il parlamento europeo, che ha pochi poteri nel sistema barocco di governo dell'Unione Europea. Per dirne una, il parlamento non ha potere di iniziativa legislativa, cioè non può neanche proporre una legge europea. Le decisioni vere le prendono i governi più forti e il sistema del tutto autoreferenziale della burocrazia di Bruxelles, che si è assegnato fra l'altro il compito di salvare l'Europa dalle scelte irrazionali dei suoi popoli e quindi porta avanti un programma suo, nel nome dell'omogeneizzazione culturale ed economica, di un'apertura all'immigrazione, di un industrialismo che difende le marche ma non le pratiche agricole e alimentari locali, di un terzomondismo ideologico che la schiera sistematicamente contro Israele. Dato che le sue disposizioni e direttive  passano in pratica attraverso  leggi e regolamenti locali, generalmente il pubblico non si rende conto di quanto sia potente e autoreferenziale questa burocrazia, di quanto governi le nostre vite senza portarne una responsabilità politica, di quanto sia ideologica. Se volete capire qualche cosa di più vi consiglio il libretto di Enzesberger, persona di sinistra tutt'altro che ideologicamente antieuropea, intitolato “Il mostro buono di Buxelles” (Einaudi).

Il mostro buono di Bruxelles. Ovvero l'Europa sotto tutela

Domenica dunque si vota per un parlamento piuttosto impotente e organizzato anch'esso in maniera verticistica, con una forte prevalenza dei grandi gruppi parlamentari sui singoli deputati. I regolamenti prevedono che per la prima volta il parlamento abbia una qualche voce sulla nomina del presidente europeo (uno dei tre, insieme al presidente della commissione e al primo ministro dello Stato che detiene la presidenza di turno), non che lo elegga, ma è abbastanza chiara che la faccenda sarà giocata nel circolo ristretto dei maggiori governi. L'Italia elegge il dieci per cento degli eurodeputati e quindi la differenza fra una vittoria clamorosa e una sconfitta tragica per ogni partito, diciamo la differenza fra il PD al 36% (improbabile) e al 26% (altrettanto improbabile) si traduce in quattro o cinque seggi in più o in meno, che contano pochissimo, salvo naturalmente che per gli illustri o sconosciuti politici che saranno mandati a godere di una ricca pensione a Bruxelles.

E però il voto conta in Europa, soprattutto rispetto alla dimensione della vittoria annunciata dei movimenti euroscettici; e conta in Italia, perché è la prima verifica elettorale generale dopo due anni molto turbolenti. Diciamo che ha un peso politico importante perché costituisce un segnale. Una severa sconfitta del PD metterebbe fine all'esperimento di Renzi e rimetterebbe in sella, in un modo o nell'altro, la vecchia nomenclatura; una tenuta di Berlusconi lo riqualificherebbe dopo la grandinata giudiziaria, le scissioni, i giochi sporchi (bisogna ammetterlo, comunque la si pensi sull'uomo: giochi sporchi al limite della Costituzione) che ormai è chiaro siano stati alla base della sua estromissione dal governo di quattro anni fa; una sconfitta di Alfano brucerebbe l'ennesimo tentativo di frantumare la destra; quella della Lega ne concluderebbe la parabola politica e così via.


Simbolo del M5S           Roberto Casaleggio


Io non voglio parlarvi di questo, perché si tratta di politica italiana e non è questo l'oggetto del mio discorso né di quello di Informazione Corretta. Vorrei parlare invece dei movimenti che non ho citato finora, che mi sembrano invece pertinenti al nostro discorso. Parto da ciò che è più facile. A destra e a sinistra vi è il solito spezzatino di gruppi e gruppetti che corrono da soli o alleati ai grandi partiti ed esprimono le vecchie pulsioni ideologiche di parte dell'elettorato, in forme più o meno caricaturali e nostalgiche. Sto parlando di Lista Tsipras e Sel, Fratelli d'Italia ecc. Sono partitini che hanno pochissima possibilità di affermazione, apparentemente molto diversi fra di loro, ma che hanno in comune qualche difficoltà con la democrazia, un certo rifiuto del presente, un approccio ideologico molto vecchio e un pessimo rapporto con Israele. Io immagino che se leggete IC non ne siate tentati, ma vi invito a non votarli. Una loro affermazione, peraltro improbabile, sarebbe un segnale pericoloso per l'Italia, un ritorno alla politica del secolo scorso che ha fatto tanti danni.

Paradossalmente, lo stesso giudizio va riservato al movimento più nuovo e postmoderno della politica italiana, quello che rischia davvero di avere un'affermazione pericolosa. Vi invito, vi prego, vi chiedo di non votare per il movimento di Grillo. La sua ideologia sembra un frullato di quel che pensano i partitini di cui ho scritto sopra con un'aggiunta di futurismo informatico da fumetto, la sua allergia alla democrazia è fondamentale, il rischio che presenta per la nostra convivenza civile è grave. Spesso nelle sue manifestazioni emergono elementi antisemiti (li abbiamo puntualmente presentati qui e non ci torno sopra). L'ostilità per Israele è ancora più chiara e scoperta. Tanto basterebbe a me per rifiutarlo, ma il rischio del Movimento cinque stelle è tale soprattutto per l'Italia (qualcuno prima o poi mi spiegherà che cosa vuol dire quel nome, visto che qualche lettore ha rifiutato con sdegno la mia ipotesi di un riferimento alberghiero). Nessuno ha eletto Grillo e Casaleggio alle loro attuali posizioni, che fra l'altro non è chiaro quali siano; nessuno ha il potere di estrometterli, dato che in sostanza e forse anche sul piano giuridico del movimento sono i proprietari. Non ci sono organismi direttivi; le scelte vengono fatte usando sondaggi internet fra un numero limitatissimo di iscritti privilegiati; ma non sempre vengono rispettate da Grillo e comunque nessuno sa chi sia questa aristocrazia e da chi sia stata scelta.  Il rapporto con le istituzioni democratiche è di violenta contrapposizione, di rottura di ogni etichetta democratica; quello con gli avversari politici si può accostare non a una dialettica democratica, ma al tifo calcistico, inclusi gli insulti più volgari, le minacce di morte. Per fare solo un esempio, chiamare “ebetino” il leader del maggior partito avversario non è polemica politica, è pura violenza, razzismo, minaccia personale. Farsi fotografare in un cimitero con lapidi per i concorrenti è violenza simbolica cieca, rifiuto radicale dell'accettazione delle idee altrui, il contrario del pluralismo, non solo della democrazia ma anche della modernità. Usare le immagini della Shoah e il suo nome per connotare negativamente i “nemici”, senza che il nazismo c'entri affatto non è solo mancanza di rispetto ma segno di profonda intolleranza. La stessa intolleranza che si scatena contro i dissidenti, espulsi, dileggiati, minacciati. L'ignoranza e la superstizione che sono emerse tante volte fra i parlamentari del movimento non sono solo la prova di grotteschi limiti personali, ma indicano un modo di selezione basato sulla fedeltà al capo e sul fanatismo, in cui cultura, preparazione, esperienza non hanno il minimo spazio.
Non vi è un programma politico che non sia la palingenesi inevitabilmente provocata dalla cacciata di tutti gli altri (tutti corrotti e ladri, naturalmente), portatori non di idee politiche e interessi sociali diversi, ma del male metafisico. Che cosa farebbe Grillo una volta conquistato il governo non è minimamente detto. Anche se qualcuno dei suoi parlamentari ha proposto dei provvedimenti più o meno bizzarri, non esiste un programma del movimento, se non la sua stessa affermazione.

Tutto ciò e tutto il resto che non ho lo spazio e il tempo per scrivere qui, fanno di un'affermazione anche parziale del movimento di Grillo un pericolo veramente grave. Peggio, ne farebbero un sintomo di un imbarbarimento della nostra società, di una perdita della razionalità e del buon senso che lascia veramente impauriti. Un movimento del genere al potere potrebbe veramente portare a una dittatura personale, a un regime autoritario e demagogico di stile sudamericano. E' vero che il suo linguaggio e i suoi metodi derivano da degenerazioni che sono da tempo presenti nella nostra società. Per esempio la demonizzazione dell'avversario e l'incapacità di accettarlo come componente legittimo, anzi indispensabile, della dialettica democratica, sono dai tempi di Craxi il verbo di “Repubblica” e della sinistra giustizialista che la segue; il partito personale che identifica non un segmento di opinione pubblica ma i fedeli di un leader è stato realizzato da Berlusconi ma teorizzato da tutti i politologi come un segno di modernità; l'idea di Internet come luogo di superamento della “democrazia formale” è un pensiero che è nato all'estrema sinistra da dove viene la strana mescolanza di luddismo e futurismo che è la sola confusa ideologia del movimento. Insomma, un frullato dei peggiori pezzi di ideologia italica degli ultimi decenni; ma un frullato pericoloso, senza limiti interni, senza etica democratica, senza rispetto per gli altri, sguaiato e volgare come il suo capo. E' vero che raccoglie malessere reale, disoccupazione, mancanza di prospettive economiche e sociali, indignazione per la burocrazia e la venalità delle “caste”. Ma non ne costituisce affatto il rimedio, non ne propone neppure qualcuno che superi un minimo di criterio di realtà. Grillo è un signore che andava in giro propagandando nei suoi spettacoli oggetti irreali come il motore che funziona con l'acqua come carburante e altre bufale del genere. Per favore, non votatelo, nel vostro stesso interesse.


Ugo Volli


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