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La Stampa Rassegna Stampa
19.05.2014 Israele rafforza i legami con l' India, e guarda a Oriente
Analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 19 maggio 2014
Pagina: 12
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Aziende hi-tech e lotta all’islam. L’asse Bibi-Modi»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/05/2014, a pag. 12, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Aziende hi-tech e lotta all’islam. L’asse Bibi-Modi".

                         
Maurizio Molinari            Benjamyn Netanyahu          Narendra Modi

L’esito delle elezioni ha trasformato New Delhi in un partner privilegiato di Israele. Il motivo è nel legame, personale e politico, del vincitore Narendra Modi con lo Stato Ebraico. Tutto inizia nel 2002, quando Modi è governatore dello Stato di Gujarat teatro di sanguinose violenze etniche fra indù e musulmani che causano oltre 1200 vittime. Usa e Ue lo incolpano di «eccessiva tolleranza» nei confronti degli odii atavici, chiamando così in causa il nazionalismo indù del suo partito Bjp. La conseguenza immediata per Modi è una drastica diminuzione degli investimenti euroamericani ma una boccata di ossigeno gli arriva da Israele, dove l’allora premier Ariel Sharon compie la scelta opposta. Sebbene assediato dalla Seconda Intifada, Sharon decide di favorire gli investimenti israeliani in Gujarat gettando le basi per una partnership economica bilaterale che, alla fine del 2013, ha visto un’importante azienda israeliana nel settore dei semiconduttori varare una joint venture con svizzeri ed indiani destinata a creare oltre 20 mila posti di lavoro. Si tratta solo dell’ultimo dei progetti «Made in Israel» che hanno contribuito in circa dieci anni a trasformare il Gujarat nel modello di sviluppo economico locale che Modi ha cavalcato nella recente campagna elettorale, indicandolo come un esempio per l’intera India. Benjamin Netanyahu, erede politico di Ariel Sharon, ha mantenuto la strategia di sostegno al Gujarat, portando Modi a diventare uno dei rari leader politici indiani giunto in visita nello Stato Ebraico. Le posizioni nazionaliste indù di Modi, anzitutto nei confronti del Pakistan ma spesso anche dell’Islam, hanno aggiunto cemento politico alla partnership economica. Da qui la volontà, espressa da Netanyahu nella telefonata di complimenti per la vittoria, di accelerare ora gli aspetti strategici di cooperazione: dall’industria della Difesa alla lotta al terrorismo. Ma non è tutto perché l’attenzione di Modi per «Bibi» è la cartina tornasole anche di un fenomeno più vasto: Cina e India sono protagoniste di una gara non dichiarata per rafforzare i legami con il Medio Oriente al fine di alimentare le rispettive economie e se la maggiore attenzione va alle monarchie del Golfo in realtà anche Israele fa gola per hi-tech, agricoltura, difesa e giacimenti di gas naturale. Ecco perché alcuni giornali nipponici hanno commentato la recente visita a Tokyo di «Bibi» titolando: «Israele guarda all’Oriente».

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