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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.05.2014 Aerei spia americani in campo contro Boko Haram
Cronaca di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 14 maggio 2014
Pagina: 14
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Le studentesse rapite. Aerei spia americani in azione sulla Nigeria»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/05/2014, a pag. 14, l'articolo di Guido Olimpio dal titolo "Le studentesse rapite. Aerei spia americani in azione sulla Nigeria".


Guido Olimpio       Le studentesse rapite


WASHINGTON — Si chiama operazione Tusker Sand ed è iniziata nel 2009 con alcune basi in Paesi africani. Il Burkina Faso, l’Uganda, il Niger. Ora alcuni dei mezzi sono stati rischierati per agire nel Nordest della Nigeria e nelle regioni confinanti. A condurre le perlustrazioni gli MC12, una versione speciale del Beechcraft 350 civile, aerei che il Pentagono usa per missioni di ricognizione-spionaggio e affida spesso a contractors. Inoltre — altro sviluppo — è stata confermata la presenza di un «Global Hawk», drone disarmato e da sorveglianza che sarebbe partito da Sigonella, in Sicilia. Un velivolo capace di restare per ore in volo. Gli MC12 sono impegnati da alcuni giorni nelle zone dove è più forte la presenza dei terroristi di Boko Haram. Gli apparati che hanno a bordo possono captare le conversazioni via radio mentre i sensori «vedono» attraverso il fogliame. È in questo modo che gli Usa sperano di individuare una traccia utile per scoprire il nascondiglio dei sequestratori delle liceali.
Il ricorso a questo tipo di aerei è la continuazione di altre esperienze. Gli MC12, insieme agli U28, sono una presenza fissa nella lotta all’estremismo di ispirazione qaedista o a pericolosi signori della guerra. Negli ultimi mesi hanno seguito le mosse di Aqim nel nord del Mali oppure hanno cercato il criminale Kony sul territorio ugandese.
L’importanza dei velivoli è racchiusa in alcuni elementi. 1) Garantiscono una ricognizione a lungo raggio a Stati che non sono attrezzati. 2) Alzano il livello tecnologico anche se il nemico è spesso «artigianale». 3) È un tipo di aiuto meno invasivo, dunque più gradito a governi piuttosto suscettibili in fatto di sovranità nazionale. 4) Possono colmare buchi nella rete di intelligence con dati in tempo reale. 5) Si integrano alla perfezione con il lavoro dei droni, altri protagonisti di questa ricerca complessa.
È però evidente che i soli «occhi in cielo» non bastano per contrastare Boko Haram. Alla fine devi sporcarti scarponi e divisa, dunque servono gli uomini. Le ultime informazioni dicono che gli americani hanno messo a disposizione dei nigeriani quasi 40 specialisti. Una trentina si trovano nel Paese per coordinare il training di reparti antiterrore, un team più ridotto è invece è stato spedito in gran fretta da Africom. Un nucleo operativo seguito dalla visita ad Abuja del comandante, il generale americano David Rodriguez, arrivato in Nigeria per studiare da vicino l’emergenza. Non è azzardato pensare — vista anche la mobilitazione e l’emozione generale — che Washington, insieme agli alleati tradizionali (Gran Bretagna, Francia, Israele), abbia la volontà di aumentare gli sforzi. Nella grande base di Gibuti, uno dei perni del dispositivo statunitense nel continente, esistono unità adeguate. Magari non per lanciare un raid pieno di insidie, ma come forma di pressione sui terroristi. Poi toccherà alla Nigeria l’ultima mossa.

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