Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Antisemitismo nel mondo: l'allarme dell' Anti Defamation League Editoriale di Paolo Salom
Testata: Corriere della Sera Data: 14 maggio 2014 Pagina: 32 Autore: Paolo Salom Titolo: «Allarme mondiale sull’antisemitismo: uno su quattro alimenta i pregiudizi»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/05/2014, a pag. 32, l'articolo di Paolo Salom dal titolo "Allarme mondiale sull’antisemitismo: uno su quattro alimenta i pregiudizi".
Paolo Salom
Non si aggira solo per l’Europa ma per il mondo intero. Lo spettro dell’antisemitismo, a 70 anni dall’Olocausto, è un problema che, per dirla con le parole di Abraham Foxman, direttore dell’ Anti Defamation League, «non sorprende ma certo fa riflettere». Secondo un sondaggio, condotto in 102 differenti Paesi proprio per conto dell’Adl, oltre un quarto della popolazione mondiale ha pregiudizi contro gli ebrei, nella maggioranza dei casi senza averne mai incontrato uno. I risultati, certo scioccanti ma non inattesi — se si considerano i segnali d’allarme lanciati da molte comunità ebraiche, dall’Ucraina alla Grecia, alla Francia — sono il prodotto di 53.100 interviste, condotte dalla società First International Resources in 96 lingue, secondo le quali il 26% del campione ritiene «probabilmente vere» almeno sei «opinioni» su undici riguardanti gli ebrei. Stereotipi antichi che proclamano come «gli ebrei sono più fedeli a Israele che alla loro Patria d’appartenenza» o come «gli ebrei hanno troppo potere nel mondo degli affari» e anche «gli ebrei parlano troppo dell’Olocausto». La ricerca dimostra che questi pregiudizi non sarebbero del tutto legati alle azioni di Israele in Medio Oriente (35% di «sì»), piuttosto a un’idea del popolo ebraico che percorre la Storia secondo regole tutte sue (e per ora di difficile individuazione, sempre secondo quanto sostiene Foxman in un’intervista al Wall Street Journal ). Così, per esempio, gli stereotipi che sostengono: «la gente odia gli ebrei per come si comportano»; «gli ebrei ritengono di essere migliori degli altri»; «gli ebrei hanno troppo controllo del governo americano» e così via, restano nel discorso popolare come «verità fattuali». In Italia, Paese che a lungo si è ritenuto immune da questo virus, le cose non vanno molto meglio: secondo le stime dell’Adl, sarebbero dieci milioni, un cittadino su sei, coloro che nutrono una qualche forma di pregiudizio antiebraico. Certo poco in confronto ai Paesi arabi, dove le percentuali si impennano, raggiungendo in media i tre quarti della popolazione (e qui il contenzioso con Israele ha la sua parte). Una situazione comunque difficile, che rende faticoso immaginare un’azione efficace per attenuare, globalmente, una brace capace di trasformarsi in incendio in ogni momento di crisi.
Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sulla e-mail sottostante lettere@corriere.it