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Ugo Volli
Cartoline
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Tribunali ? 13/05/2014

Tribunali ?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli 

A destra, il Tribunale internazionale dell'Aia

Cari amici,

fra le molte bufale particolarmente ridicole che circondano il conflitto fra Autorità Palestinese e Israele ce n'è una particolarmente sciocca, anche se, o forse proprio perché viene continuamente ripetuta da negoziatisti, quelli che proclamano che tutto si debba fare, ogni cosa sacrificare per ottenere la continuazione delle trattative - come se avessero mai realizzato qualcosa da Oslo in poi.                       

La bufala è questa. Che se non si fanno i negoziati e se non si concludono alla maniera che vogliono i palestinesi allora Israele sarà condannato dalle corti internazionali e diventerà uno stato paria. Intendiamoci, c'è del vero in questa storia. E' vero che l'Autorità Palestinese ha spostato da alcuni anni il livello principale dello scontro con Israele dal terreno militare e del terrorismo, su cui è perdente, a quello diplomatico e giuridico, dove può contare sull'appoggio automatico dei paesi musulmani, di quelli comunisti e dei loro alleati. Ed è vero che l'alternativa alle trattative per l'Anp è la ricerca di riconoscimenti internazionali, che non servono per sé, dato che sul terreno la "Palestina" non è e non può essere uno Stato, al momento attuale, perché manca di confini, di indipendenza militare, di capacità di autogoverno (tutte cose che paradossalmente invece sono più avanzate a Gaza, tanto che si potrebbe dire sul piano puramente speculativo che il vero stato palestinese oggi è quello di Hamas). La riprova di questa strategia è il gesto politico che l'Anp ha scelto di fare per provocare la rottura delle trattative mediate dall'America, un mese fa: aderire a una ventina fra enti e trattati dell'Onu.


Un insediamento in Giudea e Samaria

Ma non è detto che questo debba per forza danneggiare Israele, anche se l'intenzione è certamente questa. Perché non è vera la tesi fondamentale dell'Autorità Palestinese, cioè che Giudea e Samaria sarebbero "territori palestinesi occupati": sono tecnicamente territori occupati, in quanto sottoposti all'amministrazione militare e non annessi allo stato di Israele (anche se forse sarebbe il caso di farlo, come sostiene Caroline Glick e in parte anche Bennett). Ma la conquista di quei territori è stata realizzata da Israele in autodifesa dopo l'attacco proveniente da un'altra occupazione, questa sì illegale e senza basi giuridiche, quella giordana fra il '48 e il '67. E prima di quest' altra occupazione c'era il mandato britannico, il cui scopo stabilito dalla Società delle Nazioni (l'Onu di allora) era di costituirvi una patria ("national home") per il popolo ebraico. Gli accordi di Oslo, sottoscritti dall'Autorità Palestinese e come garanti dalle potenze mondiali, dice che quei territori devono essere attribuiti per accordo fra le parti. Né l'Onu né altri attori internazionali hanno il potere giuridico di stabilire d'autorità i confini. L'applicazione della convenzione di Ginevra che proibisce la deportazione delle popolazioni della potenza occupante sui territori occupati è chiaramente inapplicabile, dato che non c'è stata nessuna deportazione, ma solo un ritorno nei luoghi in cui la Giordania aveva effettuato una pulizia etnica radicale nel '48 e un'immigrazione spontanea, certamente non forzata.

Ma il punto centrale è un altro. L'Autorità Palestinese forse si illude di poter far condannare le azioni di autodifesa israeliana contro il terrorismo per crimini di guerra. E però Israele è uno stato regolare, con un esercito disciplinato e ben segnalato secondo le convenzioni internazionali, che risponde a principi etici ed è eventualmente giudicabile da tribunali regolari. Tutto il sistema giuridico e penitenziario israeliano risponde ai criteri di uno stato democratico. Lo stesso non si piò certo dire delle due entità palestinesi, il regime di Ramallah e quello di Gaza.

L'Autorità Palestinese ha per esempio aderito alla convenzione contro la tortura. Ma lo stato delle prigioni palestinesi è terribile, vi si pratica sistematicamente la tortura, e di recente questa situazione è emersa con moltissime denunce (http://www.latimes.com/world/middleeast/la-fg-un-human-rights-palestinian-20140508-story.html). Gaza poi è probabilmente il posto al mondo con il più alto tasso di esecuzioni capitali. L'Autorità Palestinese ha aderito alla convenzione contro la corruzione, ma il suo livello di corruzione è tale che è spesso definita "cleptocrazia", governo dei ladri e perfino l'Unione Europea, fortemente schierata dalla sua parte, ha dovuto prendere atto che i suoi fondi sparivano per canali incontrollabili. Scandali analoghi sono emersi qualche mese fa nei paesi nordici, in Finlandia e Norvegia soprattutto.


Infanzia palestinese educata al terrorismo

I palestinisti accusano Israele di essere uno stato di apartheid, ma allo stesso tempo proclamano ufficialmente di non ammettere ebrei sul loro territorio e lo stesso ha dichiarato molte volte Abbas. Chi pratica dunque l'apartheid  ? (http://www.thecommentator.com/article/4922/no_apartheid_in_israel_lots_of_it_in_the_arab_world) E chi produce libri di testo razzisti? Pensate che qualche genio dell'Autorità palestinese, per compensare forse il continuo incitamento razzista dei libri di testi delle sue scuole, ha fabbricato libri falsi corrispondenti che sarebbero in uso in Israele, il che è del tutto falso (http://elderofziyon.blogspot.it/2014/04/pa-fabricates-racist-israeli-textbooks.html# ). Chi recluta i bambini per usarli come strumento di provocazione, minisoldati del terrorismo a bassa intensità, scudi umani ? Tutto questo è stato documentato e filmato moltissime volte... ma l'Autorità Palestinese adesso aderisce alla convenzione per la difesa dell'infanzia nei teatri di guerra...


Terroristi palestinesi a Gaza

Soprattutto è dall'Autorità Palestinese e da Gaza che provengono i terroristi e i razzi che puntano a colpire indiscriminatamente la popolazione civile, il che è naturalmente un crimine di guerra; è a Ramallah e a Gaza che questi crimini vengono esaltati e onorati; è l'Autorità Palestinese che paga gli stipendi ai terroristi e le pensioni alle loro famiglie quando muoiono nel corso delle loro azioni criminali. Mentre Israele, quando reagisce, mira ad obiettivi militari e ha regole di ingaggio per minimizzare le vittime civili, provocate per lo più dall'altro crimine di guerra commesso dai terroristi, quello di nascondersi in mezzo alle popolazioni civili e di usarle come scudo.

Insomma, anche se vi è una consolidata base internazionale di appoggio filoaraba, non è detto che la "guerra legale" minacciata dall'Autorità Palestinese fili liscia, per la semplice ragione che i criminali sono loro. Sono loro che per tutta la loro storia hanno deportato aerei, rapito persone, ucciso innocenti, messo bombe in obiettivi certamente illegali come ristoranti, autobus e alberghi, praticato l'apartheid, cercato in tutti i modi, con bombe, coltelli, molotov, sassi di uccidere i civili - e continuano a farlo quando possono. Insomma, la bufala è un Israele colpevole, che dovrebbe avere paura dei tribunali. I colpevoli, quelli che agiscono criminalmente contro le convenzioni internazionali e la comune umanità sono loro. Se qualcuno ha da temere da un tribunale internazionale, almeno da un tribunale onesto, sono loro.


Ugo Volli


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