Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Spagna: un referendum per cambiare nome al paese 'Matajudíos' (uccidi gli ebrei) ma negli sessanta gli abitanti rifiutarono di farlo
Testata: La Repubblica Data: 13 maggio 2014 Pagina: 32 Autore: Omero Ciai Titolo: «Matajudíos il paese spagnolo che ora rifiuta il suo nome»
Riprendiamo da REPUBBLICAdi oggi, 13/05/2014, l'articolo di Omero Ciai dal titolo "Matajudíos il paese spagnolo che ora rifiuta il suo nome".
Omero Ciai Lo stemma di Matajudios
Un bel guaio averci a che fare con il nome Matajudíos, in spagnolo “uccidi gli ebrei”, soprattutto se sta scritto nella carta d’identità, o ancora peggio sul passaporto, alla voce “luogo di nascita”. Così dopo anni d’incertezze il sindaco di Matajudíos, un piccolo paese arroccato su una collina nelle campagne vicino a Burgos, nel nord est della Spagna, ha deciso di indire un referendum per cambiare quel nome che evoca ancora uno dei periodi più bui della storia iberica, il secolo dell’Inquisizione. La data prescelta, il 25 maggio, coincide con il voto per il Parlamento europeo. Ma, intervistato dal New York Times e dal Diario di Burgos, Lorenzo Rodriguez Perez, il sindaco, si è detto un po’ pessimista sul parere che esprimeranno i suoi compaesani, una ottantina in tutto. «È evidente che dobbiamo cambiarlo perché è offensivo — dice il sindaco — ma in tanti mi ripetono che è così da sempre e non ne vedono la necessità ». E, per convincere i residenti, Rodriguez Perez sottolinea anche l’argomento delle lettere di protesta che, negli ultimi anni, il Comune avrebbe ricevuto, soprattutto da Israele, con l’invito a modificare il nome del paese. Sull’etimologia di Castrillo Matajudíos, il nome completo del paesello che letteralmente significa “Piccolo forte ammazza ebrei”, girano varie versioni. Quella più in voga in paese è la più edulcorata: sarebbe stato un funzionario comunale per errore, nel ‘600, a scambiare il nome “Mota de judios”, ossia “Collina degli ebrei”, con Matajudíos. Gli storici ne preferiscono altre che ricordano appunto la cacciata dei sefarditi dalla penisola ordinata durante l’Inquisizione dai re cattolici di Castiglia, Ferdinando e Isabella. In quel tempo furono decine di migliaia i “convertiti”, gli ebrei che rinunciavano alla loro religione per non essere espulsi dal Paese. E, rifugiatisi sulla collina, sarebbero stati proprio un gruppo di convertiti a scegliere quel nome per non avere problemi con i pogrom dell’epoca. Un tentativo di cancellare dalle mappe la macchia antisemita di Matajudíos c’è già stato mezzo secolo fa, negli anni Sessanta. Ma erano altri tempi. Mentre oggi, aggiunge il sindaco a sostegno della sua iniziativa, «può succedere che qualcuno si debba vergognare, viaggiando all’estero, di quel nome scritto sul passaporto». Il dibattito però s’allarga. L’altro nome molto polemico in Spagna è “matamoros”, “uccidi i mori”, ossia gli arabi. E ci sono organizzazioni musulmane che hanno chiesto di cancellarlo. Per esempio da una vallata che si chiama proprio così. E anche di rinominare le feste paesane tradizionali, almeno 400 ogni anno in tutto il Paese, che rievocano le vittorie dei cattolici sul califfato musulmano nel sud della Spagna. Intanto dopo il referendum, il sindaco di Matajudios, ha anche un altro obiettivo: avviare gli scavi per trovare i resti della Sinagoga e rendere così omaggio all’origine ebraica del suo villaggio.