Che disastro la normalizzazione
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A destra, arabi ed ebrei nella fabbrica di SodaStream, boicottata dai nemici della "normalizzazione
Cari amici,
avete visto che scandalo in Libano? No, non sto parlando dei razzi di Hizbollah o della sua sanguinosa partecipazione alla guerra civile siriana, del modo in cui sono emarginati e maltrattati e impediti di lavorare i palestinesi che pure il Libano dice di proteggere... questa è roba vecchia; sempre vera ma vecchia. E neppure parlo del fatto che il parlamento libanese è paralizzato dall'incapacità di eleggere il nuovo presidente della Repubblica, una telenovela che ha a che fare con le gioie di una costituzione forse ancora più barocca della nostra, ma certo anch'essa con la prepotenza di Hizbullah: roba che si sa, che si riproduce in un modo o nell'altro molto spesso. No, parlo di uno scandalo vero e tutto nuovo, che riguarda il patriarca maronita, la massima autorità cattolica della regione, sua eminenza (o come va chiamato) Bechara Rai. Mai sentito nominare?
Bechara Rai
Be' dovete sapere che questo monsignor (o come va chiamato) Rai ha la pretesa di fare un viaggio... esito a dirlo... un viaggio... in Israele (http://www.lastampa.it/2014/05/10/blogs/san-pietro-e-dintorni/patriarca-libanese-a-gerusalemme-polemica-r9xjEk47pZbNiGVDTASQOO/pagina.html). Ecco, un viaggio in Israele. Ma vi rendete conto? Un viaggio in Israele, lui, il capo dei cattolici libanesi. Certo, la ragione è comprensibile, lo farà quando in Israele arriverà il Papa e dato che nelle complicate gerarchie ecclesiastiche il patriarca libanese rivendica di avere nella sua competenza tutta la regione, gli spetterebbe pure. Ma i suoi predecessori non l'hanno mai fatto, in occasione delle visite papali precedenti. E pensate che potrebbe capitargli di dover stringere la mano delle maggiori autorità di Israele (http://www.terrasanta.net/tsx/articolo.jsp?wi_number=6401&wi_codseq=HL007%20&language=it ): un libanese che stringe la mano a Peres o addirittura a Netanyahu... non è una vergogna? Peggio di una vergogna, peggio di uno scandalo, è normalizzazione. Ripeto: NORMALIZZAZIONE. Vedere che gli israeliani hanno due braccia una bocca un naso come tutti, che nelle loro città non si fanno a fettine gli arabi ma che essi hanno tutti i diritti, guardare l'industria, i campi, i boschi, le case... il rischio è di perdere il carattere mostruoso dell'entità sionista, di considerarla normale, di poter avere con essa rapporti normali: non è orribile?
Gabriel Nadaf
E vabbè già che ci siamo, devo rivelarvi un altro scandalo analogo. In Israele, anzi nella Palestina occupata dal '48 c'è un certo padre Nadaf, sacerdote ortodosso. Sapete che cosa ha fatto costui? Non solo ha stretto la mano ai governanti di Israele, il che è comprensibile, visto che nell'entità sionista ci vive, ma ha approvato la tendenza dei cristiani locali a fare il servizio militare nell'esercito israeliano. Essendo di etnia araba non sarebbero obbligati, badate. Ma sempre più cristiani di quelle parti sentono che è loro interesse difendere lo Stato di Israele che li lascia liberi di coltivare la loro religione e assegna loro tutti i diritti civili e politici, invece di appoggiare, come sarebbe naturale, la rivoluzione palestinese e di cercare di ottenere uno Stato dove sarebbero oppressi e ammazzati come in tutto il resto dei paesi musulmani. Ma ditemi voi, vi sembra logico? Uno può vivere oppresso nella Palestina musulmana e invece sceglie di essere libero in Israele? Non è una follia? A Betlemme e nei villaggi cristiani sotto il controllo dell'Autorità Palestinese i cristiani diminuiscono drammaticamente di numero, scappano perché sono oppressi e maltrattati e loro invece di voler essere oppressi e maltrattati pure loro come sarebbe loro dovere, pretendono di integrarsi nella società israeliana che li tutela e dove crescono di numero... Non è una follia? Vabbè, la gente fa strane cose, certe volte, preferisce la vita alla morte, la libertà alla schiavitù, lo sviluppo alla decadenza... ma che ci si metta un sacerdote ad appoggiare qiuesta follia, questa... questa NORMALIZZAZIONE, è veramente il colmo. E questo padre Nadaf l'ha fatto (http://www.israele.net/padre-nadaf-il-cristiano-di-lingua-araba-che-osa-sostenere-lintegrazione-nella-societ-israeliana ). Per fortuna che la chiesa ortodossa non accetta questo abominio, e l'ha prontamente licenziato (http://www.algemeiner.com/2014/05/08/israeli-christian-priest-nadaf-purportedly-sacked-by-church-for-pro-idf-stance/ qui trovate la notizia in francese http://alyaexpress-news.com/2014/05/le-pere-gabriel-nadaf-a-ete-renvoye-de-leglise-orthodoxe-grecque-apres-avoir-exprime-son-soutien-pour-les-chretiens-dans-les-forces-de-defense-israeliennes/ ) Questo sì che è ragionare. Chi è responsabile di una minoranza non deve pensare ai suoi interessi e alla sopravvivenza, ma ai supremi interessi di una nazione, anche se questa la sta eliminando.
La Sinagoga di Djerba
C'è insomma il problema della normalizzazione che avanza. E' vero che nobili combattenti cercano di ostacolarla col terrorismo (http://www.rightsreporter.org/egitto-una-rete-del-terrore-per-fermare-la-normalizzazione-report/), che i parlamentari giordani ed egiziani fanno del loro meglio per scongiurarla con mozioni ed altro, che i giornalisti dell'Autorità Palestinese e ancora egiziani hanno proibito ai loro membri di avere rapporti col nemico per non normalizzarsi, anche a costo di rendere i loro articoli un po' approssimativi (tanto la verità la sanno già e se i fatti la contraddicono, peggio per loro). E' vero che qualche nobile combattente contro la normalizzazione ha cercato di impedire al governo tunisino, che pure ha un bisogno estremo dei soldi del turismo, di far svolgere il tradizionale pellegrinaggio all'antica sinagoga di Djerba, proprio per non normalizzare.
Ma pensateci, se la gente comincia ad andare a venire indisturbata fra Israele e paesi arabi, se si aprono collaborazioni commerciali (come quelle giustamente boicottate perché danno lavoro israeliano ai sudditi dell'Autorità palestinese, tipo Soda Stream), se gli arabi cittadini di Israele si integrano nella società israeliana fino a fare il servizio militare, se i turisti e i giornalisti israeliani circolano indisturbati, se i profughi arabi non sono più tenuti isolati come arma di ricatto ma diventano cittadini normali dei paesi dove vivono e magari sono nati loro e i loro genitori, se si inizia a considerare il terrorismo, tutto il terrorismo come un crimine, se gli scambi culturali, economici, religiosi crescono e con essi l'interdipendenza, insomma, se la NORMALIZZAZIONE avanza, che ne sarà della guerra? E se non c'è più la guerra, che ne sarà delle trattative di pace? Dell'apparato che organizza la guerriglia e naturalmente anche i negozioti che ne dipendono? Delle agenzie Onu che spendono miliardi di euro per tenere i rifugiati nella loro condizione di separatezza? Dei fondi con cui l'Autorità Palestinese paga i terroristi attivi e quelli catturati, e da cui attingono i suoi dirigenti per accumulare il tesoretto cui giustamente aspirano? Insomma, la normalizzazione, che è la stessa ad aver trasformato l'Europa in un posto pacifico, rischia di fare altrettanto col Medio Oriente e di cambiare le regole del gioco... non è un disastro da evitare a tutti i costi?
Ugo Volli