Le stragi continue del criminale siriano
Commento di Mordechai Kedar
(Traduzione dall'ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)
Ormai sappiamo tutto sulle armi chimiche della Siria, quale prova manca ancora al mondo per accusare il governo siriano di usare queste armi illegali contro i nemici? Non c’è forse un accordo per la distruzione e lo smaltimento dell’arsenale chimico siriano? Nonostante tutto questo, quasi ogni giorno giungono notizie che il governo di Assad continua a lanciare bombe al diossido di cloro, gas che ad alte concentrazioni uccide e in quantità modeste porta al soffocamento e alla paralisi. Questo gas non fa differenza tra combattenti e civili, tra i sostenitori di Assad e chi ne combatte il regime. Centinaia di uomini, donne e bambini sono stati uccisi finora con questo gas.
In Siria sta continuando il massacro, anche dopo che il mondo nell’agosto del 2013, le aveva concesso una “dilazione” per l’uso di un gas ancor più velenoso. Un accordo che ha salvato Obama dal dover agire in base alla minaccia che aveva mosso ad Assad, “ l’uso di armi chimiche oltrepassa la linea rossa”.
Assad ha oltrepassato quella linea rossa molte volte ma, non appena arrivava il momento di reagire, Obama si ritirava, preferendo un accordo all’azione.
Al momento dell’accordo sei mesi fa, era già forte il dubbio che Assad non avrebbe mantenuto la parola, infatti negli ultimi mesi l’applicazione dell’accordo è stata più volte rinviata. Anche le organizzazioni d’intelligence occidentali hanno ricevuto segnalazioni attendibili secondo cui notevoli quantità di gas nervini (Sarin e VX) sarebbero ancora nelle mani di Assad, custodite in magazzini segreti, malgrado avesso dichiarato di distruggere tutto l'arsenale chimico.
da dove arrivano le armi chimiche
La cosa peggiore è che la Siria continua a importare dall’Iran che, a sua volta, l’acquista dalla Cina. un’altra arma chimica, il diossido di cloro,
E’ importante sottolineare che le decisioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU non consentono all’Iran di esportare armi, malgrado ciò gli iraniani non esitano a inviare i gas di cloro alla Siria, mentre sono in corso i colloqui con i rappresentanti di Paesi occidentali per ridurre le sanzioni internazionali.
Le conclusioni che possiamo trarre da questo scenario sono sottoi gli occhi di tutti:
1) Il governo siriano, sterminatore di massa, si sente sicuro: non gli accadrà nulla se continuerà a usare armi chimiche
2) I leaders dell’Iran sono convinti che non accadrà nulla se continuano a sfidare le decisioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
3) L’Occidente, ansioso di riprendere gli affari con l’Iran, finge di ignorare le sfide di Siria e Iran nei confronti dell’ONU
4) Gli accordi e le promesse firmati dal governo di Assad non valgono la carta su cui sono stati scritti
5) L’Occidente non ritiene il sangue dei cittadini siriani degno di considerazione.
La domanda che ne segue è: fino a quando questa situazione può continuare e perché il mondo democratico continua a ignorare i terribili crimini di Siria e Iran ?
La risposta coinvolge diversi fattori:
1) Al momento il mondo è preoccupato per la crisi ucraina, e i leader del mondo libero non hanno alcun desiderio di affrontare la questione siriana che si protrae ormai da tre anni. La crisi ucraina potrebbe estendersi ad altri Paesi che una volta facevano parte dell' URSS e c’è troppa somiglianza tra quello che accade in Europa oggi e quello che succedeva nel 1938, quando l’appetito di Hitler fu stimolato dalla condiscendenza dell’Occidente per “il bene della pace” per quanto riguardava i territori cecoslovacchi.
2) L’Occidente teme che l’alternativa ad Assad sia una presa del potere di organizzazioni islamiche, quali “lo stato islamico dell’Irak e della Siria” e “Jabhat Al-Nusra”, che potrebbero esportare il terrorismo come aveva fatto l’Afghanistan sotto il dominio dei talebani e di Al Qaeda nel 2001. Questa è la ragione per cui i Paesi occidentali ignorano i crimini del governo di Assad, nonostante il fatto che i siriani, in particolare gli esuli, che in Europa sono diverse migliaia,potrebbero in futuro vendicarsi nei loro confronti.
3) All’Occidente non importa nulla del sangue musulmano e arabo, fintanto che rimane una questione interna. La situazione è simile alla controversia tra Sahara Occidentale e Marocco, mentre la guerra civile negli anni 1992-1998 infuriava in Algeria con migliaia di morti.
Da quel che sta succedendo in Siria, Israele deve trarre le seguenti conclusioni, assolutamente cruciali per la sua sicurezza e il futuro benessere: 1) Qualsiasi accordo o documento il governo di Assad firmi con Israele è inutile. Se la vita dei cittadini siriani ai suoi occhi vale meno di niente, perché mai quella dei cittadini israeliani dovrebbe valere di più? Se ad Assad non importa nulla della rottura di accordi con gli Stati Uniti, si preoccuperà forse della rottura di accordi con Israele?
2) L’Iran si fa beffe del mondo: da un lato, allo scopo di alleggerire le sanzioni, regala grandi sorrisi e si esprime in modo benevolo, dall’altra ignora le sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e commette crimini di guerra esportando armi e intervenendo direttamente con le “guardie rivoluzionarie” in Siria.
3) Israele non può far affidamento sulle promesse dell’Occidente, nè mettere a repentaglio la propria sicurezza nei tentativi di ottenere la pace con i suoi vicini. La creazione di uno Stato palestinese potrebbe riflettere gli sviluppi in Siria: contestazioni tra governo e popolo potrebbero indebolire l’attaccamento della nazione alla legalità e quindi attirare Jihadisti come “al Qaeda”.
Una situazione simile si sta già sviluppando in Yemen, Libia, Iraq, Afghanistan, Somalia e nel Deserto del Sinai.
Fidarsi di Obama ?
In questi giorni Israele festeggia 66 anni di indipendenza: il popolo ebraico, che aveva iniziato a tornare alla sua Terra oltre 150 anni fa, ha imparato nel più difficile dei modi a difendere i propri diritti, la terra e l' indipendenza senza dover fare assegnamento sulle fallaci promesse altrui.
Israele è un’oasi situata in una vasta distesa desertica in cui un accordo non è mai tale, le decisioni internazionali non sono vincolanti, i diritti umani sono violati su vasta scala. Il mondo democratico non esita ad accusare Israele di tutto, mentre ai governanti criminali di massa si perdona quasi tutto.
Così come vanno le cose, e tenendo conto dei problemi geopolitici che lo circondano, il popolo ebraico può contare solo sulle proprie forze e il suo coraggio.
Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
Link: http://eightstatesolution.com/
http://mordechaikedar.com