A Homs Assad sconfigge i ribelli siriani Cronaca di Maurizio Molinari
Testata: La Stampa Data: 09 maggio 2014 Pagina: 15 Autore: Maurizio Molinari Titolo: «La resa dei ribelli, Homs è di Assad»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/05/2014, a pag. 15, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "La resa dei ribelli, Homs è di Assad".
Maurizio Molinari
A destra, Bashar Assad
Rovine ad Homs
Esplosione del Carlton Hotel ad Aleppo Con un’esplosione che ha scosso l’intera città di Aleppo i ribelli siriani hanno distrutto l’Hotel Carlton, simbolo del potere di Bashar Assad, a poche ore di distanza dall’annuncio di «vittoria» con cui Damasco aveva sottolineato la riconquista di Homs dopo due anni di guerra civile. Le immagini della nuvola di fumo grigio che avvolge il Carlton e dei tank siriani nelle vie dell’ex «capitale della rivoluzione» si sono sovrapposte a breve distanza sui network arabi trasmettendo l’impressione di un duello regime-opposizione giocato sui simboli dell’identità nazionale. Il Carlton era un ex ospedale ottomano, costruito prima della Grande Guerra davanti alla storica cittadella, ristrutturato in epoca recente e divenuto dall’inizio della guerra civile la sede del comando delle truppe del regime nella più popolosa città del Paese. Fonti siriane parlano di 14 soldati morti «causati da ratti che non osano sfidare il nostro esercito» mentre per il Fronte Islamico, autore dell’attacco, sarebbero 50 ma ciò che più conta è il successo dei ribelli lì dove avevano fallito in febbraio: scavare un tunnel sotto il comando filo-Assad e demolirlo. Il metodo del tunnel è destinato ad accrescere i sospetti siriani di una crescente collaborazione di Hamas con i jihadisti sunniti. Per il settimanale libanese «El-Shiraa» è il giordano-palestinese Maged Khader, colonnello di Hamas, a coordinare da Beirut gli aiuti che arrivano ai ribelli via Libano e Turchia: istruttori per scavare tunnel - dove Hamas ha maturato grande esperienza a Gaza - e perfino droni rudimentali. Ironia della sorte vuole che anche i più importanti alleati di Damasco, gli Hezbollah libanesi, abbiano una notevole competenza nei tunnel d’attacco e ciò alza il velo su un nuovo aspetto della guerra civile: la sfida sottoterra fra fondamentalisti sunniti palestinesi e militanti sciiti libanesi. In Medio Oriente la distruzione del Carlton evoca l’attentato all’Hotel King David messo a segno nel 1946 dal gruppo clandestino ebraico dell’Irgun che riuscì in quella maniera ad evidenziare l’indebolimento del potere britannico in Palestina proprio come il Fronte Islamico si propone ora di fare con Assad. Ma la realtà sul campo in Siria sembra premiare Damasco: i tank siriani padroni della roccaforte sunnita lo evidenziano. Tantopiù che il regime è riuscito a spingere i ribelli a ritirarsi con un nuovo metodo: affiancando forza e trattative, facendo leva sul salvacondotto per i ribelli disposti a ritirarsi. I guerriglieri anti-Assad, usciti da Homs con le famiglie, assicurano «continueremo a combattere» ma l’interesse del regime è spingerli a farlo in aree remote del Paese, tornando così a insediarsi nelle aree urbane sunnite
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