sabato 21 settembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
29.04.2014 La strategia di Abu Mazen
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 29 aprile 2014
Pagina: 13
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Abu Mazen chiede aiuto alla Nato»
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 29/04/2014, a pag. 13, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Abu Mazen chiede aiuto alla Nato".

                 
Maurizio Molinari         Abu Mazen

L’Anp vuole un ruolo forte per l’Occidente. Perché?
«Vado avanti, non mi fermo». Nell’ufficio al terzo piano della Muqata a Ramallah, il presidente palestinese Abu Mazen è teso in volto, parla con tono deciso. Vuole trasmettere, ai propri consiglieri come agli ospiti stranieri, la determinazione a portare a termine l’accordo di unità nazionale con Hamas. Usa e Ue gli chiedono di spingere Hamas a riconoscere Israele ma Abu Mazen, ricevendo Nichi Vendola leader di Sel, liquida la questione senza perifrasi: «Israele ha già trattato con Hamas, hanno fatto un accordo sul cessate il fuoco a Gaza attraverso Hillary Clinton, quando era Segretario di Stato, chiedete a lei». È una maniera per rilanciare la palla nel campo degli americani, puntando ad allentare la pressione di Washington. E sempre così si spiega l’altro concetto sul quale si sofferma Abu Mazen: «Siamo pronti a ricevere la Nato». Ovvero, per rassicurare Israele sulla sicurezza i palestinesi vedono con favore lo schieramento di truppe atlantiche lungo la Valle del Giordano. Invocare l’arrivo della Nato si lega alla svolta della posizione palestinese sul negoziato, favorevole a un sempre maggiore coinvolgimento dei fori internazionali in Medio Oriente: dopo l’adesione a 13 Trattati e organizzazioni dell’Onu, Ramallah si accinge a presentare 60 richieste al Palazzo di Vetro e Hanan Ashrawi, veterana dei negoziati auspica un «maggiore coinvolgimento dell’Ue». La convinzione di Abu Mazen è di poter far leva sulla legittimità di Stato garantita alla Palestina dal voto dell’Assemblea Generale dell’Onu per rivendicare sul terreno - in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est - un progressivo riconoscimento dei diritti degli abitanti palestinesi per «scardinare dal di dentro il sistema dell’occupazione» come afferma uno dei negoziatori, chiedendo l’anonimato. È questa strategia che spiega i sempre più frequenti richiami al leader sudafricano Mandela da parte di attivisti palestinesi come Fadwa Barghouthi, moglie di Marwan, l’ex capo dei Tanzim condannato a quattro ergastoli da Israele per il ruolo avuto nella Seconda Intifada. E John Kerry avvalora tale scenario ammonendo Israele sul rischio di essere additato come «Stato dell’apartheid» a causa del mancato rispetto dei palestinesi. Abu Mazen è convinto che la battaglia «sui diritti» nei fori internazionali è destinata ad essere più efficace grazie all’intesa con Hamas. Da qui l’urgenza di concordare la composizione del nuovo esecutivo di «tecnocrati».

Per inviare la propria opinione alla Stampa, cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT