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I fascisti rossi che dissacrano il 25 aprile con la bandiera nazista (pardon palestinese) Cari Amici, Vale la pena aggiungere una riflessione alle notizie sugli incidenti che ci sono stati alle manifestazioni del 25 aprile a Roma e a Milano, di cui hanno parlato più o meno tutti i giornali e che IC ha trattato ieri qui: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=53189 . Si tratta infatti di una vicenda molto grave non per il livello degli scontri, che sono stati contenuti dalla forze dell'ordine, ma dal contesto e da chi vi ha preso parte. In sostanza quel che è successo ieri, ma anche l'anno scorso e a Milano pure in precedenza, è stato il tentativo di espellere gli ebrei coi loro simboli dalla festa della Liberazione (se non ci potete credere, guardate questo video: http://video.repubblica.it/edizione/milano/25-aprile-a-milano-e-scontro-in-corteo-tra-ebrei-e-filo-palestinesi/163814/162305 . Dato che la liberazione che si ricorda è quella dai nazisti e uno degli scopi principali della politica nazista (con la benevola collaborazione dei fascisti e di molta gente comune) era l'eliminazione degli ebrei, il senso degli incidenti è stato quello di cercare di reintrodurre una politica nazista dentro le celebrazioni dell'antinazismo, con la benevola collaborazione, questa volta, di parti significative dell'Anpi, che dovrebbe preservarne la memoria. Gli ebrei italiani si sentono naturalmente parte della celebrazione, perché sono stati parte della resistenza ben oltre il loro numero (mille su quarantatremila, con il 10% di caduti, come se in Italia ci fosse stato un milione di partigiani e centomila morti http://archivio.pubblica.istruzione.it/shoah/biblio/articoli/unita130108.pdf ) e perché essi furono le vittime prime dello sterminio nazista: non come individui isolati, ma come comunità, che oggi ha il diritto e il dovere di ricordare quella tragedia. Gli ebrei italiani sono inoltre, come sionisti, gli eredi naturali di quella "Brigata ebraica" che l'Organizzazione sionistica mondiale cercò di far realizzare alla Gran Bretagna continuamente fin dal 1939, e che il governo di Sua Maestà formò solo nel '44, usando i volontari che provenivano da tutto il mondo ma soprattutto dalla Palestina ebraica nei combattimenti per la liberazione italiana, sul fronte adriatico. Furono cinquemila volontari, con numerosi caduti, oggi per lo più raccolti nel cimitero di Piangipane a Ravenna (http://www.turismo.ra.it/ita/Scopri-il-territorio/Arte-e-cultura/Monumenti-alla-memoria/Cimitero-di-Guerra-di-Ravenna ). Vi è un profondo senso politico e culturale nel ricordare che gli ebrei non furono solo vittime del genocidio, ma si ribellarono al ghetto di Varsavia e altrove, parteciparono con entusiasmo alla resistenza dovunque, ma soprattutto in Polonia, Francia ed Italia e contribuirono, per quanto fu loro consentito, ai combattimenti delle forze alleate. Eliminare questo fatto rende monco il ricordo della lotta al nazismo, ne fa semplicemente una questione di vittime, una specie di "sacrificio" (come suona la parola "Olocausto") o di via Crucis, come spesso ha proposto di pensare la Chiesa. Mentre gli ebrei cercarono di difendersi e di contribuire all'eliminazione del nazismo. Per questo il giorno civile di ricordo del genocidio, che in Israele cade in primavera, quest'anno lunedì 28, si chiama "giornata della Shoà e dell'eroismo", cioè della Resistenza. E però la loro presenza organizzata alle manifestazioni del 25 aprile è contestata da coloro che pretendono di portarvi le bandiere palestinesi, con l'acquiescenza delle forze politiche di sinistra. Ugo Volli |
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