Shari'a a scuola in Gran Bretagna Reportage di Enrico Franceschini
Testata: La Repubblica Data: 22 aprile 2014 Pagina: 17 Autore: Enrico Franceschini Titolo: «Birmighan, la shari'a a scuola»
Riportiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 22/04/2014, a pag. 17, l'articolo di Enrico Franceschini dal titolo "Birmighan, la shari'a a scuola".
Enrico Franceschini Scuola islamica a Birmighan
Maschi e femmine tenuti rigidamente “segregati” in classe, a ginnastica, in mensa, con i bambini davanti e le bambine in fondo all’aula. Studenti e insegnanti non musulmani discriminati. Lezioni di educazione sessuale sospese. Altri programmi ministeriali modificati per non includere materie giudicate sconvenienti, come musica o recitazione. Farebbe tutto parte dell’“operazione cavallo di Troia”, un complotto di estremisti islamici per impossessarsi di scuole elementari, medie e superiori con l’obiettivo di radicalizzarle. Sembra una trama da romanzo di fantapolitica, invece è l’oggetto di un’indagine del ministero dell’Istruzione britannico. Succede a Birmingham, 1 milione e 100 mila abitanti, seconda maggiore città del Regno Unito (dopo Londra), la prima come crogiuolo multietnico: il 46 per cento della popolazione locale non è di origine europea, più di un quarto dei cittadini sono immigrati asiatici, inclusa la più folta comunità pachistana d’Inghilterra. Una “Little Karachi” dove già in passato le forze antiterrorismo erano intervenute, per esempio chiudendo una libreria sospettata di legami con Al Qaeda dopo l’attentato di quattro kamikaze islamici nel metrò di Londra nel 2005. E dove adesso sono cominciate ispezioni e indagini a tappeto nelle scuole, per scoprire se la sharia – la legge islamica – ha sostituito la legge del Regno Unito. Sono 25 le scuole di ogni ordine e grado messe sotto inchiesta, afferma il Birmingham City Council, rivelando di avere ricevuto più di 200 rapporti in seguito a una prima serie di denunce sulla vicenda. Tutto è cominciato con una lettera anonima finita in mano alle autorità cittadine secondo cui fanatici musulmani avevano architettato un piano per impadronirsi degli istituti scolastici locali allo scopo di farne dei centri di reclutamento islamico. Non tutti sono convinti che la lettera fosse autentica. E tuttavia l’inchiesta del ministero ha suscitato una valanga di email e telefonate confidenziali in cui insegnanti e genitori raccontano di un clima di pressione, con casi di segregazione di genere tra le scolaresche, esclusione del personale non musulmano e femminile, censura delle lezioni di educazione sessuale. Ora l’inchiesta è stata assegnata a sir Michael Wilshaw, capo dell’Ofested, l’ispettorato generale del ministero dell’Istruzione. Potrebbe portare al licenziamento di presidi e insegnanti. Beninteso, in Gran Bretagna vivono 2 milioni di musulmani su una popolazione di 60 milioni, rappresentati dal Muslim Council of Britain, associazione che condanna con fermezza estremismo e terrorismo. Esistono scuole statali islamiche (solo a Birmingham ce ne sono 130), così come ve ne sono di statali cattoliche (Tony Blair fece studiare i suoi figli in una di queste), gestite da enti religiosi ma non accusate certo di fare proseliti dell’estremismo. E c’è chi denuncia le ispezioni nelle scuole alla ricerca di radicali islamici come una “caccia alla streghe”: la National Union of Teachers, il sindacato insegnanti britannico, mette in guardia contro qualsiasi tentativo di «demonizzare la popolazione islamica del nostro paese ». Ma dall’attentato che fece 60 morti a Londra quasi un decennio fa, il governo britannico prende ogni fermento di estremismo con estrema serietà. Magari non ci saranno cavalli di Troia con la pancia piena di predicatori islamici nei cortili delle scuole del regno, ma la nazione più multietnica d’Europa non vuole che qualcuno minacci i suoi principi di tolleranza. Uno dei presidi islamici sospettati di essere dietro il complotto, Tahir Alam, avrebbe inviato predicatori estremisti a tenere conferenze nelle scuole di Birmingham e affermato lui stesso, scrive il Daily Mail, che «gli adulteri andrebbero lapidati ». Sono le insidie di una società multiculturale che vuole proteggere la libertà di tutti i suoi cittadini, a cominciare dai banchi di scuola.
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