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Ugo Volli
Cartoline
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Le sue prigioni 20/04/2014

Le sue prigioni
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

 Cari amici,

come ha fatto bene Leoluca Orlando a dare la cittadinanza onoraria a Barghouti, detenuto nelle carceri israeliane con una condanna a cinque ergastoli per omicidi multipli... bazzecole... e non è ancora libero. E dopo di lui il vicesindaco di Roma, a ricevere la moglie di Barghouti e a chiedere anche lui la sua liberazione. E prima di lui De Magistris a dare la cittadinanza ad Abbas, che non è detenuto, perché fa parte della serie "armiamoci e partite" e si è guardato bene da lasciare tracce che lo collegassero direttamente alle parti sanguinose della "lotta", come Arafat, che di giorno faceva il pacifista in inglese coi giornalisti occidentali e di notte dirigeva il terrorismo; ma che comunque i terroristi condannati e incarcerati li paga coi nostri soldi, con gli aiuti europei e americani: il 15% del budget dell'Autorità Palestinese va in stipendi e liquidazioni ai terroristi catturati e alle loro attività, più il 40% ufficiale alle forze "di sicurezza", più un bel pezzo delle spese degli impiegati "civili" che pagano i terroristi, sia quelli di Gaza appartenenti al "nemico" Hamas, sia a quelli di Al Fatah nei territori amministrati dall'Anp.

Marwan Barghouti
Capo staff di Nieri senza laurea il vice sindaco gli impone le dimissioni

Roma, Napoli, Palermo...
E poi ci si chiede perché l'economia palestinese fatica a crescere, salvo quella drogata di Ramallah, perché il sistema di distribuzione dell'acqua perde metà del suo prezioso contenuto, lasciando assetate molte famiglie, perché insomma lo "Stato" palestinese non funzioni affatto per i suoi cittadini nonostante tutti i miliardi di dollari di sovvenzioni e si dà la colpa a Israele, mentre la risposta è che semplicemente, a parte le ruberie dei capi che sono molto consistenti, si tratta di un'economia di guerra, in cui tutto è finalizzato a mantenere in piedi la forza armata, che poi non è un esercito regolare, ma una truppa terrorista, spezzettata, priva di integrità e di etica, non un esercito ma un insieme di bande di tagliagola.
Comunque hanno fatto benissimo i nostri politici locali, i sindaci che dovrebbero cambiare l'Italia, a dare questi segnali. Perché bisogna dire che la pratica carceraria israeliana è intollerabile. Barghouti, che sarebbe l'uomo da liberare, alcuni hanno il coraggio di dire il "Mandela palestinese", anche se Mandela non ha mai fatto l'organizzatore di stragi e Barghouti non ha mai rinunciato alla violenza, il che li rende un tantino diversi, in carcere ha frequentato corsi universitari israeliani, ottenendo un dottorato, concede spesso interviste, interviene nelle discussioni dell'Anp, insomma è tutt'altro che isolato e privo di contatti col mondo.
E però la reclusione israerliana è certamente crudele. Vi devo infatti esporre le lamentele di un ergastolano di quelli liberati nei mesi scorsi come prezzo per il privilegio di sedersi a parlare con il finto cananeo o filisteo Erekat (vi ho raccontato la sua storia "millenaria" qui: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=52501
 un tale di nome Issa Abd Rabbo. Costui, prima delle finte trattative che ora si stanno concludendo, accettate da Abbas solo per liberare gente come lui, "stava scontando due ergastoli per l'omicidio di due israeliani, Ron Levi e Revital Seri, compiuto mentre stavano essi facendo una passseggiata a sud di Gerusalemme nel 1984. Abd Rabbo si è imbattuto nei due studenti universitari, mentre si riposavano sotto un albero di pino. Li ha minacciati a mano armata, ha legato loro le mani, coperto la testa con borse e ha sparato, uccidendoli entrambi." Il tutto naturalmente senza averli mai visti, senza nessun diverbio personale, solo perché erano israeliani.
Un simpatico personaggio, che potrebbe dare un eccitante tocco macabro a tutte le nostre gite in montagna, non vi pare? Bene, è costui che si lamenta della prigione israeliana: "Sono orgoglioso dei francobolli che ho raccolto in carcere, ma era difficile per me di perseguire il mio hobby in prigione, perché c'erano molte restrizioni, arrivavano poche lettere e la qualità dei francobolli era scarsa. La prigione colpisce anche i nostri hobby, non ho avuto nessun album speciale per sistemare in modo corretto, così li ho messi in una busta , che poi mi sono portato via dal carcere ... Ho ripreso il mio hobby della filatelia con entusiasmo, per compensare tutto quello che ho perso durante il mio tempo in prigione." (http://www.timesofisrael.com/freed-terrorist-israel-interfered-with-my-stamp-collecting/ )
Ecco, non vi ricorda Maroncelli e "Le mie prigioni", le scene orripilanti dello Spielberg? Be', praticamente è lo stesso, sono sicuro che anche a Silvio Pellico impedivano di fare collezione di francobolli. Con la differenza che né lui ha ammazzto due ragazzi sconosciuti a sangue freddo, né Maroncelli ha mandato i suoi congiurati nelle locande austriache e nelle chiese e nei matrimoni a fare esplodere decine di persone.
Ma forse questa differenza non è chiara a Orlando, a De Magistris, all'amministrazione comunale di Roma. O forse, che volete, gli austriaci erano nemici, ma persone civili, ottimi maestri di sci e fabbricanti di torte Sacher. Mentre gli israeliani, ammettiamolo, sono ebrei.

 Ugo Volli


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