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Il Foglio Rassegna Stampa
19.04.2014 Turchia: Tutto il potere a Erdogan
Analisi del dopo elezioni

Testata: Il Foglio
Data: 19 aprile 2014
Pagina: 3
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «Erdogan è tornato il sultano di Ankara, già parla da presidente»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/04/2014, a pag. 3, con il titolo " Erdogan è tornato il sultano di Ankara, già parla da presidente ", il commento redazionale del dopo elezioni in Turchia.

Recep Tayyip Erdogan

Roma. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan continua a dire che ancora non ha deciso cosa ne sarà del suo futuro, ma negli incontri pubblici ha già iniziato a parlare da presidente. Questa settimana Erdogan era ad Ankara, nel quartier generale dell’Akp, per una riunione con i suoi parlamentari dopo la vittoria alle elezioni locali del 30 marzo, vinte con un margine che nessuno si aspettava. “Se dovessi entrare nel palazzo di Çankaya [la residenza presidenziale] sarei il presidente del popolo”, ha detto Erdogan ai suoi parlamentari. “E userei appieno i miei poteri costituzionali”: non mi limiterei al ruolo onorifico del mio predecessore. Le elezioni a presidente sono il 10 agosto, saranno per la prima volta dirette, e il premier è il candidato favorito, benché ancora non ufficiale. L’unico avversario credibile, il presidente uscente Abdullah Gül, alleato di Erdogan ma in competizione con il premier, nelle ultime settimane ha fatto pensare che rimarrà fedele al leader piuttosto che scegliere lo scontro. Se tutto va secondo i piani di Erdogan, potrebbe esserci una staffetta premier-presidente con Gül o con il fedelissimo vicepremier Bülent Arinç, che a differenza di Gül ha fama di falco. Erdogan è tornato il sultano di Ankara. Fino al 30 marzo sembrava finito, indebolito dagli scandali politici e dalle intercettazioni, perseguitato dalle sue stesse ossessioni. Gli osservatori scambiavano l’asprezza dei suoi toni per isteria e la durezza dei suoi provvedimenti (contro la polizia, contro i giudici, contro Twitter e YouTube, contro i manifestanti, contro i giornalisti, contro i sodali di Fethullah Gülen) come segnali di debolezza. Ora Erdogan è tornato in controllo di se stesso e della Turchia, e come promesso nel suo discorso della vittoria, sta ripulendo il paese da quel che resta dei suoi nemici. Giovedì il Parlamento turco ha approvato una nuova legge sui servizi segreti che aumenta i poteri del Mit, l’intelligence turca, e rinsalda il controllo del governo su di essa. Contemporaneamente presentava un progetto di legge elettorale che, secondo l’opposizione, è stato studiato apposta per favorire l’Akp. Da quando Erdogan ha vinto le elezioni i leak imbarazzanti di conversazioni trafugate sono cessati, dopo aver raggiunto l’apice con la pubblicazione di una registrazione fatta durante una riunione segreta nell’ufficio del ministro degli Esteri – che ora vieta ai giornalisti di usare il cellulare perfino durante le conferenze stampa. La settimana scorsa la Corte costituzionale turca ha imposto la riapertura di Twitter, chiuso a una settimana dal voto insieme a YouTube per evitare la pubblicazione di nuovi leak, ma il governo ha fatto appello e due giorni fa ha convocato i dirigenti dell’azienda e ha imposto una politica rigida di censura dei tweet sgraditi che dovrà essere applicata “velocemente”. Nel frattempo continua la purga dentro alla magistratura e alla polizia, e ora i funzionari ritenuti infedeli non sono più trasferiti, ma arrestati. La prossima settimana ad Ankara è previsto un incontro tra funzionari russi e turchi sul rinnovo dei contratti energetici, le forniture di gas e l’energia nucleare. La Turchia presidia il confine orientale dell’area Nato, ma davanti alla crisi ucraina è rimasta defilata. Uno degli obiettivi potrebbe essere ottenere il passaggio in Turchia del gasdotto South Stream, progettato da Gazprom per tagliare il mar Nero e portare il gas russo in Europa (la destinazione finale sarebbe l’Italia) senza passare per l’Ucraina. A marzo, a causa della crisi in Crimea, l’Unione europea ha sospeso le trattative su South Stream, e la Turchia, scrive Reuters, si è proposta per sostituire l’Italia come destinazione finale. Nel giro di un decennio, la Turchia potrebbe superare l’Italia come secondo maggior consumatore di gas dopo la Germania, e con l’aria di sanzioni che gira in Europa il presidente russo Putin tratterà con riguardo Ankara nei colloqui della settimana prossima.

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