(ANSA) - ROMA, 17 APR - «Esprimiamo profonda delusione per la scelta del sindaco Leoluca Orlando di conferire la cittadinanza onoraria a Marwan Barghuti: si tratta di una decisione vergognosa che, in alcun modo, favorisce il difficile negoziato di pace tra Israeliani e Palestinesi». È quanto sottolinea l'Ambasciatore d'Israele Naor Gilon sulla scelta del primo cittadino di Palermo di conferire la cittadinanza a Barghuti definendolo «prigioniero politico». «Parole lontane dalla realtà», prosegue Gilon: «È solamente un terrorista». «Riteniamo che la scelta dell'amministrazione comunale presieduta dal Sindaco Orlando, non renda onore ad una bella ed importante città come Palermo», precisa l'ambasciata d'Israele in una nota annunciando che Gilon, aveva inviato «una lettera personale a Orlando» invitandolo «a non commettere un simile errore» ricordandogli «tutti gli attentati organizzati da Barghuti ed i nomi e cognomi delle vittime innocenti decedute negli attacchi». Nella cerimonia, svoltasi il 15 aprile scorso - si sottolinea in una nota dell'ambasciata d'Israele - il sindaco Orlando ha descritto Barghouti «come un prigioniero politico», «simbolo della volontà di pace in Medio Oriente». Purtroppo, queste parole sono estremamente lontane dalla realtà. Marwan Barghuti, infatti, «non è affatto un prigioniero politico. Al contrario, egli è solamente un terrorista, condannato dalla giustizia per aver organizzato decine di attentati contro persone innocenti», prosegue. Dopo un'iniziale scelta del dialogo - a cui Israele ha acconsentito - Marwan Barghuti «ha volontariamente scelto la strada della violenza e usato il gruppo dei Tanzim, da lui comandato, per uccidere nove civili israeliani. Cosi facendo, al contrario di quello che afferma il Sindaco Orlando, Barghuti è stato uno dei principali artefici del fallimento del negoziato di pace». L'attuale campagna mediatica per la liberazione di Marwan Barghuti «non ha nulla a che vedere con il dialogo» ribadisce la nota spiegando che «al contrario, si tratta unicamente di un'azione politica contraria alla pace e volta a fornire al pubblico una rappresentazione completamente distorta della realtà storica. Concedere spazio a simili eventi significa implicitamente giustificare la scelta della violenza e del terrorismo».