Ieri mattina, alle prime luci dell’alba, è mancato Emanuele Pacifici, figura simbolo della memoria storica dell'ebraismo e padre di Riccardo Pacifici, presidente attuale della Comunità ebraica di Roma.
I funerali si sono tenuti ieri pomeriggio all'interno del cimitero ebraico di Prima Porta.
Emanuele Pacifici, nato nel 1931, era figlio del noto rabbino Riccardo (nato nel 1904) che morì ad Auschwitz nel 1943.
Discendente di un'antica famiglia sefardita, Emanuele Pacifici è stato la memoria storica dell'Ebraismo romano ed italiano. Suo padre venne catturato dai nazisti mentre era a Genova, presso la sua comunità. Morì in campo di sterminio.
Sua madre, Wanda Abenaim, venne tratta in arresto nel convento di Santa Maria di Gesù, in cui aveva trovato rifugio e anch'ella morì nella camera a gas di Auschwitz.
Emanuele fu trovato nel convento delle suore di Santa Marta a Settignano, in provincia di Firenze, dove si era nascosto, da un soldato della Brigata Ebraica che partecipò alla liberazione dell'Italia dai nazisti.
Emanuele si impegnò a difendere la memoria dell'Ebraismo in Italia e si impegnò nel mantenere la memoria dei crimini della Shoah.
Il 9 ottobre del 1982 Emanuele Pacifici fu coinvolto nel terribile e grave attentato al Tempio Maggiore di Roma. Nell'esplosione, come si ricorderà, venne ucciso il piccolo Stefano Gaj Tachè mentre Emanuele Pacifici venne ferito gravemente e ridotto in fin di vita. Dopo mesi di lotta tra la vita e la morte, i medici dell'ospedale Fatebenefratelli riuscirono a salvarlo.
Nella sua vita si dedicò anche alla trascrizione di opere che contenessero delle verità della memoria ebraica. Nella sua autobiografia "Non ti voltare. Autobiografia di un ebreo" si raccontano gli orrori della seconda guerra mondiale ed è la testimonianza diretta di un bambino alle prese con gli orrori della guerra e la persecuzione razziale. La vita di Emanuele Pacifici ha ispirato un libro: Il cacciatore di Giusti.
Esprimo tutto il mio cordoglio alla famiglia.
Tiziana Marengo