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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Il futuro di Israele: 20 anni dopo Oslo 13/04/2014

Il futuro di Israele: 20 anni dopo Oslo
Commento di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

Manfred Gerstenfeld

Nel 1994 Manfred Gerstenfeld pubblicava “Israel 's New Future”,una raccolta di interviste per capire come la storia sarebbe cambiata dopo gli accordi di Oslo. Vent’anni dopo, quasi una verifica delle previsioni, il libro viene ristampato, con una nuova introduzione, che riproduciamo in parte, scritta dall’autore per Informazione Corretta.

La copertina del libro "Israel's New Future Revisited"

I danni causati dalle ostilità arabe contro Israele si possono considerare oggi molto maggiori dei benefici che possono essere derivati allo Stato ebraico dagli Accordi di Oslo.
La politica arabo-palestinese negli ultimi vent’anni si è focalizzata su obiettivi politici dopo il fallimento di quelli militari. Sono state rafforzate le iniziative internazionali finalizzate alla demonizzazione di Israele. Per raggiungere questo fine, i palestinesi hanno gradualmente coinvolto i loro alleati occidentali, sviluppando contro Israele il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimenti, Sanzioni).
Dal mondo islamico proviene oggi una politica criminale più che da qualunque altra parte del mondo. Non vi sogno segnali che attribuiscano ai palestinesi una percentuale di violenza estremista e criminale inferiore ad altre società mediorientali, come ad esempio Siri, Iraq o Egitto.
I palestinesi hanno raggiunto questo successo senza particolari meriti, semplicemente sviluppando una immagine diversa da altre culture contraddistinte anch’esse da violenza. Gli alleati occidentali dei palestinesi ignorano volutamente la glorificazione degli assassini dei civili israeliani messa in atto da Mahmoud Abbas e dagli altri leader dell’Autorità palestinese. Molti fra loro chiudono anche gli occhi davanti allo statuto genocida di Hamas. Altri, fra coloro che collaborano con gli estremisti palestinesi, si nascondono persino dietro a una falsa maschera umanitaria.

Il mio libro del 1994 “ Il Nuovo Futuro di Israele, Interviste”, riportava le previsioni di 16 autorevoli israeliani sugli sviluppi futuri dopo la firma ufficiale degli accordi di Oslo del 1993. Ma da allora, le prospettive sul futuro di Israele sono cambiate radicalmente. Molte previsioni degli intervistati si sono rivelate corrette, ma tantissime altre invece errate. Le peggiori sono state quelle degli ottimisti.
L’ex Ministro degli Esteri Abba Eban, dichiarava nella sua intervista che “ Israele è impegnata in negoziati diretti con Siria, Giordania e Libano” e con quella che chiamava “ la corrente principale del movimento palestinese”.Aggiungeva “ siamo ospiti bene accolti in Marocco e in Tunisia, e vi sono contatti con Arabia Saudita e gli Emirati del Golfo e il boicottaggio arabo ha iniziato a disintegrarsi”. Abba Eban sottolineava come questi sviluppi avrebbero portato un cambiamento totale nell’approccio arabo, “Mai israeliani e arabi si sono incontrati in così tante occasioni a Washington, Tokio,Mosca, Ottawa, Roma e in questa regione. Sul piano militare gli arabi sono sempre stati sconfitti da Israele, adesso stanno liberandosi dal trauma della sconfitta. Prima del crollo del Comunismo e della Guerra del Golfo, gli ultimi due maggiori eventi di questi ultimi anni, nessuno avrebbe previsto che sarebbe accaduto”

In Medio Oriente le dinamiche politiche si muovono rapidamente e in varie direzioni. La situazione politica oggi  è molto lontana da quella che Eban prevedeva pochi mesi dopo la firma degli Accordi di Oslo. Molti sviluppi militari e politici sono avvenuti nella regione negli ultimi vent’anni. Israele è stata colpita da alcuni, come la seconda intifada iniziata nel 2000.
Israele, dal canto suo, ha dato inizio al ritiro unilaterale da Gaza nel 2005. Molti altri avvenimenti importanti si sono verificati senza il coinvolgimento di Israele, come le rivoluzioni nei paesi arabi, falsamente etichettate “primavere arabe”. Israele è stata toccata solo marginalmente dalla guerra civile siriana. Gli israeliani ottimisti che hanno creduto negli Accordi di Oslo con un entusiasmo quasi messianico avevano radicalmente torto, i palestinesi non si sono trasformati in democratici. La proposta politica “Terra in cambio di Pace”, può persino essere giudicata fallimentare dopo l’uscita unilaterale da Gaza nel 2005 e la presa del potere di Hamas nel 2007.

In quanto ai pessimisti che vedevano negli Accordi di Oslo “l’inizio della fine di Israele”, il giudizio rimane sospeso. Oggi i mutamenti in Medio Oriente superano in intensità quelli che avvenivano prima di Oslo. Eventi che possono danneggiare il futuro di Israele, avvengono ora con maggiore frequenza di prima della fine del secolo scorso. Se dovessi commentare oggi quel che sta avvenendo e i prossimi futuri sviluppi dovrei apportare alcuni cambiamenti nell’introduzione che scrissi la scorsa estate per la nuova edizione del mio libro “Israel’s New Future Revisited”.
In una realtà che cambia così rapidamente, è forse persino impossibile prevedere alcunché su Israele.
Che cosa abbiamo imparato dagli Accordi di Oslo e dai loro sviluppi ? La lezione più importante è che un accordo di pace con i palestinesi è diventato nel corso degli anni solo un pezzo di carta. Il doppio standard dell’umanitarismo occidentale continuerà a incolpare Israele, come hanno fatto ignorando gran parte della cattiva condotta dei palestinesi.

Cosa deve fare allora Israele ?
La prima cosa che viene in mente è  tenere sotto controllo la situazione interna. I fattori economici chiave devono essere esaminati con cura e le proteste sociali devono essere mantenute entro limiti ragionevoli. Fare concessioni di vasta portata per una vera pace con i palestinesi e il mondo arabo potrebbe essere giustificato. Ma fare un accordo firmato lontano dalla realtà sarebbe irresponsabile. Soprattutto in una regione che cambia così in fretta, in un mondo instabile e imprevedibile.


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