Abbiamo già pubblicato la decisione del Congresso americano di non concedere il visto d'ingresso negli Usa a Hamid Aboutalebi, l'iraniano nominato da Teheran ambasciatore all'Onu. La riprendiamo nuovamente oggi, 12/04/2014, dalla STAMPA a pag.13, con il titolo "Iran, ambasciatore sgradito all'America ", perchè la Casa Bianca ha condiviso il voto del Congresso. Le motivazioni sono nel testo di Paolo Mastrolilli. Quale differenza di valutazioni tra Usa e Italia, dove Aboutalebi è stato ambasciatore, senza che venisse sollevata nessuna riserva sul suo passato.
Niente visto Usa Hamid Aboutalebi
Ecco l'articolo:
La nomina del nuovo ambasciatore iraniano all’Onu sta creando una crisi che potrebbe mettere a rischio le trattative in corso sul programma nucleare di Teheran. Il Congresso, infatti, ha votato compatto per negare il visto di ingresso negli Usa ad Hamid Aboutalebi, e ieri la Casa Bianca ha concordato, perché da giovane faceva parte del gruppo estremista che nel 1979 aveva assalito l’ambasciata Usa nella Repubblica islamica e tenuto prigionieri i suoi dipendenti per un anno. Aboutalebi, ex ambasciatore anche in Italia, è stato scelto dal presidente Rouhani come nuovo rappresentante al Palazzo di Vetro. In base agli accordi che avevano confermato New York come sede, gli Usa si erano impegnati a garantire i visti ai diplomatici inviati all’Onu. Quando però si è saputo che Aboutalebi aveva fatto il traduttore per i rapitori dei funzionari Usa, i politici si sono ribellati, e in breve tanto il Senato, quanto la Camera, hanno votato contro la concessione del permesso di ingresso. Quindi la Casa Bianca ieri ha comunicato che non concederà il visto, ma la Repubblica islamica ha risposto che considera questo divieto inaccettabile. Il Palazzo di Vetro non è ancora stato coinvolto nella vicenda, nel senso che nessuna delle due parti ha chiesto un suo parere formale, e spera che la questione si possa risolvere su base bilaterale. Quando occasioni simili si erano presentate in passato, in genere l’Onu aveva chiesto agli Usa il rispetto dell’accordo. Ora però questa vicenda assume una delicatezza particolare, perché potrebbe aggiungere un altro ostacolo alle già difficili trattative sul programma nucleare iraniano, che dovrebbero concludersi entro l’estate.
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