Nel solito miserabile articoletto di Michele Giorgio del Manifesto sui detenuti arabi in Israele, mi ha colpito un lapsus che l' ineffabile cronista commette, quando dice ''' quattordici detenuti appartengono alla minoranza palestinese in Israele ( araba israeliana )'''. L'improvvisato analista si sente in dovere di spiegare la definizione ''minoranza palestinese in Israele '' perchè il concetto potrebbe risultare non chiaro per i suoi acritici lettori, i quali noterebbero che in Israele vivono numerosi arabi ,che non si sognano neanche lontanamente di andare via . E' un perfetto esempio di linguaggio ipocrita e per gli aspetti clinici forse ci vorrebbe il dott. Freud.
lettera firmata
Israele è l'unico paese del Medio Oriente nel quale gli arabi godano dei pieni diritti umani, civili e politici; non stupisce che chi vi vive si guardi bene dall'abbandonarlo. Si deve anche considerare, però, che i partiti arabi perseguono una strategia di cancellezione del carattere ebraico di Israele per via demografica. Anche per questo molti "arabi israeliani" non avrebbero intenzione di rinunciare alla cittadinanza israeliana anche qualora nascesse uno Stato palestinese.