Abbiamo pubblicato il 24/03/2014 due lettere di nostri lettori ad Amnesty International, seguite dalle risposte, perfettamente identiche, dell'organizzazione. Ecco il link alla pagina: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=90&id=52853
Di seguito, pubblichiamo un'altra lettera di un nostro lettore ad Amnesty, seguita da un'altra risposta identica alle altre. Che Amnesty prenda in giro persino chi finora l'ha sovvenzionata, ci pare un indice di cialtroneria inaccettabile. A fondo pagina il nostro successivo commento.
Ecco il testo della lettera:
A sentirvi Israele è il nemico pubblico numero uno dei diritti umani, mica hamas e compagnia ammazzante. Il senso del ridicolo non vi tocca neanche di striscio, eh? Viste le persistenti posizioni pregiudizialmente antiocciodnetali e antisraeliane in particolare, mando due righe per dire che non vedrete mai una pur modesta donazione da parte mia, e farò quanto mi è possibile per convincere i miei amici, che vi credono paladini dei diritti umani, a destinare ad altre organizzazioni le loro. lettera firmata
Ecco la risposta di Amnesty:
Gentile Sig.ra/Sig.
mi dispiace che, a seguito di un rapporto sull'uso eccessivo della forza da parte delle forze di polizia e militari israeliane, Lei abbia preso la decisione di non dedicare più tempo, attenzione e denaro ad Amnesty International.
Senza la pretesa di volerLa convincere a cambiare idea, vorrei però farLe avere qualche informazione in più:
1. Il rapporto si basa su ricerche e analisi effettuate da Amnesty International dopo che le Nazioni Unite hanno registrato, nel 2013, un numero di civili palestinesi uccisi doppio rispetto al totale del 2012 e 2011. Tali ricerche e analisi hanno portato la nostra organizzazione a concludere che in buona parte dei casi si è trattato di uso eccessivo della forza e, in alcuni, persino di omicidio intenzionale. Commentando in modo franco ma certamente più informato e rispettoso il nostro rapporto, l'IDF (l'esercito israeliano) non ha smentito l'aumento del numero di morti attribuendolo all'aumento delle manifestazioni. Occorrerebbe capire perché aumentano le manifestazioni ma questo scambio è un segno di dialogo tra posizioni distanti, ma sempre un dialogo.
2. Sui paesi islamici, che secondo Lei dovremmo compiacere, c'è una nutrita documentazione a Sua disposizione sul sitowww.amnesty.it: dai crimini commessi dai gruppi armati qaedisti in Siria, fino alla persecuzione dei cristiani nel nord della Nigeria, passando per tutte le monarchie del Golfo fino alle centinaia di esecuzioni l'anno in Iran e alle frustate contro le donne in Sudan, posso assicurarLe che non ci sfugge niente.
3. Diffondendo il rapporto su Israele, abbiamo menzionato anche il rapporto sulle pesanti limitazioni alla libertà d'espressione e di manifestazione che i palestinesi subiscono ad opera delle autorità di Ramallah. Per non parlare delle violazioni che la popolazione civile palestinese subisce ad opera delle autorità di Gaza e, naturalmente, delle conseguenze dell'illegale, irresponsabile e criminale lancio di migliaia di razzi negli ultimi anni contro la popolazione civile israeliana. Ciò, proprio per tutelare l'obiettività e l'imparzialità che Lei rileva siano state perdute a causa del rapporto in questione.
Un cordiale saluto
Anche il nostro commento nella sostanza rimane lo stesso: Amnesty non può negare la sua faziosità anti-israeliana e fornisce a tutti i suoi interlocuturi la medesima non-risposta realizzata con il copia incolla. IC redazione |