Negoziati Israele/Autorità palestinese: chi li affossa ? commento di Maurizio Molinari
Testata: La Stampa Data: 27 marzo 2014 Pagina: 13 Autore: Maurizio Molinari Titolo: «Negoziato di pace verso il flop»
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 27/03/2014, a pag. 13, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Negoziato di pace verso il flop ".
Maurizio Molinari, Abu Mazen: "Perché non appoggiate uno Stato palestinese ?"
John Kerry si è allontanato per 18 ore dal viaggio europeo di Obama nel tentativo di evitare il collasso del negoziato di pace in Medio Oriente. La decisione di saltare la tappa di Bruxelles recandosi ad Amman è stata presa assieme a Obama dopo aver letto la trascrizione del discorso pronunciato da Abu Mazen alla Lega Araba riunita in Kuwait. Il presidente palestinese ha infatti detto di non voler riconoscere Israele come «Stato ebraico», di essere pronto a riportare la battaglia sul riconoscimento dell’indipendenza nazionale all’Onu e di non voler prolungare i negoziati in ragione del mancato impegno della controparte, il premier Benjamin Netanyahu. Sono affermazioni che contrastano con le promesse di disponibilità negoziale fatte da Abu Mazen a Obama alla Casa Bianca e descrivono il rischio di un corto circuito nelle prossime 48 ore. Il motivo è che domani il governo israeliano dovrebbe liberare 104 detenuti palestinesi - il quarto e ultimo gruppo concordato con Abu Mazen nove mesi fa - ma Netanyahu non vuole farlo senza avere prima l’impegno dell’Anp a continuare i negoziati dopo la scadenza del 29 aprile, stabilita da Obama. Abu Mazen non sembra avere però intenzione di prolungare i negoziati senza incassare prima la liberazione dei prigionieri e anche l’impegno di Netanyahu a congelare le costruzioni di nuovi insediamenti in Cisgiordania. Come se non bastasse si aggiunge il disaccordo sui nomi dei detenuti che Israele dovrebbe liberare: Abu Mazen vuole l’inserimento di 14 arabi-israeliani - di cui ha già diffuso i nomi - dicendo che Washington è d’accordo mentre Netanyahu si oppone con fermezza per non legittimare l’Autorità palestinese come rappresentante della minoranza araba nello Stato ebraico. Quantità ed entità dei disaccordi sono tali da far temere a Kerry il fallimento dei negoziati finora condotti ovvero un nuovo smacco per la politica estera di Obama. Da qui il blitz ad Amman, durante il quale il Segretario di Stato ha tentato di prendere tempo proponendo ad Abu Mazen un prolungamento del negoziato di un anno, accompagnato dal rilascio di detenuti in Israele. L’ultima parola spetta al presidente palestinese. Ma, come lo stesso Kerry ha ammesso, deponendo davanti al Senato, il maggior ostacolo agli sforzi negoziali resta «il livello di sfiducia senza precedenti che si registra fra israeliani e palestinesi».
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