Dire al mondo che il re è nudo
Cartolina da Eurabia, di Ugo Volli
A destra: Moshe Ya'alon
Cari amici,
non so se ve ne siete accorti, ma nei giorni scorsi è successo qualcosa di veramente grave in Israele. Vi chiedete che cosa sia? Pensate che possa riferirmi alla pioggia di missili da Gaza? Alla cattura della nave che portava rifornimenti di armi dall'Iran a Gaza, armi che - non l'ha detto nessuno sui giornali occidentali e invece è assai significativo - sono passate per la Siria ma sono di origine cinese? Al ritorno trionfale di Abbas, trattato come un eroe per aver rifiutato le proposte di Obama sulla trattativa con Israele, che pure sono molto sbilanciate in senso palestinista, come aveva fatto Arafat con Clinton - badate anche a questo per favore - subito prima di lanciare l'ondata terrorista chiamata poi seconda intifada? Gli incidenti con Hezbollah e Siria che segnalano come il fronte sciita, sentendosi vincitore nella guerra civile siriana, potrebbe voler legittimarsi rispetto all'opinione pubblica araba attaccando Israele?
Grazie, ottimi suggerimenti, segnalano problemi urgenti e reali; ma non è questo che intendevo. Volevo parlarvi dell'incredibile affronto, della vergognosa lesa maestà, della provocazione bella e buona di cui sì è reso colpevole il ministro della Difesa israeliano Moshé Ya'alon. Non ne avete sentito parlare? Meno male, certe cose meno si sanno e meglio è. Comunque mi tocca informarvi, e vi traduco alla buona la cronaca che ne ha fatto il Jerusalem Post: " Ya'alon , nel suo discorso all'Università di Tel Aviv , ha detto che alla luce delle politiche degli USA in Medio Oriente, con la Cina e con la Russia, si è sviluppata nel mondo un'immagine di "debolezza". "Il campo sunnita moderato si aspettava che gli Stati Uniti lo sostenessero, e fossero fermi, com'è il sostegno della Russia per l'asse sciita", ha detto Ya'alon. "Ho sentito delle voci di delusione nella regione. Ero a Singapore e ho sentito la delusione sulla Cina sempre più forte e gli Stati Uniti sempre più debole. Guardate cosa sta accadendo in Ucraina , dove gli Stati Uniti sta dimostrando debolezza, purtroppo." Ya'alon ha criticato gli Stati Uniti per mostrare la debolezza a livello globale."Se si sta seduti e aspettare a casa, il terrorismo verrà di nuovo ", ha detto. " Anche se ci si ripara, arriverà. Questo è uno scontro di civiltà . Proiettare un'immagine di debolezza non paga. Nessuno andrà a sostituire gli Stati Uniti come poliziotto del mondo. Mi auguro che gli Stati Uniti tornino al loro ruolo. Se non lo fanno, l'ordine mondiale rischia di sfaldarsi, e gli Stati Uniti sono fra coloro che ne soffriranno". Per quanto riguarda l'Iran, Ya'alon ha detto che "fa comodo agli occidentali rimandare il confronto. Se possibile al prossimo anno, o al prossimo presidente. Ma alla fine il problema esploderà. "Gli Stati Uniti sono stati battuti nel negoziato dall'Iran" e dunque "su questo tema dobbiamo comportarci come se non avessimo nessuno a difenderci, se non noi stessi." (http://www.jpost.com/Diplomacy-and-Politics/Americans-trying-to-deligitimize-Israels-Defense-Minister-Yaalon-345895)
Vi sembrano considerazioni di buon senso? Ricordate che sulla debolezza di Obama hanno scritto un po' tutti, compreso il New York Times e perfino l'incrollabile palestinista Umberto de Giovannangeli sull'Unità da noi (http://80.241.231.25/ucei/Viewer.aspx?Mode=S&ID=2014010626447313)? Allora dovete essere dei pericolosi estremisti come Ya'alon e - nel mio piccolo - come me. Gli americani hanno reagito in tutt'altro modo: "Siamo rimasti scioccati dai commenti di Moshe Ya'alon, che seriamente mettono in discussione il suo impegno per rapporti di Israele con gli Stati Uniti", ha detto un alto funzionario dell'amministrazione al Jerusalem Post. "Inoltre, questa dichiarazione fa parte di un modello inquietante di comportamento in cui il ministro della difesa scredita l'amministrazione Usa, e insulta i suoi più alti funzionari." (http://www.jpost.com/Diplomacy-and-Politics/Mystified-US-slams-Israeli-defense-minister-Yaalons-criticism-of-Obama-345809). Naturalmente Yaalon ha fatto sapere che non voleva offendere nessuno personalmente e che i suoi erano commenti politici (http://www.jpost.com/Opinion/Editorials/Yaalons-apology-346061): "Non c'era derisione, critica o il desiderio di offendere gli Stati Uniti o danneggiare il rapporto con essi. Le relazioni strategiche tra i due stati è della massima importanza, come lo sono i legami personali e gli interessi comuni", ha detto Ya'alon. "Apprezzo profondamente il rapporto tra Israele e gli Stati Uniti a tutti i livelli ed in particolare tra i nostri due complessi di difesa." Ma gli americani non sono affatto soddisfatti e hanno fatto sapere che si aspettano delle scuse vere e proprie:"Abbiamo ancora ulteriori preoccupazioni circa il modo di comportarsi di Ya'alon", ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Jen Psaki nel corso di una conferenza stampa. "Penso che abbiamo chiaramente espresso il nostro disappunto per i suoi commenti offensivi e le scuse sarebbero un naturale passo successivo." (http://www.i24news.tv/en/news/israel/diplomacy-defense/140321-us-is-waiting-for-a-proper-apology-from-ya-alon)
In realtà un incidente simile era accaduto un paio di mesi fa, quando Ya'alon osò criticare Kerry: "Un articolo di "Yediot Aharonot" ha innescato l'incidente diplomatico, citando Ya'alon, che avrebbe detto in incontri privati che gli sforzi diplomatici di Kerry derivavano da una "ossessione incomprensibile" e da "un sentimento messianico". Secondo il giornale Ya'alon ha detto che Kerry dovrebbe "prendere il suo premio Nobel e lasciarci in pace". Il ministro della Difesa, riferendosi al piano di sicurezza degli Stati Uniti che ha preparato il generale US Marine in pensione John Allen, avrebbe detto che "non vale la carta su cui è scritto." (http://www.jpost.com/National-News/US-expects-PM-to-distance-himself-from-Yaalons-reproachful-comments-of-Kerry-338209). Anche in quel caso c'erano state non proprio delle scuse, ma la dichiarazione di apprezzare l'amicizia fra Israele e Usa e di non voler turbare i rapporti. E il primo ministro aveva tentato una mediazione, senza peraltro smentire Ya'alon, dicendo in un discorso alla Knesset: "Anche quando abbiamo divergenze con gli Stati Uniti, sono sempre sul cuore della questione, non sui meriti di un individuo", ha detto il primo ministro. "Gli Stati Uniti sono il nostro più grande alleato. Siamo partner di obiettivi e interessi comuni: la stabilità regionale, la guerra al terrorismo, la crescita, la sicurezza e la pace. Stiamo facendo sforzi per portare la sicurezza nella regione e difendere i nostri interessi".
A parte le polemiche prevedibili dell'opposizione, le reazioni in Israele non sono state certamente ostili a Ya'alon (http://www.commentarymagazine.com/2014/02/05/defending-kerry-while-blaming-israel/
http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/178771). Le ragioni di questa generale approvazione sono probabilmente le stesse questioni che agitano estremisti poco raccomandabili come voi e me: perché Obama e Kerry sistematicamente appoggiano i nemici strategici dell'America (Russia, Iran, Siria) e maltrattano gli alleati strategici a rischio di perderli e in più vengono presi a schiaffi in faccia dai suddetti nemici? Anche quando l'Urss era potente e imperiale ben più della Russia attuale (che è ormai solo un grande fornitore di materie prime, ricco ma arretrato tecnologicamente ed economicamente), quale leader sovietico si sarebbe permesso di definire "risibili" le politiche americane come ha fatto neanche Putin, ma un suo tirapiedi qualunque a proposito dell'Ucraina? E perché Obama e Kerry si concentrano così ossessivamente su una questione palesemente non scottante come il conflitto fra Israele e l'Autorità Palestinese, quando intorno il mondo brucia (http://www.jpost.com/Diplomacy-and-Politics/Lessons-to-be-learned-from-the-Kerry-Yaalon-incident-338358).
Ma c'è molto di più. Obama e Kerry si sono permessi toni molto violenti nei confronti del governo israeliano e di Netanyahu personalmente, accusandolo nell'ultima intervista citatissima a Jeffrey Goldberg di portare al disastro economico e politico il suo paese (http://www.bloombergview.com/articles/2014-03-02/obama-to-israel-time-is-running-out), motivando questi attacchi con il fatto che "fra amici ci si dice tutto". Benissimo, dica Obama quel che vuole contro Netanbyahu, cerchi anche, come sta facendo da cinque anni, di rovesciarne il governo. Ma perché un ministro israeliano non potrebbe dissentire dalle scelte di politica estera di Obama, che investono pesantemente la sicurezza israeliana, dicendo che esprimono una pericolosa debolezza (http://www.jpost.com/Features/Front-Lines/Diplomacy-Yaalon-strikes-twice-346062)?
Ebbene, no. Come dice il Cavaliere di Ripafratta nella "Locandiera" di Goldoni, "vi è qualche differenza fra voi e me". Differenza di rango e di potere, certamente. L'America è molto più potente di Israele ed è difesa da due begli oceani - anche se i terroristi hanno mostrato di poter arrivare anche fin lì, come si è visto l'11 settembre 2001. Ma consentitemi, sarò forse oltre che estremista un po' paranoico. Nel non accettare il dissenso israeliano riservandosi di spiegare a Israele che cosa deve fare e non fare, che cosa gli conviene e che cosa lo danneggia, come è già accaduto spesso coi tedeschi nell'ultimo periodo (http://www.jewishpress.com/indepth/columns/fundamentally-freund/why-is-germany-telling-jews-where-to-live/2014/01/17/), io sento uno sgradevole eco di quando gli ebrei non dovevano contraddire o essere meno che rispettosi dei cristiani (o nel caso di Obama forse dei musulmani) che si trovassero di fronte. Altri tempi, direte voi? Appunto. Che qualcuno lo spieghi all'amministrazione americana. E per ora, viva Ya'alon, abbastanza coraggioso da dire al mondo che il re è nudo.
Ugo Volli