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La Repubblica-Avvenire-Il Manifesto Rassegna Stampa
23.03.2014 Sventato un attentato di Hamas
ma l'autodifesa israeliana diventa nelle cronache un 'raid' immotivato

Testata:La Repubblica-Avvenire-Il Manifesto
Autore: la redazione Repubblica, Avvenire - Michele Giorgio
Titolo: «Caccia all'alba al miliziano di Hamas tre morti nel campo profughi di Jenin - Blitz israeliano: 3 uccisi I gruppi amati: vendetta Ramallah -Raid di Israele nel campo profughi di Jenin, 4 morti»

Riprendiamo una notizia uscita su tre quotidiani.


Il funerale a Jenin

D
a REPUBBLICA ,di oggi, 23/03/2014, a pagina 15, l'articolo dal titolo "Caccia all'alba al miliziano di Hamas tre morti nel campo profughi di Jenin".
Soltanto giungendo all'ultima riga della breve il lettore può apprendere la motivazione dell'azione israeliana: sventare un attentato. Quelli che la redazione definisce "miliziani", infatti, sono in realtà terroristi. Un "miliziano" di Hamas, in particolare, è membro di un'organizzazione ritenuta terroristica  dall'Unione Europea e dagli Usa. 

Ecco il testo:

Ieri all'alba un'incursione dell'esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, ha provocato un lungo scontro a fuoco in cui sono morti tre miliziani palestinesi delle brigate di Hamas, di al-Fatah e della Jihad islamica. Ai funerali migliaia di persone hanno scandito slogan contro la trattativa di pace fra l'Anp e Israele, invocando la riconciliazione politica fra al-Fatah, Hamas e Jihad che in un documento congiunto anticipano una reazione "dolorosa". Il governo israeliano ha invece lodato i soldati: avrebbero sventato un imminente attentato ordito dal miliziano di Hamas ucciso nella sparatoria.

Da AVVENIRE di oggi, 23/04/2014, da pagina 13, l'articolo "Blitz israeliano: 3 uccisi I gruppi armati: vendetta Ramallah". Sul quotidiano cattolico la versione israeliana scompare del tutto: nessun cenno all'attentato sventato.

Ecco il testo: 

Tre gruppi armati palestinesi hanno già minacciato una rappresaglia «dolorosa» per l'incursione militare israeliana di ieri all'alba nel campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania, costata la vita a tre persone (15 i feriti). È quanto si legge in un comunicato congiunto firmato dalle Brigate al-Qassam, di al-Quds e dai Martiri di al-Aqsa. I tre gruppi accusano i servizi di sicurezza dell'Anp di «complicità' con Israele. L'Anp ha tuttavia fatto appello agli Stati Uniti affinché fermino i raid israeliani in Cisgiordania, pena «il crollo degli sforzi di pace» mediati dagli Usa.

Dal MANIFESTO di oggi 23/03/2014, a pagina 7, riportiamo l'articolo di Michele Giorgio "Raid di Israele nel campo profughi di Jenin, 4 morti".
Il quotidiano comunista si distingue dagli altri perchè riporta una versione palestinese (senza fonti identificate) sulla morte del terrorista di Hamas. l'accusa agli israeliani, volta evidentemente ad esacerbare gli animi e a promuovere le manifestazioni violente che già hanno avuto luogo, è di omicidio a sangue freddo.
Giorgio collega poi le minacce dei gruppi terroristici palestinesi successive all'azione israeliana all'"oltraggio" che sarebbe stato provocato "in Cisgiordania" dalle parole del ministro Ya'alon, che si è semplicemente detto soddisfatto perché un attentato è stato sventato. 
La reazione dell'Autorità palestinese all'accaduto (minacciare il crollo dei negoziati di pace) è d'altro canto giudicata da Giorgio "molto moderata".
 
Se ne deduce che per il corrispondente del quotidiano comunista la reazione appropriata sarebbe la violenza terroristica.

Ecco il testo dell'articolo

Gli Stati Uniti fermino le attività militari israeliane in Cisgjordania, altrimenti crolleranno gli sforzi di pace avviati a Washington.. E questo l'avvertimento lanciato dall'Autontà nazionale palestinese di Mahmud Abbas in risposta al raid nel campo profughi di Jenin lanciato ieri dall'esercito israeliano per arrestare Hama Abu Hejla, 20 anni, un militante di Hamas accusato di .terrorismo, in cui sono stab uccisi almeno tre palestinesi. Una reazione morbida di fronte a quanto è accaduto. Si tratta del bilancio più alto di morti, in questi ultimi mesi, di un'operazione militare israeliana in Cisgiordania. Sale a oltre 60, secondo un calcolo fatto dall'Olp, il numero dei palestinesi uccisi da Israele da quando, lo scorso luglio, sono riprese le trattative bilaterali, con la mediazione americana. Non mancano le polemiche in casa palestinese. Tre gruppi armati -Brigate Ezzedin al-Qassam (Hamas), Brigate martiri di al Agsa (Fatah) e Brigate al-Quds (Jihad) - accusano ii servizi di sicurezza dell'Anp di aver favoritol'operazione israeliana nel campo di Jenin. Nella notte tra venerdi e sabato, reparti speciali israeliani hanno circondato la casa di Abu Hejla. Quando il giovane si è rifiutato di arrendersi, i militari sono entrati nell'edificio e lo hanno ucciso. II ricercato, secondo la versione israeliana, avrebbe sparato per primo, ferendo due soldati. Invece per i palestinesi è stato ucciso a sangue freddo. Subito dopo decine di giovani si sono riversati in strada a protestare, lanciando sassi e bottiglie molotov. I militari hanno aperto il fuoco uccidendo due dimostranti, tre secondo altre fonti. Il ministro della difesa israeliano Moshe Yaalon ha espresso soddisfazione e affermato che l'operazione .ha impedito un attentato. Parole che hanno provocato oltraggio in Cisgiordania e le organizzazioni armate palestinesi ora minacciano una rappresaglia. Tutto ciò mentre si vivono le fasi più delicate del negoziato voluto dagli americani ma che, sino ad oggi, non ha portato ad alcun risultato. II Segretario di stato John Kerry ha perciò congelato la sua proposta di 'accordo-quadro' e punta solo a una estensione a fine anno dei colloqui oltre la data stabilita del 29 aprile per la firma delle prime decisive intese.


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