A seguito del pezzo di Federico Steinhaus: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=52739
pubblichiamo due lettere, seguite dalla sua risposta.
E' opportuno insistere sulla richiesta fatta ai Palestinesi di riconoscere Israele come Stato ebraico?
Se posso dire in breve la mia, io credo di si. Nella cortese risposta a Sylvia Mayer Federico Steinhaus crede di no, adducendo a motivo che la natura di Israele come Stato ebraico deriva dalla Storia , nonché da alcuni riconoscimenti internazionali , che adesso non sto a citare. E pertanto i Palestinesi dovranno forzosamente adattarvisi. Purtroppo però gli Arabi fanno un'altra storicizzazione dell'esistenza di Israele. Questa storicizzazione fonda il loro esame di realtà, che continuerebbe a permanere intatto anche dopo aver incassato la creazione di uno Stato palestinese. Non si tratta in questo caso di realizzare l'amicizia,che infatti non é possibile, ma di smontare possibilmente in anticipo le premesse che manterrebbero nella controparte la coerenza, spendibile internazionalmente, anche nella scelta di continuare il conflitto sotto varie forme, dopo un accordo di pace. A meno che non si creda che in realtà per Israele si tratti di scegliere tra due ostilità : da un lato un' ostilità internazionale crescente, congiunta all'ostilità dei Palestinesi, e dall'altro l'ostilità dei soli Palestinesi, che però in questo caso avrebbero carte più alte da giocare rispetto all'attuale situazione. E si ritenga infine che quest'ultima sia la soluzione più conveniente.
Grazie dell'attenzione
Andrea Cafarelli
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Mi perdoni se prendo di nuovo la parola. Lei ha scrito "Pertanto, questo riconoscimento non dovrà costituire una precondizione per le trattative di pace, ma più banalmente una carta da giocare al tavolo delle trattative, pronti a rinunciarvi in cambio di altre concessioni da parte dei palestinesi" A cosa si riferisce quindi quel "rinunciarvi" e quel "riconoscimento" cui si sarebbe pronti a "rinunciarvi"? "pronti a rinunciarvi in cambio di altre concessioni da parte dei palestinesi: questa rinuncia potrà essere dolorosa sotto il profilo semantico ed emotivo Cosa intende per "questa rinuncia che potra' essere dolorosa sotto il profilo semantico ed emotivo"? "non toglierà nulla al dato di fatto, incontestabile ed immutabile, che Israele è¨ e rimarrà per sempre la patria storica del popolo ebraico" Che Israele sia la patria storica del popolo ebraico e' scontato per chiunque conosca la Storia (solo qualche "palestinese" o ignorante o in malafede sostiene da qualche tempo il contrario), ma mi pareva che la questione fosse non tanto la "patria storica" quanto la definizione di Stato ebraico. Mi perdoni se le faccio perdere altro tempo, ma Israele mi sta molto a cuore, e non riesco a non leggere il piu' attentamente possibile quel che lo riguarda, con la pretesa di capire quel che leggo. Do' anche per scontato che lei sia amico di Israele. Leggo IC tutti i giorni, e tutti i giorni la cito sulla mia pagina in FB. Se lei fosse, poniamo a mo' di esempio, un Moni Ovadia non credo ci scriverebbe :-);
La ringrazio per la cortesia avuta nel rispondermi.
Sylvia Mayer
Risponde Federico Steinhaus:
Rispondo a Sylvia Mayer e ad Andrea Cafarelli, che hanno il merito di leggere con spirito critico e con molta partecipazione quanto viene scritto: sono qualità che devono essere messe al servizio della difesa delle buone ragioni di Israele contro i suoi detrattori. La rinuncia ad una questione di principio non negoziabile, in politica, prevede che anche l'altra parte rinunci ad una questione di principio non negoziabile. Sperando, s'intende, che vi sia questa disponibilità. Io sono un sostenitore della necessità, per Israele, di arrivare ad una pace negoziata con i vicini che liberi i suoi cittadini dal'incubo del terrorismo e della guerra, ma sarà solo Israele a garantirsi poi questa tranquillità grazie alla sua superiorità militare. L'odio instillato per generazioni (odio contro Israele ma anche contro gli ebrei) nel mondo arabo non potrà sparire d'incanto, se mai sparirà. Ringrazio anche IC per averci consentito questo scambio d'idee, che rappresenta la migliore prova della sua utilità.
Federico Steinhaus