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La Stampa Rassegna Stampa
15.03.2014 L'asse Putin-Rohani, mentre l'occidente sta a guardare
Analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 15 marzo 2014
Pagina: 11
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Il patto Putin-Rohani, uniti su Siria e Crimea»

Si rafforza l'asse Russia-Iran, Putin e Rohani - chiamiamoli pure Presidenti, in fondo anche Hitler era Cancelliere - se l'intendono a meraviglia, mentre l'Occidente sta a guardare.
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/03/2014, a pag.11, con il titolo "Il patto Putin-Rohani, uniti su Siria e Crimea", l'analisi di Maurizio Molinari.
Segue una breve ma istruttiva notizia: la Russia abbatte un drone Usa. No comment.

Ecco l'articolo di Maurizio Molinari:

Convergenze sull’Ucraina, intese sul nucleare, saldo sostegno a Bashar Assad ma soprattutto una maggiore integrazione economica: di questo hanno discusso Vladimir Putin e Hasan Rohani in una conversazione telefonica da cui emerge l’intenzione di dare una risposta comune alle sanzioni che l’Occidente impone oggi all’Iran e potrebbe presto applicare alla Russia.

Rohani, Putin

È stato il leader del Cremlino a chiamare il presidente della Repubblica Islamica e, secondo la ricostruzione dell’«Irna », lo ha anzitutto «aggiornato sull’Ucraina» mostrando un rispetto dovuto al fatto che Teheran è stata la più schierata a favore dell’intervento russo. Portavoce e media iraniani - e la tv«Al Manar»degli Hezbollah hanno plaudito all’intento del Cremlino di «proteggere la popolazione etnica russa» e Putin ricambia ora il sostegno «facendo partecipe» Rohani dell’approccio alla crisi ucraina. Ciò significa che Putin sta trasformando Kiev in una carta per consolidare l’intesa con Teheran nel Mediterraneo Orientale, frutto del comune sostegno al regime di Assad. «Ucraina e Siria fanno parte dello stesso scenario regionale - spiega un alto diplomatico arabo, chiedendo l’anonimato - che vede Putin nel ruolo di credibile protettore dei propri alleati, che si tratti di Assad o dei russi di Crimea». In tale ottica, Putin considera Teheran l’interlocutore più importante perché capace di riaprirgli le porte del Medio Oriente da dove l’Urss venne espulsa nel 1991, quando Gorbaciov non riuscì a evitare l’intervento contro l’Iraq di Saddam da parte della coalizione guidata dall’America. Da qui il plauso di Putin a Rohani per «le aperture nel negoziato sul nucleare con il gruppo 5+1». Poiché siamo alla vigilia del nuovo round di trattative - lunedì a Vienna - ciò significa che Mosca garantisce sostegno alla risoluzione dei contenziosi in vista dell’accordo finale, in giugno. Per Teheran si tratta di un tassello importante in considerazione dei contrasti con Usa ed europei sul reattore al plutonio di Arak e le 19mila centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. È sulla base di tali convergenze che Rohani ha suggerito a Putin di «accelerare l’applicazione delle intese del summit di Bishkek». Il riferimento è al vertice di settembre nelle capitale del Kirgyzistan fra i leader della «Conferenza di cooperazione di Shanghai» (Cina, Kazakhstan, Kirgyzstan, Russia, Tajikistan e Uzbekistan) dove l’Iran è osservatore. Le conclusioni, oltre a sostenere la «soluzione pacifica» su nucleare iraniano e Siria, propongono di «accrescere cooperazione economica e stabilità regionale». Di questo ha parlato il viceministro degli Esteri iraniano Seyyed Abbas Araqchi a Mosca con l’omologo Sergei Rybakov, ipotizzando «maggiore integrazione » economica. È un’orizzonte che va oltre il piano di Putin di portare gli scambi oltre il miliardo di dollari perché riguarda una vera integrazione bilaterale, a cominciare dall’energia. Si spiega così l’invito a Rohani a partecipare al summit del Mar Caspio, ad Astrakhan in settembre. Se Europa e Usa sono proiettate verso l’adozione di sanzioni alla Russia, la contromossa di Putin è rapporti più stretti coi Paesi limitrofi, a cominciare dall’Iran. A dare un’idea di cosa il Cremlino ha in mente è Aleksey Ulyukaev, ministro per lo Sviluppo Economico russo, secondo il quale la reazione alle sanzioni occidentali potrebbe essere «scegliere monete diverse dal dollaro per gli scambi» con Cina, India,Turchia e Iran.A prendere sul serio la genesi di un nuova geografia economica è l’Arabia Saudita - rivale dell’Iran nelGolfo - il cui principe ereditario Salman ha incontrato a Pechino il presidenteXi Jinping proponendo di accelerare il libero scambio e trovare un approccio comune alle crisi in Medio Oriente, iniziando dalla Siria.

 Intanto Putin abbatte un drone Usa

 il drone abbattuto

I russi hanno rivendicato l’abbattimento di un drone americano sui cieli della Crimea: «Volava ad un’altezza di 4.000 metri ed era invisibile da terra - si legge in un comunicato -. Abbiamo interrotto il collegamento di controllo con gli operatori ed è caduto quasi intatto nelle mani delle forze di autodifesa». Secondo le fonti russi che hanno segnalato l’abbattimento, il velivolo «apparteneva alle 66ma brigata di ricognizione statunitense, con base in Baviera, Germania».

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