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Ugo Volli
Cartoline
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Chi non vuole la pace 10/03/2014

Chi non vuole la pace
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

a destra, Saeb Erekat con Abu Mazen

Cari amici,

sarà accaduto anche a voi. C'è una conversazione, si parla di Israele in termini più o meno positivi, non ci sono fanatici in giro, si riconosce dunque che è uno stato democratico e avanzato, quando qualcuno dice: sì, tutto bene, ma perché non fanno la pace coi palestinesi? Perché non abbandonano le colonie? Che le "colonie" non siano affatto colonie nel senso colonialista del termine, ma villaggi e cittadine impiantati in luoghi che erano disabitati, su proprietà dello stato oppure acquistate, che non esista nessuna vera normativa internazionale che proibisca di costruirli e di abitarle, perché dal punto di vista legale non si tratta di "territori occupati" ma disputati e in attesa di definizione del loro status, come riconoscono gli stessi accordi di Oslo, ve l'ho detto molte volte. Se volete un po' di ripasso su questi temi, vi allineo qualche link (http://www.cfr.org/israel/us-position-regarding-legality-israeli-settlements/p31730 , https://www.youtube.com/watch?v=ub2x5UvjUs4, http://www.icrc.org/eng/assets/files/review/2013/irrc-888-baker.pdf), ma non voglio parlarvi ancora di questo tema oggi.

C'è una risposta molto più semplice che è uscita nei giornali nei giorni scorsi, e vale la pena di farvela conoscere. E' un'intervista dell'ineffabile negoziatore dell'Autorità Palestinese Erekat (quello che pretende di essere cananeo o kenita o non so che diavolo, di discendere da una famiglia che abita a Gerico da 10 mila anni, come vi ho raccontato qui: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=52501, anche se è documentata che la sua famiglia è arrivato in Terra di Israele poco prima di un secolo fa, proprio insieme alle immigrazioni ebraiche dall'Europa, come molti pretesi indigeni palestinesi hanno fatto, perché grazie all'opera degli immigrati il paese stava rinascendo sul piano economico e agricolo).

Bene, che cosa dice il nostro nabuteo, il quale, ricordatevi, è il "negoziatore capo" dell'Autorità Palestinese? Che "poiché le differenze fra le parti sono troppo grandi" lui ha consigliato il suo capo Abbas "di abbandonare le trattative" (http://www.jpost.com/Diplomacy-and-Politics/Erekat-I-suggested-to-Abbas-to-abandon-the-negotiations-344762). Non è del resto la prima volta che Erekat si esprime così, un paio di mesi fa si era addirittura dimesso contro la piega che prendevano gli incontri. Interessante, no? Un negoziatore che fa sciopero per il fatto di non essere d'accordo con l'altra parte è come un pompiere che si rifiuti di intervenire quando c'è il fuoco o un vigile urbano disposto a dirigere il traffico solo quando non c'è nessuno per la strada. Ma questo è niente. Sapete come gli ha risposto Abbas? più o meno così: come no, hai ragione... me ne andrei anch'io, ma prima bisogna aspettare che gli israeliani rilascino la quarta rata dei "prigionieri politici" che hanno promesso di liberare in cambio alla nostra partecipazione ai colloqui.

A parte il fatto che i "prigionieri politici" in questione non sono altro che terroristi e assassini, gente che ha ammazzato vecchi, donne e bambini, e che proprio per questo sono pagati e onorati dall'Autorità Palestinese (http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=10832# ), e a parte la bizzarria di pagare un prezzo per aprire un tavolo delle trattative (mi ricorda un po' la tassa sulle tasse, o qul balzello che in certi casi si deve pagare per essere ammessi a un'asta...), come si fa a fare la pace con qualcuno che sta nei negoziati semplicemente per riscuotere questo biglietto di ingresso? Come se l'asta in realtà non ci fosse, ma il business vero fosse sui biglietti di ingresso: una truffa.

Riuscirà questo piccolo evento a convincere qualcuno? Non lo so, se devo essere sincero non ci conto tanto. I pregiudizi sono troppo forti. Pensate che una decina di giorni fa, mentre la guerra civile infuriava e naturalmente infuria ancora in Siria ed Iraq, i terroristi provavano e provano ancora a piegare con le bombe il governo egiziano, gli stati del golfo stavano litigando di brutto col Qatar che secondo loro cerca di rovesciarli con la sovversione interna, perfino Hamas e Fatah sono entrati in una delle loro periodiche crisi di imprigionamenti, torture e ammazzamenti reciproci (http://www.focusonisrael.org/2014/03/09/intrafada-a-gaza-hamas-arresta-decine-di-uomini-di-fatah/), mentre l'Arabia Saudita sta comprando bombe atomiche in Pakistan per contrastare quelle che l'Iran sta costruendo, in mezzo insomma alla più grande guerra civile interaraba degli ultimi decenni o forse secoli, una commissione dell'Onu ha dichiarato che il peggior pericolo per il mondo arabo è... Israele (http://elderofziyon.blogspot.it/2014/02/un-commission-says-israel-is-major.html). Se la barzelletta non fosse troppo vecchia, ci sarebbe davvero da ridere.

Ugo Volli


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