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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Stampa Rassegna Stampa
08.03.2014 Fratelli musulmani al bando, l'Arabia si allinea all'Egitto
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 08 marzo 2014
Pagina: 17
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Fratelli musulmani al bando, l'Arabia si allinea all'Egitto»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/03/2014, a pag.17, con il titolo "Fratelli musulmani al bando, l'Arabia si allinea all'Egitto ", l'articolo di Maurizio Molinari. 

                                                                                   Maurizio Molinari

L’Arabia Saudita inserisce nella lista nera dei «gruppi terroristi » i Fratelli Musulmani, gli Hezbollah locali e i siriani di Al Nusra e Isis con un passo teso a smantellare le loro attività sul territorio nazionale. Il decreto del re Abdullah contiene un ultimatum alle centinaia di sauditi che militano in questi gruppi: «Avete 15 giorni per consegnarvi oppure andate incontro a condanne fino a 20 anni di prigione». L’intento del regno wahabita è duplice: sradicare la presenza di Fratelli Musulmani ed Hezbollah all’interno dei confini, spingere i cittadini sauditi a disertare da Al Nusra e Isis (Stato Islamico del Levante e dell’Iraq) che si battono in Siria per edificare un califfato fondamentalista. «Ciò che accomuna questi gruppi è di essere guidati da fuori - ha spiegato Abdel Latif al-Sheik, capo della polizia religiosa saudita - per combattere i musulmani moderati diffondendo un’immagine negativa dei musulmani in Occidente». In effetti i gruppi inseriti nella lista nera descrivono lo schieramento di forze avversarie dei sauditi: il movimento dei Fratelli Musulmani che prese la guida dell’Egitto durante la presidenza di Mohamed Morsi, gli Hezbollah locali considerati espressione di Teheran, Al Nusra e Isis appartenenti alla galassia di Al Qaeda. «Da tempo avremmodovuto adottare tale decisione - commenta Mohammad Zulfa, nome di spicco del Consiglio della Shura di Riad - perché abbiamo accolto nelle nostre scuole e università stranieri che hanno diffuso idee pericolose».Se all’indomani degli attacchi dell’11 settembre 2001 Riad lanciò una aggressiva campagna anti-terrorismo per annientare le cellule di Osama Bin Laden che operavano nella Penisola Araba, ora si propone di fare altrettanto con i gruppi jihadisti che considera una minaccia diretta perché strumento di «disegni stranieri» nella regione. La maggiore difficoltà si annuncia nell’identificare i Fratelli Musulmani perché non militano in gruppi ben riconoscibili come Hezbollah, Al Nusra e Isis. Per comprendere fino in fondo l’entità della decisione di re Abdullah bisogna tener presente la forte sintonia con i passi adottati in Egitto su disposizione del generale Abdel Fattah Al Sisi. Il Cairo ha infatti messo al bando in dicembre i Fratelli Musulmani e ha in corso un processo contro Morsi nel quale lo si accusa di complicità con «i gruppi terroristi di Hamas ed Hezbollah ». Ciò che accomuna Al Sisi e re Abdullah è la volontà di mettere sulla difensiva i più agguerriti avversari regionali: i Fratelli Musulmani dentro il mondo sunnita e l’Iran sciita.Nel coordinamento di mosse fra il Cairo e Riad rientra anche la decisione di ritirare gli ambasciatori dal Qatar, lo Stato arabo che da tre anni è il più determinato sostenitore dei Fratelli Musulmani e che negli ultimi mesi ha accolto con maggiore favore le aperture dell’Iran. Anche Emirati Arabi e Bahrein hanno ritirato gli ambasciatori da Doha lasciando intendere che il Qatar rischia l’isolamento, se non l’espulsione, dal Consiglio del Golfo

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