Siria, al Qaeda: a morte gli infedeli cronaca di Souad Sbai
Testata: Libero Data: 04 marzo 2014 Pagina: 18 Autore: Souad Sbai Titolo: «'Il fantasma' fa strage di cristiani»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 04/03/2014, a pag. 18, l'articolo di Souad Sbai dal titolo "«Il fantasma» fa strage di cristiani".
Souad Sbai
Lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis), fondato nell'aprile 2013 dallo sceicco iracheno Abu Bakr al-Baghdadi, è composto da migliaia di combattenti provenienti da Iraq, Arabia Saudita e Siria, e ha come obiettivo l'eliminazione delle frontiere tra i paesi del Medio Oriente. Abu Bakr al-Baghdadi, conosciuto con il soprannome di «Il fantasma», ha combattuto nelle fila di Al Qaeda fin dal 2003, data dell'invasione americana in Iraq, quando Washington mise una taglia di 10 milioni di dollari sulla sua testa. Il gruppo jihadista, conosciuto nel mondo arabo come Daesh, in realtà nasce nell'ottobre 2006 con la denominazione di «Stato islamico in Iraq» da una coalizione e fusione di gruppi jihadisti, tribù irachene e formazioni qaediste in Mesopotamia. La rapida ascesa dell'organizzazione estremista in Siria è dovuta all'esperienza acquisita dai combattenti in Iraq e alla sua autonomia finanziaria e nel settore degli armamenti, contrariamente agli altri gruppi ribelli siriani, in particolare il Fronte al-Nusra, che dipende dagli aiuti internazionali e locali. L'Isis ha dimostrato la propria autosufficienza e può contare su una parte della comunità sunnita e irachena che lo finanzia volontariamente attraverso fondi del Golfo e bottini ricavati dal depredamento delle città conquistate. Nell'aprile dell'anno scorso è fallito il tentativo dell'Isis di annettere Al Nusra, il più importante gruppo jihadista in Siria. Al Nusra infatti si è alleato con Al Zawahiri, leader di Al Qaeda. Da allora i due movimenti sono in conflitto tra loro. La volontà di imporre la propria legge sulle zone ribelli piuttosto che concentrare gli sforzi nel rovesciamento del regime di Assad, spinge l'Isis alla conquista dei territori per instaurare un grande califfato in Medio Oriente fondato sulla sharia. Ormai da du mesi l'Isis conduce una guerra aperta contro gli altri ribelli che, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, ha causato oltre 3.300 vittime, sancendo definitivamente l'allontanamento dall'obiettivo iniziale di destituire Assad. Così il gruppo, i122 febbraio ha diffuso una serie di regole (che gli estensori chiamano «patto») imposte dallo sceicco Bakr al-Baghdadi, agli abitanti cristiani di Raqqa, città del nord della Siria in mano ai fondamentalisti islamici. Le 12 regole prevedono il versamento di una tassa annuale per ogni persona di sesso maschile equivalente a 17 grammi di oro puro, l'interdizione della costruzione di chiese e monasteri della zona e il divieto di restaurare gli edifici di culto già esistenti. Inoltre, i cristiani non devono esporre croci o simboli della loro fede né celebrare i loro rituali nei luoghi pubblici frequentati da musulmani. Chi non si attiene a queste regole, avrà il destino assegnato alla «gente della guerra e della ribellione», cioè l'uccisione. L'accordo, in realtà, è soltanto un mezzo con il quale Isis cerca di corre :4: ere l'immagine sanguinaria di sé dando prova di tolleranza verso i cristiani dopo i violenti scontri di Raqqa del settembre 2013 quando il gruppo massacrò la minoranza che nel Paese costituisce l'un per cento della popolazione totale su circa 300mila abitanti. Il patto si basa sulla «Dhimma», un dispositivo che permette ai membri delle comunità non musulmane di convivere con l'Islam, mantenendo i beni e la vita e un'autonomia religiosa e amministrativa, pur asso : ettati ad uno stato giuridico inferiore. Lo stesso trattamento era già stato imposto alla città di Yaroud, a nord di Damasco, che versa ai ribelli islamici una tassa di 25mila euro mensili per assicurare la propria incolumità. L'ultimo scontro tra Isis e Al Nusra è avvenuto domenica scorsa con l'attentato kamikaze di Abu Khalid Al-Suri, amico di Al Zawahiri e Osama Bin Laden, che ha provocato la morte di 6 membri del Fronte e molti altri feriti. La particolarità di questa strage è il sacrificio di Al-Suri, uno dei principali leader del movimento estremista. Chi c'è veramente dietro?
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